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Un convegno che tradisce l’eredità di Antonella Santullo? Riflessioni di un Infermiere sconfortato.

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Egr. Direttore di AssoCareNews.it,

scrivo queste righe con un profondo senso di smarrimento e una crescente amarezza. Come molti, ho creduto e sostenuto con convinzione i principi che hanno animato l’operato di Antonella Santullo, una figura che ha posto al centro del suo impegno lo sviluppo autentico della professione infermieristica.

La sua visione lungimirante si è concretizzata in percorsi di carriera definiti, nell’attribuzione chiara di responsabilità, nell’individuazione di criteri di competenza e di un giusto riconoscimento economico per ogni ruolo.

Antonella ha saputo ampliare l’orizzonte aziendale, offrendo concrete opportunità di crescita ai suoi colleghi, valorizzando le competenze specialistiche di figure come i case manager e gli infermieri dedicati al wound care.

Tutto questo fervore, questa spinta propulsiva verso un’evoluzione professionale significativa, ha rappresentato un’eredità preziosa per tutti noi.
E allora, come è possibile che oggi il nome di Antonella Santullo venga utilizzato per promuovere un convegno che vede tra i suoi relatori coloro che, di fatto, hanno minato dalle fondamenta la sua rete partecipativa e la sua filosofia? Mi riferisco alle scelte che hanno portato alla riduzione o all’accorpamento delle posizioni organizzative, restringendo di fatto gli spazi di crescita professionale che lei aveva così faticosamente costruito. Penso anche alla riduzione o all’accorpamento delle funzioni di coordinamento, decisioni che vanno in netta controtendenza rispetto alla sua visione di un’organizzazione dinamica e in espansione.
Non posso non menzionare le battaglie che questi stessi relatori hanno condotto contro un ampliamento dell’assetto aziendale che avrebbe potuto integrare nuove figure di dirigente infermieristico, preferendo invece concentrare il potere nelle proprie mani. Un accentramento che stride profondamente con l’approccio inclusivo e orientato alla crescita di Antonella.
La situazione si fa ancora più sconcertante quando si apprende che all’interno della direzione infermieristica e tecnica attuale si impedisce a coloro che ricoprono incarichi di funzione organizzativa di presentare proposte e di dialogare apertamente con i direttori di Unità Operativa.

Si è creato un vero e proprio imbuto gerarchico, un ostacolo concreto a qualsiasi tentativo di sviluppo professionale che Antonella avrebbe certamente osteggiato con fermezza.
Mi rivolgo direttamente agli organizzatori di questo convegno: come potete pensare di onorare la memoria di Antonella Santullo invitando persone che hanno così palesemente disatteso i suoi principi e, a mio parere, ne hanno persino vituperato il nome? Una direzione infermieristica e tecnica che ha smantellato con le proprie azioni ciò che lei aveva costruito con tanta dedizione.
Per tutte queste ragioni, e con profondo rammarico, da infermiere che è cresciuto professionalmente ispirandosi alla visione di Antonella e che ne ha sempre appoggiato gli sviluppi, sento di non poter partecipare a questo convegno.
Spero che la dottoressa Agostinelli non interpreti questa mia assenza come una mancanza di stima nei suoi confronti. Anzi, è proprio lei l’unica persona che avrei avuto piacere di ascoltare, perché percepisco in lei la stessa passione e lo stesso impegno che hanno guidato il percorso di Antonella.

Con sincera amarezza,
Nicola Lombardi, Infermiere e sindacalista UIL Fpl

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