Protestano Infermieri e OSS esclusi dal servizio mensa a Cagliari. Uil Fpl: “è inaccettabile, si fa discriminazione”.
Il comportamento dell’Arnas Brotzu di Cagliari nei confronti dei dipendenti che lavorano oltre le sei ore è inaccettabile. I lavoratori hanno diritto a un pasto, indipendentemente dal loro ruolo o dalla loro posizione. Il fatto che l’amministrazione dell’ospedale stia escludendo gli Infermieri e gli OSS da questo diritto è una discriminazione e deve essere fermata.
La Uil-Fpl ha ragione a denunciare questo comportamento e spero che le autorità competenti intervengano per porre fine a questa situazione. I lavoratori dell’Arnas Brotzu non meritano di essere trattati in questo modo e hanno diritto a essere trattati con rispetto e dignità.
La denuncia arriva da Uil-Fpl, che si fa carico di quanto detto all’organizzazione sindacale da un’operatrice socio sanitaria.
La stessa non avrebbe potuto usufruire di un suo diritto, come previsto dalle norme vigenti riguardanti il servizio mensa o in alternativa, con modalità sostitutive, i buoni pasto. Secondo quanto riportato da Uil-Fpl, il servizio mensa verrebbe garantito, infatti, solo nella pausa pranzo, quindi esclusivamente per il turno della mattina dalle 13:30 alle 15:00, come da regolamento attuale, ampiamente superato dalla normativa vigente e dalla sistematica interpretazione giurisprudenziale.
“È riconosciuto infatti a tutti i lavoratori – spiegano i rappresentanti di Uil-Fpl – il diritto automatico alla fruizione del pasto all’inizio o alla fine del servizio quando l’articolazione dell’orario è superiore alle 6 ore, così superando anche i vari regolamenti aziendali, posto che sia il CCNL che il D.Lgs 66/2003 sono fonti del diritto superiori e quindi prevalenti, come la giurisprudenza di legittimità ha in più occasioni ribadito”.
L’amministrazione del Brotzu, precisa la sigla sindacale, “sancisce che hanno diritto al pasto solo i dirigenti impegnati, oltre le sei ore, nell’attività di urgenza emergenza, escludendo vilmente tutti gli altri operatori (infermieri e oss), come se quest’ultimi fossero in ospedale per oziare e non per lavorare”.
La Uil-Fpl si rivolge quindi a tutte le autorità competenti regionali e nazionali “per porre definitivamente fine a questa oscena macelleria sociale e professionale”.
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