Una quotidianità caratterizzata dalla predominanza della violenza e della tecnologia
Viviamo in un’epoca segnata da un aumento costante della violenza, che non mostra segni di diminuzione; al contrario, si è diffusa in contesti precedentemente caratterizzati da episodi rari, come quello sanitario, dove quotidianamente vengono riportati comportamenti violenti su tutto il territorio nazionale, talvolta evidenziati dai media e dai social network. Nonostante la presenza di normative specifiche, la violenza persiste in modo preoccupante, non solo nel settore sanitario ma anche nella violenza di genere, con un incremento dei femminicidi che contraddice l’efficacia delle leggi esistenti.
Le cause di questa violenza sono multifattoriali, partendo dalla famiglia fino ad arrivare alla società sempre più frammentata. La famiglia non è più cementata da quei cinque valori fondamentali che sono alla base della sua esistenza: Amore, che è il primo valore che tiene unita la famiglia. Obbedienza, che non vuol dire sottomettersi a qualcuno ma piuttosto cercare di capire il buon senso del buon andamento delle regole. Per far ciò, bisogna essere d’esempio. La tolleranza, implica convivere tra pregi e difetti. Impariamo quindi a sviluppare la capacità di accettarci per quello che siamo e di migliorarci in ciò che ci può far vivere meglio. Il rispetto: il comportamento dell’uno non deve danneggiare l’altro. La responsabilità, implica il farsi carico del proprio vivere; significa anche occuparsi delle spese per far sì che tutti insieme abbiamo un unico fine, che è quello di vivere tutti nel modo più decoroso possibile. Essere una famiglia comporta rispetto continuo, ma soprattutto rendere partecipe sia all’economia familiare che alla gestione tutti i componenti, per cui è necessaria una comunicazione e un dialogo continuo non solo tra genitori ma anche tra genitori e figli. È inutile pensare, alla famiglia come alla prima agenzia educativa e, quindi, responsabile. La famiglia attuale c’è, ma manca nella sua stessa essenza: si convive non per formare e far crescere una famiglia, ma per un’unione finchè va bene; appena sorgono problemi, ognuno per sé, Dio per tutti. Talvolta, nonostante la buona volontà nel costruire una famiglia, persistono da entrambe le parti problematiche di varia natura che complicano il percorso, soprattutto in un periodo storico caratterizzato da difficoltà economiche che rendono arduo arrivare a fine mese. Paradossalmente, si discute di misure per la tutela delle famiglie senza considerare adeguatamente le reali condizioni quotidiane; ciò genera affermazioni che rischiano di ledere ulteriormente la sensibilità di coloro che quotidianamente si impegnano con grande sacrificio per vivere dignitosamente.
La scuola sembra trovarsi in una fase di stallo di fronte a questa nuova dimensione del vivere, senza accelerare l’adozione di un nuovo modo di interagire con gli studenti, mettendo invece l’accento su ciò che realmente qualifica la persona. Continua soltanto a manifestare preoccupazione dopo i numerosi eventi tragici che si susseguono da un capo all’altro della penisola, senza però assumere decisioni esecutive e immediate riguardo ai nuovi metodi per colmare queste lacune e contrastare l’eccessiva burocrazia presente nel sistema scolastico. L’obiettivo dovrebbe essere quello di qualificare al meglio lo studente, rendendolo non solo un cittadino consapevole, ma soprattutto contribuendo alla formazione di individui capaci di rappresentare in futuro non solo la propria famiglia, ma anche il senso di cittadinanza e appartenenza a una comunità. Non è più tollerabile una società permeata da tanta violenza, che si manifesta ovunque anche per motivi futili. È pertanto urgente rivedere i programmi didattici a tutti i livelli scolastici e colmare le attuali lacune territoriali, garantendo in particolare l’accesso continuativo e gratuito a figure professionali psicologiche sul territorio.
La società tende a mobilitarsi e sensibilizzarsi esclusivamente in occasione di eventi tragici, per poi progressivamente ritornare all’indifferenza. Le numerose manifestazioni di circostanza che animano strade, piazze e persino i social network per alcuni giorni dovrebbero invece tradursi in un impegno costante e duraturo. È pertanto fondamentale che tutte le istituzioni, senza eccezioni, indirizzino le proprie risorse e competenze al fine di garantire la presenza quotidiana dello psicologo con accesso libero su tutto il territorio nazionale, inclusi i centri di piccole dimensioni. Tale misura consentirebbe l’avvio di un percorso educativo finalizzato a ristabilire nella vita quotidiana contemporanea quei valori fondamentali oggi assenti o trascurati, contribuendo così a contenere l’escalation della violenza in crescita esponenziale tra le fasce d’età più giovani. Nonostante sia aumentata la consapevolezza riguardo a queste problematiche, la società nel suo complesso rimane ancora poco reattiva di fronte a tali tragici eventi. È indispensabile che le istituzioni competenti forniscano segnali concreti di ripristino della democrazia, contrastando efficacemente questo crescente fenomeno di violenza quotidiana. Inoltre, sui social media si evidenzia una carenza di risposte incisive e sanzioni adeguate volte a neutralizzare completamente coloro che si rendono responsabili di atti lesivi non solo nei confronti delle singole persone, ma dell’intera collettività.
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