Sanità Trentina a rischio: “Fugatti utilizzi l’Autonomia Speciale o sarà crisi irreversibile”.
Un grido d’allarme per il futuro della sanità pubblica trentina: le professioni sanitarie del comparto sono a un bivio, e senza un intervento deciso e immediato della Giunta provinciale guidata da Maurizio Fugatti, il sistema rischia una “crisi irreversibile”. È questo il monito che emerge da un accorato appello, che evidenzia l’urgenza di utilizzare l’Autonomia Speciale per finanziare e valorizzare il personale.
L’invecchiamento del personale e la fuga dei professionisti.
I dati parlano chiaro e destano preoccupazione: la sanità trentina sta invecchiando a ritmi rapidi, con una crescita esponenziale di pazienti anziani, cronici e fragili che mette a dura prova la forza lavoro. In particolare, la popolazione infermieristica al di sotto dei 30 anni rappresenta appena il 12%, mentre un numero sempre maggiore di professionisti sanitari si colloca nella fascia dei 51-60 anni. Si prevedono oltre 1000 pensionamenti di infermieri nei prossimi anni, e il timore è che manchi un adeguato ricambio generazionale.
La situazione è aggravata da un notevole divario stipendiale rispetto ad altre realtà, come la provincia di Bolzano, che rende meno attrattiva la permanenza o l’arrivo di nuovi professionisti in Trentino. Molti lavoratori qualificati sono attratti da contratti più vantaggiosi offerti all’estero o, appunto, a Bolzano, creando una vera e propria fuga di cervelli e competenze.
Autonomia Speciale: la chiave per il futuro.
L’assessore (probabilmente quello alla Sanità, anche se non specificato nel testo originale) Tonina aveva già espresso una posizione favorevole a stanziare nuovi fondi per infermieri e professionisti sanitari. Ora, l’appello è diretto a Fugatti e al resto della Giunta, affinché si concretizzi “una forte presa di posizione e un considerevole investimento economico”.
Il momento è cruciale per cambiare rotta. L’autonomia speciale, da sempre risorsa preziosa per il Trentino, deve essere ora utilizzata per una “valorizzazione delle professioni sanitarie del comparto”, garantendo così una migliore qualità assistenziale a tutti i cittadini. Senza un’adeguata valorizzazione di infermieri, ostetriche, assistenti sanitari, terapisti della riabilitazione e tecnici sanitari, la conseguenza sarà la chiusura di un numero crescente di reparti e servizi, rendendo sempre più difficile l’apertura di nuove strutture.
Le proposte per un sistema sostenibile.
Per arginare la crisi e attirare e trattenere i professionisti, sono necessarie azioni mirate che vadano oltre il semplice aumento delle assunzioni. L’articolo sottolinea l’importanza di:
- Prevedere percorsi di carriera reali.
- Concedere autonomia clinica.
- Potenziare la formazione.
- Garantire il benessere organizzativo e la conciliazione vita-lavoro.
In particolare, vengono avanzate due proposte concrete e immediate:
- Implementare specifiche indennità professionali legate agli incarichi di funzione e alla turnistica.
- Implementare l’indennità infermieristica di tutela del malato.
In conclusione, il futuro della sanità pubblica trentina dipende ora dalle scelte della Giunta Fugatti, chiamata a utilizzare pienamente le potenzialità dell’autonomia speciale per investire nel proprio capitale umano sanitario e prevenire una crisi che, altrimenti, potrebbe diventare irreversibile.
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