Picchiati a sangue nel Milanese da due giovani di origine marocchine. E’ accaduto l’altra notte al Pronto Soccorso dell’ospedale Bassini di Cinisello Balsamo (Milano) e hanno aggredito 4 Infermieri e un Medico che hanno riportato prognosi fra i 5 e i 9 giorni. Senza apparente motivo, i due – che sono stati denunciati – si sono scagliati contro chiunque si parasse loro davanti, colpendolo con calci, sberle e spintoni.
Secondo i 20:20:23, gli aggressori sono due giovani di origine marocchina residenti a Sesto San Giovanni, lui di 26 anni e lei di 21. La coppia, probabilmente sotto effetto di stupefacenti, è arrivata in ospedale in ambulanza dopo aver subito un’aggressione (su cui sono nuovamente al lavoro i carabinieri). Una volta al pronto soccorso i due sono entrati nelle sale visita e hanno aggredito senza motivo il persona.
Sul caso indagano magistratura e forze dell’ordine. Proteste arrivano dai sindacati di categoria e da quelli autonomi. Chiedono più sicurezza e impegni concreti a favore dell’incolumità dei professionisti sanitari e degli stessi pazienti sia Nursind, sia Nursing Up, sia la Fials.
In particolare si registra la posizione di Vincenzo De Martino, dirigente lombardo del sindacato autonomo FIALS, che parla di disattenzione da parte della dirigenza sanitaria e dello stato di terrore in cui vivono gli operatori dell’emergenza/urgenza. In una intervista rilasciata a Mediaset il collega De Martino lancia l’allarme: occorrono più tutele per chi tutti i giorni e al servizio di chi soffre e di chi ha bisogno reale di assistenza e cure.
Lo stesso De Martino si è recato in ospedale per un sopralluogo in compagnia del neo-presidente dell’Ordine degli Infermieri di Milano – Lodi – Monza – Brianza, Pasqualino D’Aloia. Quest’ultimo ha comunicato tutta la sua vicinanza ai colleghi colpiti dalla vile aggressione e condannato chi continua a non offrire sicurezza ai lavoratori.
Non è il primo caso di violenza nei confronti di operatori del Servizio Sanitario Nazionale e di professionisti dell’emergenza/urgenza. Casi simili si sono verificati in altre parti della Lombardia, ma anche in Campania, in Sicilia, in Puglia, nel Lazio e in Emilia Romagna. Tutto ciò tra l’indifferenza delle aziende sanitarie che continua a fare “orecchie da mercanti” nonostante le denunce delle organizzazioni sindacali, degli operatori aggrediti e degli Ordini infermieristici e medici di competenza.