Raccontiamo la storia di Giulia, Infermiera sarda, truffata da una Operatrice Socio Sanitaria: 6000 euro per un’auto usata mai consegnata.
Aveva assolutamente necessità di una macchina nuova e l’occasione gliela aveva proposta una OSS: l’acquisto di una Ford Fiesta del 2015. Alla fine Giulia, Infermiera 56enne sarda, è stata truffata dall’Operatrice Socio Sanitaria e attende ancora l’arrivo dell’auto, nonostante l’esborso di ben 6000 euro.
Tutto è cominciato nell’ottobre 2021. L’Infermiera, su suggerimento di un’amica, entra in confidenza con l’operatrice socio sanitaria, fidanzata di un concessionario auto con sede nel Nuorese: “Mi sono fidata, lei mi ha dato il numero del rivenditore e l’ho contattato”. A darne notizia il collega
Ecco cosa ha comunicato l’Infermiera, presunta vittima del raggiro:
La proposta? “Una Ford Fiesta diesel del 2015”.
Il prezzo? “Seimila euro”.
Un affare, almeno per l’infermiera, che il 12 novembre fa il bonifico, messo agli atti nella denuncia, così come le varie chattate tra lei e il venditore su WhatsApp. I giorni passano, l’automobile non arriva. E la donna si insospettisce: “Mi aveva inviato foto dell’auto, avevamo deciso di effettuare una permuta della mia macchina vecchia”, concordando, appunto, il pagamento di “6mila euro”.
Il cellulare del concessionario di auto usate risulta irraggiungibile, l’infermiera chiede conto alla sua compagna e ottiene un altro numero. Ma non succede nulla, a parte una scoperta che insospettisce ancora di più la donna: “Un mio carissimo amico mi ha detto di essere in trattative con la stessa persona, sempre per un’auto, ma gli aveva inviato una carta di circolazione diversa da quanto concordato. Di fronte alle sue rimostranze, lui aveva temporeggiato. Quanto accaduto al mio amico mi aveva messo in allarme, visto che stava temporeggiando anche con me nel darmi una copia dei documenti della pratica assicurativa”.
Il tempo passa, a metà dicembre la 56enne torna alla carica con l’Oss. E arriva la doccia fredda: “Mi ha detto che i documenti non poteva mandarmeli. Ho avuto conferma, indirettamente, che l’auto che pensavo di aver acquistato, non esisteva”.
Tutto cambia, a questo punto. Giulia rivuole i soldi indietro, messaggia con il venditore e lui prima le dice che le avrebbe fatto un bonifico “non appena si liberava dagli impegni” e addirittura, il 18 dicembre, che le avrebbe “portato l’auto sotto casa”.
Nulla di ciò accade, e il concessionario scompare dai radar della donna, insieme alla sua compagna: “Sono anche stata dal mio avvocato, ha inviato diverse email all’uomo che, a distanza di cinque mesi, ha ancora i miei seimila euro. Lui, però, non ha mai risposto”.
Senza parole.
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