Raccontiamo la storia di Cristina Minissale, Infermiera: “nel Servizio Sanitario Pubblico non si può più lavorare, mi sono licenziata e sono passata al privato”.
La storia di Cristina Minissale, 33 anni, iscritta all’Ordine delle Professioni Infermieristiche di Pordenone, è comune a tanti colleghi che hanno deciso di abbandonare il Servizio Sanitario Nazionale per andare a lavorare nell’ambito privato, trasferirsi all’estero o addirittura cambiare lavoro.
Il suo abbandono, così pure quello di tantissimi altri Infermieri, Medici, OSS, Ostetriche e Professioni Sanitarie, è avvenuto subito dopo la terza ondata della Pandemia Covid.
La Professione Infermieristica, si sa, ha perso di attrattività e tante sono ormai le competenze contendibili con le professioni vicine. Con stipendi da fame e riconoscimenti professionali e di carriera praticamente inesistenti molti hanno deciso di cambiare settore, di licenziarsi o andare a lavorare in lidi più sicuri in Germania, Inghilterra, Irlanda, Svizzera, Spagna o Francia.
Cristina è una delle colleghe che è uscita praticamente stremata dalla Pandemia Covid. Lavorava nell’Unità Operativa di Neurologia ad Udine quando ha deciso di fare basta e di accettare di lavorare nell’ambito privato.
“Dopo una splendida esperienza in Neurologia sono stata inviata ad occuparmi di Pazienti Covid, è stato difficilissimo; per un anno ho indossato tuta, guanti, calzari, visiera, doppia mascherina. E’ stato un lavoro impegnativo, altamente stressante, tanto da portarmi ad avere delle serie problematiche di salute. Me ne sono resa conto quando ho iniziato a dormire appena 3 ore a notte. Quando poi mi sono scordata di somministrare dell’insulida ad un Paziente ho detto basta torno a casa” – ha spiegato Minissale.
Ora Cristina lavora in una RSA, in un Ambulatorio Privato e insegna agli OSS, mentre ha deciso di continuare a studiare e a formarsi in un ambito assistenziale parallelo a quello infermieristico: “voglio diventare massaggiatrice”.