contatore visite gratuito
×

Il sapore dolce del miracolo di Papa Wojtyła.

Ascolta l'articolo

Le luci al neon del reparto di medicina generale del Policlinico Gemelli di Roma proiettavano ombre lunghe e fredde sul linoleum lucido. Marco, un infermiere nel suo turno serale, sentiva il peso della stanchezza sulle spalle. La notte era insolitamente tranquilla, un’apparente calma che a volte precedeva la tempesta. Stava preparando le terapie, la routine meticolosa che conosceva a memoria.

Il signor Antonio Rossi, un paziente di sessantacinque anni ricoverato per una lieve polmonite, era nella lista per una piccola dose di insulina regolare, due unità, per tenere sotto controllo la sua glicemia. Marco prese la fiala dal carrello, la siringa, e distrattamente, complice forse la sonnolenza e un pensiero fugace alla cena che lo aspettava a casa, caricò venti unità di insulina rapida. Un errore banale, di quelli che non dovrebbero mai accadere, ma che nella frenesia ospedaliera possono insinuarsi come un’ombra subdola.

Somministrò l’iniezione al signor Rossi con un sorriso stanco e un “Buonanotte, signore”. Non si accorse di nulla. Solo una manciata di minuti dopo, il monitoraggio del paziente iniziò a suonare un allarme flebile, che si fece presto insistente. I valori glicemici stavano precipitando vertiginosamente. Il caos ruppe il silenzio della notte. Medici e infermieri si precipitarono nella stanza, i volti contratti dalla preoccupazione. La diagnosi fu immediata e terribile: coma ipoglicemico da sovradosaggio di insulina. Il signor Rossi giaceva immobile nel letto, il respiro affannoso, la vita appesa a un filo sottile. La consapevolezza dell’errore colpì Marco come un pugno nello stomaco, lasciandolo paralizzato dal terrore e dal senso di colpa.

Il mondo del signor Rossi si dissolse in un’oscurità ovattata, priva di suoni e di riferimenti. Non sentiva più il freddo delle lenzuola, né il brusio dei macchinari. Fluttuava in un non-luogo indefinito, una sospensione dell’esistenza dove il tempo non aveva più significato. Poi, lentamente, una luce soffusa iniziò a farsi strada tra le tenebre. Non era una luce accecante, ma calda e rassicurante, come il sole che filtra attraverso le nuvole. E con la luce, apparve una figura. Era un uomo vestito di bianco, con un sorriso dolce e uno sguardo penetrante, pieno di una bontà antica. Il signor Rossi, pur nella confusione del suo stato, sentì una strana familiarità con quell’uomo, una sensazione di pace che non provava da tempo. Solo quando la figura si avvicinò, con un gesto lento e gentile, porgendogli una manciata di caramelle dai colori vivaci, il signor Rossi ebbe un’epifania onirica. Era Karol Wojtyła. Papa Giovanni Paolo II. Le caramelle che gli offriva sembravano irradiare un calore particolare, un profumo intenso di zucchero e di qualcosa di indefinibilmente confortante. Il Papa sorrise ancora, un sorriso che sembrava comprendere ogni sua paura, ogni sua speranza. Non disse nulla, ma il suo sguardo era eloquente, un invito ad accettare quel dono inaspettato. Il signor Rossi, in quel limbo tra la vita e la morte, si sentì stranamente rassicurato. Prese una caramella, la scartò con dita incerte e la portò alla bocca. Un’esplosione di dolcezza lo invase, un sapore intenso e quasi dimenticato che si diffuse in tutto il suo essere, risvegliando in lui una scintilla sopita.

