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Lo Studio BENE: un grido d’allerta per il benessere degli Infermieri in Italia.

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Lo studio BENE (acronimo di BEnessere degli infermieri e staffiNg sicuro negli ospEdali), pubblicato il 13 dicembre 2023 sulla rivista ufficiale della Federazione Nazionale degli Infermieri (FNOPI), denuncia una realtà allarmante riguardante il benessere professionale degli infermieri in Italia. Questa ricerca, condotta dall’Università di Genova, offre uno spaccato della professione infermieristica in un contesto post-pandemico, evidenziando le gravi conseguenze non solo per i professionisti del settore, ma anche per i pazienti che ricevono assistenza.

Lo studio è stato condotto su un campione di infermieri operanti in 38 ospedali italiani tra giugno 2022 e luglio 2023. Con un’età media di 42,1 anni e una prevalenza femminile del 73%, i risultati sono preoccupanti: circa 99.000 infermieri, su oltre 165.000, soffrono di burnout, una condizione che compromette gravemente la qualità dell’assistenza e la sicurezza delle cure.

Il 59% degli infermieri intervistati ha riferito di essere molto stressato, mentre il 47,3% ha affermato di sentirsi privo di energia. Ulteriormente, oltre il 40% ha manifestato un elevato livello di esaurimento emotivo. La ricerca rivela un forte squilibrio tra vita lavorativa e personale, con il 45,4% degli infermieri che lamenta la mancanza di tempo per sé e per la propria famiglia. La frustrazione è tale che quasi la metà (45,2%) valuta di abbandonare la professione entro un anno.

L’emergenza sanitaria legata al Covid-19 ha avuto un impatto profondo sulla professione. Infatti, il 46,4% degli infermieri ha riportato livelli di stress molto elevati legati alla gestione di pazienti affetti da coronavirus. Questa insoddisfazione lavorativa è aggravata da stipendi ritenuti inadeguati dal 77,9% del campione e da limitate opportunità di crescita professionale, indicate dal 65,2%.

Le condizioni organizzative degli ospedali rappresentano un ulteriore punto critico. Solo il 3,2% degli infermieri ha valutato come “eccellente” la sicurezza del paziente nel proprio ospedale. Il 43,4% ha descritto l’ambiente di lavoro come “caotico e frenetico”, e la carenza di personale è stata identificata come la causa principale delle cure mancate nel 50% dei casi. Attualmente, ogni infermiere gestisce in media 8,1 pazienti, un carico ben al di sopra dello standard ottimale di 6, il che incide direttamente sulla mortalità ospedaliera.

Un confronto con dati precedenti, come quelli dello studio RN4CAST@IT del 2015, mostra un peggioramento della situazione: allora il rapporto era di 9,5 pazienti per infermiere, associato a un rischio di mortalità del 21% in più.

Barbara Mangiacavalli, presidente della FNOPI, sottolinea l’urgenza di riconoscere il lavoro infermieristico come usurante e di avviare riforme strutturali a lungo termine. Inoltre, l’indagine mette in luce una crescente disaffezione tra i giovani in formazione: molti abbandonano il percorso di laurea nei primi anni, scoraggiati dalle condizioni di lavoro riscontrate durante i tirocini.

In conclusione, lo studio BENE rappresenta un fondamentale punto di partenza per avviare una riflessione profonda sul futuro della professione infermieristica in Italia, evidenziando l’urgenza di interventi concreti per migliorare il benessere degli infermieri e la sicurezza dei pazienti.

Per ulteriori dettagli, puoi consultare l’articolo completo qui.

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