Infermiere si infortuna in servizio: ASL condannata a risarcire 51.000 euro
Un infermiere di Imperia è stato risarcito con 51.000 euro dall’ASL dopo essersi rotto il femore a seguito di una caduta. L’incidente è avvenuto durante il tragitto tra l’abitazione di un paziente e l’auto di servizio. La sentenza ha riconosciuto la responsabilità dell’ASL, sebbene sia emerso che l’infermiere non indossasse le scarpe antinfortunistiche al momento della caduta.
L’episodio ha avuto luogo a Imperia, dove l’infermiere, impegnato in un servizio domiciliare, è scivolato e caduto, riportando una grave frattura al femore. Nonostante l’assenza delle scarpe antinfortunistiche, il Tribunale ha stabilito che l’ASL aveva delle responsabilità nell’accaduto. La somma di 51.000 euro è stata riconosciuta come risarcimento per i danni subiti dall’infermiere.
Questo caso solleva nuovamente l’attenzione sull’importanza della sicurezza sul lavoro, specialmente in contesti delicati come quello sanitario. È fondamentale che le aziende garantiscano non solo la fornitura dei dispositivi di protezione individuale (DPI), ma anche la loro corretta e costante adozione da parte del personale. Allo stesso tempo, è responsabilità del lavoratore utilizzare sempre i DPI forniti per la propria incolumità.
La sentenza di Imperia funge da monito per tutte le ASL e le strutture sanitarie, sottolineando la necessità di un’attenta valutazione dei rischi e l’implementazione di misure preventive efficaci per tutelare la salute e la sicurezza dei propri dipendenti.
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