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Assunzioni lampo nella sanità bolognese: trenta giorni per cambiare vita, la protesta degli infermieri.

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Un bando a tempo determinato dell’Ausl di Bologna impone tempi strettissimi per la presa di servizio, penalizzando chi già lavora nel pubblico e sollevando dubbi sulla reale attrattività dell’offerta.

Una nuvola di polemiche si addensa sul sistema sanitario bolognese in seguito alla pubblicazione di un bando congiunto per l’assunzione a tempo determinato di infermieri presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli, l’Azienda USL di Bologna, l’IRCCS Azienda Ospedaliero – Universitaria di Bologna Policlinico di Sant’Orsola e l’Azienda USL di Imola. A far discutere è la stringente tempistica imposta ai candidati vincitori: soli trenta giorni dalla richiesta dell’Amministrazione per presentare la documentazione necessaria e prendere servizio, pena l’esclusione dalla graduatoria.

La clausola, contenuta chiaramente nel bando pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna il 30 aprile 2025, sta generando forte preoccupazione e malcontento, soprattutto tra gli infermieri che già ricoprono un incarico a tempo indeterminato in altre strutture pubbliche. Per questi professionisti, infatti, rispettare il termine di trenta giorni significa dover avviare e concludere in tempi record la procedura per richiedere l’aspettativa prevista dai contratti collettivi nazionali di lavoro del comparto sanità. Un iter burocratico che spesso si scontra con tempistiche più lunghe e che, di fatto, rischia di escludere a priori candidati validi e con esperienza.

Il bando specifica che entro il termine perentorio, l’aspirante dovrà dichiarare di non avere altri rapporti di impiego pubblico o privato, fatta salva la possibilità di richiedere l’aspettativa. Tuttavia, la brevità del termine rende questa opzione estremamente complicata da concretizzare in tempo utile.

Le perplessità non si fermano qui. Se da un lato l’urgenza di personale infermieristico è una problematica nota nel sistema sanitario, dall’altro l’imposizione di tempi così ristretti per un contratto a tempo determinato solleva interrogativi sull’effettiva capacità attrattiva dell’offerta. Molti professionisti potrebbero essere restii a lasciare un posto di lavoro stabile per un’opportunità temporanea, con il rischio di rimanere esclusi da un bando successivo qualora non si concretizzasse un’ulteriore stabilizzazione.

Tra le altre condizioni previste dal bando, si segnalano la necessità di essere in regola con le vaccinazioni obbligatorie e la disponibilità ad operare presso tutte le strutture presenti sul territorio dell’Amministrazione reclutante. L’Amministrazione si riserva inoltre la facoltà di prorogare, sospendere, modificare, revocare o annullare il bando per motivi di pubblico interesse o in presenza di vincoli legislativi.

Mentre i termini per la presentazione delle domande scadono il 15 maggio 2025, resta aperto il dibattito sull’equità e l’efficacia di una selezione che, per la sua fretta, rischia di penalizzare proprio quei professionisti che il sistema sanitario avrebbe maggiore interesse ad attrarre e trattenere. La speranza è che le preoccupazioni sollevate portino a una riflessione sulle modalità di reclutamento, al fine di garantire processi più inclusivi e rispettosi dei tempi necessari per chi desidera mettersi al servizio della comunità.

Il bando:

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