Tragedia a Fano: ambulanza senza medico, scatta la polemica sul 118.

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La tragica morte di un ottantenne per annegamento al camping Mare Blu di Fano, avvenuta domenica scorsa, ha acceso i riflettori sulla presunta carenza di medici nelle ambulanze del 118. L’intervento del mezzo di soccorso, avvenuto in soli 6 minuti, ha visto l’assenza di un medico a bordo, scatenando immediate reazioni politiche e rassicurazioni dai vertici del servizio.

L’anziano turista, colpito da un malore mentre passeggiava in acqua, è andato in arresto cardiaco. I primi soccorsi sono stati prestati con prontezza dal bagnino di salvamento e da alcuni sanitari presenti tra i bagnanti. All’arrivo dell’ambulanza del 118 di Fano, sul posto erano presenti un autista soccorritore e un’infermiera. Nonostante l’assenza del medico, l’infermiera ha immediatamente praticato le procedure di emergenza per circa 40 minuti, inclusa la somministrazione di farmaci salvavita e l’utilizzo di presidi avanzati, come l’accesso venoso intraosseo e la protezione delle vie aeree. Il defibrillatore (DAE) presente sul posto aveva già erogato una scarica prima dell’arrivo del 118.

Il medico del 118 è arrivato in un secondo momento, a bordo di un’ambulanza proveniente da Montecchio, e ha purtroppo certificato il decesso dell’uomo.

La consigliera regionale del Movimento 5 Stelle, Marta Ruggeri, ha sollevato un’accesa protesta, denunciando come nella mattinata di domenica non fosse disponibile un medico del 118 non solo a Fano, ma anche nelle postazioni di Pesaro e Marotta, a causa della cronica carenza di personale. Sebbene il turno pomeridiano sia poi stato coperto in alcune postazioni, la Ruggeri definisce “inaccettabile” la situazione, specialmente all’inizio della stagione turistica.

“Lo denunciamo da anni, in Regione e nei Comuni: il sistema di emergenza urgenza è al collasso, abbandonato a se stesso e sempre più incapace di rispondere adeguatamente ai bisogni di sicurezza sanitaria del territorio,” ha dichiarato Marta Ruggeri, esprimendo profondo cordoglio alla famiglia dell’anziano. Ha inoltre sottolineato la dedizione degli infermieri, ma ha ribadito la necessità di una riforma urgente per sbloccare la loro capacità di somministrare farmaci salvavita senza restrizioni burocratiche.

Umberto Gnudi, responsabile del servizio territoriale 118, ha replicato alle accuse, sottolineando la tempestività e l’efficacia del soccorso. Ha evidenziato come l’ambulanza di Fano sia giunta sul posto in soli 6 minuti, ben al di sotto degli 8 minuti raccomandati dalle linee guida ministeriali per gli interventi in ambito urbano.

Gnudi ha inoltre specificato che l’infermiera che ha gestito il soccorso era pienamente formata per l’Advanced Life Support (ALS) e abilitata alla somministrazione dei farmaci indicati nell’arresto cardiaco, come stabilito dalle procedure infermieristiche in vigore nella provincia di Pesaro Urbino dal 2008. “È corretto sostenere che le procedure di soccorso sarebbero state le stesse in presenza di un medico,” ha affermato Gnudi, rassicurando sulla professionalità e competenza del personale infermieristico.

Riguardo alla carenza di medici, Gnudi ha riconosciuto che si tratta di un “problema antico” ma ha assicurato che l’azienda sta attivamente cercando di risolverlo, annunciando che proprio lunedì sono stati finalizzati i colloqui per l’acquisizione di altri tre professionisti da destinare all’emergenza sanitaria territoriale.

La vicenda solleva interrogativi importanti sulla gestione delle emergenze e sulla dotazione del personale medico, in un periodo in cui la pressione sui servizi sanitari, in particolare nelle aree turistiche, è destinata ad aumentare.

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