Il sapore dolce della caramella sembrò propagarsi oltre il sogno, insinuandosi nel corpo inerte del signor Rossi. I parametri vitali, fino a quel momento preoccupanti, iniziarono a mostrare un timido miglioramento. I medici, che si erano preparati al peggio, osservavano i monitor con crescente incredulità. Non c’era una spiegazione medica plausibile per quel leggero, ma costante, ritorno alla normalità. Ore dopo, una debole luce filtrò attraverso le palpebre del signor Rossi. Un gemito sommesso ruppe il silenzio della stanza. Lentamente, con fatica, aprì gli occhi. Il volto confuso della moglie, Anna, gli apparve sfocato. Le sue labbra si mossero, pronunciando un flebile “Anna?”. Il reparto riprese vita in un turbine di esami e consulti. I medici non riuscivano a spiegarsi il suo recupero. Il coma ipoglicemico prolungato avrebbe dovuto lasciare danni neurologici significativi, se non essere fatale. Invece, il signor Rossi, pur debole, rispondeva agli stimoli e sembrava non aver riportato conseguenze gravi. Marco, nel frattempo, viveva ore di angoscia, tormentato dal peso del suo errore. Era pronto ad affrontare le conseguenze disciplinari, consapevole di aver messo a rischio una vita. Fu convocato dal primario, il dottor Lombardi, un uomo severo ma giusto. Con sorpresa, il dottore non lo accolse con rimproveri, ma con un’espressione perplessa. “Infermiere Rossi,” iniziò il primario, la voce carica di stupore, “il signor Rossi si è risvegliato. Le sue condizioni sono inaspettatamente stabili. Non riusciamo a spiegarcelo.” Marco rimase senza parole. Un senso di incredulità si mescolava al sollievo. Come era possibile? Quando Anna raccontò del sogno di suo marito, dell’apparizione di Papa Wojtyła e delle caramelle, un mormorio di sorpresa si diffuse tra il personale infermieristico. La fede, in un luogo di scienza come l’ospedale, raramente trovava spazio nelle diagnosi, ma in quel caso sembrava l’unica spiegazione plausibile per un evento così straordinario.

Il signor Rossi si riprese gradualmente. Ricordava vagamente il buio, poi la luce e la figura sorridente che gli offriva le caramelle. Non sapeva se fosse stato un sogno o qualcos’altro, ma quella visione gli aveva lasciato una strana sensazione di pace e di ritrovata vitalità. Quando Marco, con il cuore che batteva forte, si presentò nella stanza del signor Rossi per scusarsi, l’uomo lo accolse con un sorriso indulgente. “Infermiere,” disse con voce ancora un po’ roca, “ho fatto un sogno strano. Ho incontrato un santo che mi ha offerto delle caramelle dolcissime. Forse… forse era un segno.” Le parole del signor Rossi colpirono Marco nel profondo. Non si sentì assolto, ma percepì una forma di comprensione che lo commosse. L’errore c’era stato, grave e imperdonabile, ma da quell’ombra era emersa una luce inesplicabile. La storia del paziente miracolato dopo l’errore dell’infermiere si diffuse rapidamente in ospedale, diventando un sussurro tra i corridoi, un aneddoto incredibile. Alcuni parlavano di miracolo, altri di una straordinaria coincidenza. Marco continuò il suo lavoro con maggiore attenzione e umiltà, consapevole della fragilità della vita e del peso delle sue azioni. Il signor Rossi tornò a casa, portando con sé non solo la guarigione fisica, ma anche il ricordo vivido di un sogno dolce e inaspettato. Ogni tanto, ripensava a quel sorriso gentile e al sapore zuccherino sulla lingua, un promemoria silenzioso di un confine sottile tra l’errore umano e qualcosa di inspiegabilmente più grande. E forse, in quel sapore dolce, trovava un senso di gratitudine per la vita, per la fragilità dell’esistenza e per le vie misteriose che a volte il destino, o la fede, possono intraprendere.

Seguici anche su:

  • CANALE TELEGRAM PRINCIPALE: LINK
  • Gruppo Telegram: Concorsi in Sanità – LINK
  • Gruppo Telegram: AssoCareNews.it – LINK
  • Gruppo Telegram: Infermieri – LINK
  • Gruppo Telegram: Operatori Socio Sanitari (OSS) – LINK
  • Gruppo Facebook: Concorsi in Sanittà – LINK
  • Pagina Facebook: AssoCareNews.it – LINK
  • Gruppo Facebook: AssoCareNews.it – LINK
  • Gruppo Facebook: Operatori Socio Sanitari – LINK
  • Gruppo Telegram: ECM Sanità – LINK
  • Gruppo Facebook: ECM Sanità – LINK

Per contatti:

Partner di AssoCareNews.it:

  • Avvisi e Concorsi OSS: LINK
  • Canale telegram: LINK
  • Ricerca lavoro OSS: LINK
  • Coordinamento nazionale Oss: LINK
  • OSS News: LINK
  • Mobilità e cambi compensativi OSS: LINK

Share this content:

Autore

  • AngeloRikyDelVecchio-1-copia Il sapore dolce del miracolo di Papa Wojtyła.

    Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

    Visualizza tutti gli articoli

Angelo Riky Del Vecchio è autore di oltre 20.000 articoli scritti in oltre 30 anni di carriera giornalistica. E' Infermiere Magistrale, Scrittore, Giornalista e Formatore. Ha diretto e fondato il quotidiano sanitario Nurse24.it e oggi dirige il quotidiano AssoCareNews.it. Ha la passione per la scrittura, la lettura e la formazione.

Potresti aver perso