12 Maggio: non è tempo di festa, ma di REAZIONE per gli Infermieri Italiani.
Oggi 12 maggio 2025, il mondo celebrerà la Giornata Internazionale dell’Infermiere, in ricordo della pioniera Florence Nightingale. Ma in Italia, quest’anno, ogni festeggiamento suonerà stonato, quasi irrispettoso. La realtà che la professione infermieristica sta vivendo è tutt’altro che gioiosa: una crisi profonda e senza precedenti che affonda le radici in anni di negligenza politica e istituzionale.
Salari da fame, futuro incerto.
Gli stipendi degli infermieri italiani sono tra i più bassi del mondo occidentale, una miseria che non riconosce il valore e la responsabilità di un lavoro cruciale per la tenuta del nostro sistema sanitario. A questa retribuzione inadeguata si aggiunge la quasi totale assenza di reali opportunità di carriera. Il percorso professionale è spesso bloccato, senza prospettive di crescita e riconoscimento delle competenze acquisite sul campo.
Laurea Magistrale: un ostacolo incomprensibile.
Anche l’accesso alla Laurea Magistrale, un passo fondamentale per la specializzazione e l’avanzamento professionale, rimane ostaggio di un incomprensibile numero chiuso. Questo non solo limita le ambizioni dei singoli professionisti, ma impoverisce l’intero sistema di competenze avanzate.
Vincolo di Esclusività: una catena insopportabile.
Come se non bastasse, il persistente vincolo di esclusività con l’azienda sanitaria di appartenenza impedisce agli infermieri di integrare i propri magri stipendi con altre attività professionali. Una restrizione anacronistica che penalizza ulteriormente chi dedica la propria vita alla cura degli altri.
Fuga di cervelli e vocazioni mancanti.
Le conseguenze di questa situazione disastrosa sono sotto gli occhi di tutti: un numero sempre maggiore di infermieri, demotivati e frustrati, sceglie di abbandonare la professione o di cercare fortuna all’estero, dove le loro competenze sono finalmente apprezzate e retribuite in modo dignitoso. Parallelamente, si registra un preoccupante calo di iscrizioni ai corsi di laurea triennale, segno che le nuove generazioni non vedono un futuroRoseo in questa professione vitale.
Basta indifferenza, è ora di far sentire la nostra voce!
Questo 12 maggio non sarà una festa, ma un momento di riflessione amara e, soprattutto, di presa di coscienza. Non possiamo più permettere che la politica e il governo continuino ad ignorare le nostre esigenze, mettendo a rischio la qualità del sistema sanitario e il benessere di milioni di cittadini.
È arrivato il momento di reagire con forza, di scendere in piazza, di far sentire il peso della nostra professione. Dobbiamo far “paura”, nel senso di risvegliare le coscienze e costringere le istituzioni ad affrontare seriamente la crisi infermieristica. Non chiediamo privilegi, ma il giusto riconoscimento per il nostro impegno, per la nostra professionalità, per la nostra umanità.
Questo 12 maggio non celebriamo, ma CI MOBILITIAMO. È tempo di far sentire la voce degli infermieri italiani.
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