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Infermiera in Burnout: ignorata e abbandonata.

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Il grido silenzioso di un’infermiera in burnout: trascurata dalla direzione, ignorata nelle richieste di aiuto.

Nel mondo della sanità, dove il benessere dei pazienti dovrebbe essere al centro di ogni decisione, è paradossale constatare come spesso il benessere degli operatori venga ignorato. È il caso di una collega infermiera che, con un post sui social, ha voluto denunciare la sua situazione di estremo disagio lavorativo, portando alla luce una realtà che molti operatori sanitari conoscono fin troppo bene.

Secondo quanto raccontato dalla stessa infermiera, il suo stato di burnout conclamato è ignorato nonostante diversi tentativi di comunicazione con la direzione. La professionista ha dichiarato di aver inoltrato, a partire dal 2021, ben cinque richieste di trasferimento dal reparto di degenza medica, un ambiente che ritiene ormai insostenibile per la sua salute psicofisica. Tuttavia, a oggi, nessuna delle sue richieste è stata accolta, e la situazione sembra essere rimasta invariata.

“Mi sento abbandonata,” scrive l’infermiera nel suo post. “Nonostante i colloqui, le richieste ufficiali e i certificati che attestano il mio stato di salute, la direzione non ha mosso un dito. Continuo a lavorare nello stesso reparto, nello stesso ambiente che ha contribuito al mio esaurimento.”

Le parole della collega sono un duro monito sulle condizioni di lavoro di molti operatori sanitari. Il burnout, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una sindrome legata allo stress cronico sul lavoro, può avere gravi conseguenze non solo per chi ne soffre, ma anche per la qualità dell’assistenza fornita ai pazienti. Nonostante ciò, sembra che molti dirigenti sanitari non siano ancora pronti a prendere sul serio il problema, lasciando che professionisti già logorati continuino a lavorare in condizioni insostenibili.

Il caso di questa infermiera non è isolato. Sempre più spesso, sui social e sulle piattaforme professionali, emergono testimonianze simili. Infermieri e operatori sanitari raccontano di essere costretti a lavorare in reparti dove la pressione, il carico di lavoro e la mancanza di personale rendono impossibile mantenere un equilibrio tra vita personale e professionale.

“Non cerco privilegi, chiedo solo di essere ascoltata,” continua il post. “Non posso più sostenere questi ritmi, ma sembra che la mia salute mentale e fisica non interessi a nessuno.”

La denuncia ha raccolto numerosi commenti di sostegno da parte di colleghi e cittadini, molti dei quali hanno espresso indignazione per la mancanza di attenzione da parte delle istituzioni sanitarie. Tuttavia, resta il fatto che il sistema sembra incapace o non disposto a rispondere in modo adeguato alle richieste di aiuto.

La storia di questa infermiera dovrebbe far riflettere tutti, dai dirigenti sanitari alle autorità competenti. Non si può continuare a ignorare il grido di aiuto di chi, ogni giorno, si prende cura della salute altrui. Un sistema sanitario che non tutela i propri operatori è un sistema destinato a fallire, con gravi ripercussioni per pazienti e professionisti.

È necessario un cambiamento, e deve avvenire subito. Non possiamo permetterci di perdere ulteriori risorse umane in un settore già afflitto da carenze croniche. Ma soprattutto, non possiamo continuare a ignorare il valore umano di chi dedica la propria vita alla cura degli altri.

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