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Crisi Infermieristica in Italia: è allarme rosso.

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La sanità pubblica italiana si trova attualmente a un punto di rottura. La professione infermieristica, da sempre considerata un pilastro fondamentale dell’assistenza sanitaria, sta affrontando una crisi profonda, strutturale e, sfortunatamente, ignorata dalle istituzioni. È il momento di alzare la voce e far sentire il nostro allarme.

Una delle preoccupazioni maggiori è l’età media degli infermieri in Italia: oltre il 50% di loro ha più di 50 anni. Solo una ristretta percentuale, meno dell’8%, comprende giovani di età inferiore ai 30 anni. Con la maggior parte degli infermieri prevista in pensione entro i prossimi 10–15 anni, il sistema sanitario si trova in una situazione di precarietà, completamente impreparato a sostituirli.

A fronte di oltre 20.000 posti disponibili nei corsi di laurea in Infermieristica, le domande da parte degli aspiranti infermieri sono desolatamente scarse. In diverse città italiane, i posti rimangono non assegnati. La professione non riesce più a attrarre i giovani, oppressi dal peso di troppe responsabilità e da riconoscimenti scarsamente adeguati. Questo vuoto formativo è un segnale inconfutabile di crisi.

Le retribuzioni per gli infermieri sono poco più che indecorose, con stipendi lordi orari che variano tra i 13 e i 16 euro. Anche con indennità per turni notturni e festivi, raramente si superano i 25–30 euro all’ora. Questi valori, paragonabili a quelli di molti artigiani, non riflettono minimamente le enormi responsabilità, i carichi emotivi e i ritmi logoranti con cui ogni giorno gli infermieri si confrontano.

Il Ministero della Salute e il sistema universitario sembrano non accorgersi dell’urgenza della situazione. Si segnala una totale assenza di programmazione efficace:

  • Nessuna strategia di reclutamento mirata per attrarre giovani e talenti nella professione.
  • Nessun potenziamento dell’offerta formativa per formare un numero sufficiente di nuovi professionisti.
  • Nessun piano per garantire la sostenibilità e la dignità della professione.

Ogni anno, si stima che circa 30.000 infermieri vadano in pensione, mentre le lauree in Infermieristica non superano le 20.000. Questo saldo negativo sta diventando insostenibile, aggravandosi anno dopo anno.

Questa non è solo la crisi di una categoria, ma una crisi profonda della sanità pubblica italiana. Senza infermieri, molti reparti ospedalieri rischiano di chiudere, i servizi di assistenza si interrompono e i cittadini rimangono senza le cure necessarie. La situazione è allarmante, eppure lo Stato continua a rimanere in silenzio.

È giunto il momento per coloro che detengono responsabilità politiche e accademiche di smettere di ignorare questa emergenza. È necessario avviare un processo di pianificazione concreto per garantire un futuro alla professione infermieristica e alla sanità pubblica del nostro Paese. Il tempo è finito. È ora di agire!

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