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Ancora una volta, la professione infermieristica viene svalutata.

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Firmare un contratto implica conciliare le aspettative della maggioranza dei lavoratori, senza tuttavia svendere una professione al miglior offerente. La linea adottata avrebbe dovuto essere mantenuta con fermezza fino alla conclusione, a qualunque costo; in questo modo si sarebbe preservata la credibilità e, soprattutto, dimostrata umiltà nei confronti di coloro che operano quotidianamente e che ormai non riescono più a vivere dignitosamente, costretti ogni giorno a calcolare con attenzione le risorse economiche residue per arrivare alla fine del mese. Negli ultimi mesi, attraverso numerosi mezzi di comunicazione, abbiamo appreso delle difficoltà affrontate dai colleghi provenienti dal Sud che lavoravano al Nord e sono stati costretti a rientrare nelle regioni a causa dell’incapacità di sostenere le spese di mantenimento. Si tratta di lavoratori su turni che, rispetto ad altri, percepiscono un compenso leggermente superiore.

Numerosi colleghi, nonostante anni di sacrifici, incontrano difficoltà nel garantire la propria sussistenza fino alla fine del mese. Tale situazione contribuisce ad accrescere il senso di disaffezione nei confronti della professione. Diverse circostanze, intrecciate tra loro, mettono nuovamente in evidenza la mancanza di rispetto verso coloro che quotidianamente, con notevoli rinunce personali, si dedicano a offrire il proprio contributo e a portare conforto ai pazienti in difficoltà. La maggior parte degli articoli pubblicati finora ha sottolineato l’importanza di adeguare la retribuzione al costo della vita attuale; il miglioramento della remunerazione rappresenta un elemento fondamentale per rendere la professione maggiormente attrattiva. Non è accettabile un contratto simile in un momento storico caratterizzato da un aumento continuo del costo della vita, senza considerare l’incremento dei prezzi dei carburanti che incide direttamente sui costi generali. Vivere deve essere considerato un diritto universale e non un privilegio riservato a pochi.

Si è cercato di spostare l’attenzione su altri aspetti contrattuali che al momento non richiedono finanziamenti immediati, presentandoli come risultati storici. Quando, invece, è necessario garantire dignità alla vita delle persone, piuttosto che offrire importi irrisori privi di un reale valore. Gli infermieri, in quanto forza trainante dell’intero sistema sanitario, affrontano quotidianamente molteplici difficoltà, aggravate da problematiche familiari. Considerando che il sistema sanitario italiano sta progressivamente orientandosi verso il settore privato, l’assistenza sanitaria si configura sempre più come una questione complessa.

Tale atteggiamento denigra sia la persona che la professione. Piuttosto che operare con trasparenza e determinazione per il raggiungimento degli obiettivi comuni, si è preferito adottare strategie parziali volte a ottenere risultati immediati, mentre sarebbe stato necessario conseguire il successo complessivo. È essenziale auspicare che le nuove generazioni dimostrino solidità e spirito di coesione per affrontare l’uscita dal comparto pubblico, vera sfida per restituire dignità contrattuale a una professione spesso percepita come marginale nell’ambito del pubblico impiego. Solo attraverso questo percorso sarà possibile riconsegnare dignità professionale e contrattuale alla categoria infermieristica, garantendo piena applicazione all’articolo 2229 del Codice Civile, che definisce l’infermieristica come una professione intellettuale.

Provate a immaginare una sanità futura senza infermieri: come sarebbe l’assistenza sanitaria e con quali prospettive di cura. Fino a prova contraria, l’infermiere rappresenta il primo operatore con cui l’utenza entra in contatto ed è l’unico professionista sanitario che assicura una vigilanza continua, 24 ore su 24, sia nella somministrazione delle terapie sia nella vicinanza e nel rapporto umano con il paziente. Personalmente non riesco a immaginare un futuro senza infermieri.

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Autore

  • EmilioCariati Ancora una volta, la professione infermieristica viene svalutata.

    Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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