Una tragedia ha colpito Monterotondo, dove un soccorritore del 118 ha perso la vita d’infarto mentre prestava soccorso a un paziente in arresto cardiaco. Un momento di dolore che sottolinea l’importanza e il sacrificio degli operatori sanitari.
Una tragica notizia che ha sconvolto Monterotondo e l’intera comunità medica del Lazio. Sabato 20 aprile, Roberto Campigotto, un valoroso soccorritore dell’Ares 118, ha perso la vita a causa di un infarto mentre era impegnato in un intervento cruciale per salvare un paziente colpito da arresto cardiaco.
La scomparsa di Campigotto ha riacceso i riflettori sull’immensa dedizione e sacrificio che gli operatori sanitari del 118 mettono ogni giorno nel loro lavoro. “Questa tragedia deve ricordare a ogni cittadino del Lazio quanta dedizione e quanto sacrificio gli operatori sanitari di Ares 118 mettono quotidianamente nel proprio lavoro, che è quello di salvare la vita degli altri” si legge nel messaggio di cordoglio di Ares 118.
Roberto Campigotto aveva 57 anni e lascia una moglie e due figli. La sua prematura scomparsa lascia un vuoto incolmabile nella sua famiglia, nella comunità di Monterotondo e tra i suoi colleghi del 118, che lo ricordano come un professionista appassionato e dedicato.
La tragica morte di Campigotto solleva anche importanti questioni sulla salute e il benessere degli operatori sanitari, che spesso lavorano in condizioni stressanti e a ritmi frenetici. È fondamentale garantire un adeguato supporto psicologico e fisico a questi professionisti che sono in prima linea nella lotta per salvare vite umane.
La scomparsa di Roberto Campigotto è una dolorosa testimonianza dell’immensa dedizione e del sacrificio degli operatori sanitari del 118. È un momento di profondo dolore e riflessione per tutti noi, un’occasione per riconoscere e apprezzare il lavoro eroico che questi professionisti svolgono ogni giorno per proteggere e salvare la vita degli altri.