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OSS: non è solo questione di divisa.

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Non è solo una divisa.
È un segno indelebile di tutto ciò che abbiamo vissuto.
Un simbolo che parla, anche quando noi restiamo in silenzio.
Leggi bene… perché in queste parole potresti trovare anche un pezzo della tua storia.

Su questa divisa c’è l’ultimo tocco tremante di una mano che si spegne.
La stretta di chi si aggrappa alla vita e trova in noi l’ultima speranza.
C’è il primo respiro strappato al silenzio, e l’ultimo sguardo che ci resta dentro per sempre.

Su questa divisa si sono posati insulti, rabbia, incomprensioni.
Ma anche sguardi pieni di gratitudine, sorrisi che non dimenticheremo mai, abbracci che ci hanno tenuto in piedi quando eravamo stanchi di tutto.

Questa divisa ha assorbito lacrime, sudore, paure, preghiere.
Ha attraversato turni infiniti, rinunce personali, Natale lontano da casa, compleanni saltati, figli addormentati senza un bacio della buonanotte.

Su questa divisa ci sono storie che nessuno legge, ma che ci portiamo sulla pelle.
Colleghi che sono diventati fratelli e sorelle, risate per non crollare, silenzi condivisi nei corridoi.
E poi il dolore… quello che ci insegna, che ci cambia, ma non ci piega.

Questa divisa non è solo tessuto.
È memoria viva.
È una scelta ripetuta ogni giorno: esserci, anche quando fa male. Anche quando nessuno ci dice grazie. Anche quando il mondo non vede.

E dentro tutto questo… c’è il cuore.
Un cuore che batte per chi non ce la fa.
Che si spezza, che si rialza.
Che ama, sempre.
Anche quando nessuno lo vede.
Anche quando nessuno lo capisce.
Anche quando fa troppo rumore… il silenzio.

Per chi come me ci crede.

Matteo Lucio Maiolo, OSS

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