Via libera da parte del Governo Gentiloni al Contratto Collettivo di Lavoro del Comparto Sanità e degli Enti Locali, che interesserà Infermieri e Professionisti della Salute. Alla fine il governo targato Partito Democratico, seppur delegittimato dal voto popolare, ha voluto siglare a tutti i costi un accordo che è stato duramente contestato dai sindacati infermieristici. Ad annunciare la novità è stato con un comunicato la FP Cgil che parla di aumenti medi di 80/95 euro lordi (40 o 45 euro netti mensili di media).
Esultano oltre alla FP Cgil anche i sindacati Cisl FP e Uil FPL, che avevano sottoscritto la pre-intesa con l’ARAN lo scorso 23 febbraio. Protestano invece Nursind, Nursing Up e l’UGL Sanità, che si dicono decisamente avviliti per “cotanta arroganza e disprezzo per le professioni sanitarie e per i dipendenti degli Enti locali”. Si tratta di 550.000 lavoratori.
Interessati dal contratto tantissimi Infermieri, Infermieri pediatrici, Operatori Socio Sanitari, Professionisti della Salute. Sia quelli aderenti al Comparto Sanità, sia i dipendenti degli Enti Locali (tantissimi i Professionisti Sanitari appartenenti a questa categoria).
Per la FP Cgil si tratta di un evento storico: “di più non si poteva fare – spiega ad AssoCareNews.it Serena Sorrentino, segretaria generale del sindacato – arriveranno anche gli arretrati del 2016 e 2017. Mettiamo insieme tre punti cruciali: salario, diritti e contrattazione. Chiudiamo questi dieci anni di attesa, arrivando a un’intesa che produce avanzamenti e ci mette nelle condizioni migliori di guardare da subito al prossimo rinnovo contrattuale 2019/2021. Dopo circa 10 anni di scioperi, mobilitazioni e iniziative, spesso da soli come Fp Cgil, oggi arriva un primo risultato. Il terzo tassello per ricomporre il quadro del lavoro pubblico, dopo il rinnovo del contratto delle Funzioni Centrali e la recente intesa su quello delle Funzioni Locali”.
“Finalmente sblocchiamo la contrattazione nel settore sanitario – aggiunge Sorrentino – primo passo per restituire la dignità a tutti coloro che lavorano prendendosi cura dei cittadini, ma non ci fermiamo: la strada è ancora lunga. Lavoratrici e lavoratori che, dopo anni di sacrifici e di impegno, troppo spesso non riconosciuti, ottengono finalmente un segno di attenzione dedicata a tutto il personale della sanità”.
“Prosegue la nostra campagna per le stabilizzazioni del personale precario in sanità – conclude – e quella a sostegno di un piano straordinario per l’occupazione nel settore. Il contratto, che contiene anche un nuovo modello di relazioni sindacali, consentirà ai sindacati e alle Rsu di accompagnare i processi di riorganizzazione aziendale e organizzativa in sanità. Nelle ultime ore abbiamo sollevato il problema di finanziare adeguatamente il Fondo sanitario nazionale, sia per dare più risorse alla contrattazione e ai trattamenti economici dei lavoratori, sia per difendere e potenziare il Sistema nazionale pubblico oramai al collasso. Salute è un diritto fondamentale, sanità è servizio essenziale, per questo va garantita universalità d’accesso ai cittadini e qualità del lavoro attraverso crescita e riconoscimento professionale dei lavoratori del comparto”.
Di parere decisamente opposto Andrea Bottega, segretario generale di Nursind. Il sindacato degli Infermieri definisce “infame” le mosse di un Governo oramai “delegittimato dal voto popolare e dei sindacati della triplice che continuano a servire i loro padroni di sempre; più passano i giorni e più appare giusta e sacrosanta la decisione degli infermieri di indire 48 ore di sciopero per il prossimo 12 e 13 aprile contro il rinnovo del contratto per il comparto sanità. Un’intesa che suona come una presa in giro e che peggiora la condizione dei lavoratori sia sul piano normativo che economico”.
Ora si attende la decisione della Corte dei Conti, che da notizie ufficiose potrebbe bocciare l’intero contratto e rimettere di nuovo tutto in discussione.
Insomma, il dado è ormai tratto e tornare indietro è quasi impossibile. Accontentiamoci!