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Una Sanità che cambia, ma solo sulla carta.

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Negli ultimi anni, in particolare a seguito della pandemia da Covid-19, le autorità politiche e i tecnici collaboratori hanno riconosciuto la necessità di riformare il sistema sanitario al fine di rispondere in modo più adeguato alle esigenze epidemiologiche e, soprattutto, ai bisogni dei cittadini. In sintesi, si prevede la creazione di strutture e presidi territoriali quali le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità, potenziando così l’assistenza domiciliare; inoltre si promuove lo sviluppo della telemedicina con una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari.

La Casa della Comunità è rivolta principalmente ai pazienti affetti da patologie croniche, costituiscono il modello organizzativo dell’assistenza di prossimità destinata alla popolazione. Questa struttura ospiterà un team multidisciplinare composto da medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialisti, infermieri di comunità e altri professionisti sanitari, includendo anche assistenti sociali. La presenza degli assistenti sociali all’interno delle Case della Comunità rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali e ne favorirà una maggiore integrazione con la componente sanitaria-assistenziale. Le strutture saranno operative 24 ore su 24, sette giorni su sette, rappresentando un punto di riferimento fisico facilmente accessibile ai cittadini per rispondere alle necessità di assistenza sanitaria e socio-sanitaria.

L’Ospedale di Comunità – Gli Ospedali di Comunità sono strutture sanitarie dedicate a pazienti che necessitano di interventi a bassa intensità assistenziale. Si tratta di strutture di ricovero facenti parte dell’Assistenza Territoriale, dotate di 20 posti letto, che svolgono una funzione intermedia tra l’assistenza domiciliare e il ricovero ospedaliero. Tali strutture mirano a evitare ricoveri ospedalieri non necessari o a favorire dimissioni protette verso ambienti più idonei alle specifiche esigenze sociosanitarie del paziente, al fine di garantire la stabilizzazione clinica, il recupero funzionale e dell’autonomia in contesti più prossimi al domicilio.

La Centrale Operativa Territoriale, svolge un ruolo fondamentale nel coordinamento della presa in carico del paziente, fungendo da punto di raccordo tra i servizi e i professionisti coinvolti nei diversi contesti assistenziali. È presente in ciascun distretto territoriale con la responsabilità di coordinare i servizi domiciliari con gli altri servizi sanitari, garantendo l’interfaccia con le strutture ospedaliere e la rete di emergenza-urgenza.  Attualmente in alcune regioni non c’è sincronismo e sinergia tra PUA UVM e COT.

L’Infermiere di Famiglia e Comunità rappresenta la figura professionale di riferimento per l’erogazione dell’assistenza infermieristica a vari livelli di complessità, operando in stretta collaborazione con tutti i professionisti presenti nella comunità di appartenenza.

Ad oggi, tuttavia, tali strutture e figure professionali risultano ancora poco visibili sul territorio, in particolare l’infermiere di famiglia, che potrebbe svolgere un ruolo fondamentale se effettivamente presente.

L’altro aspetto della nuova organizzazione è   la digitalizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, con particolare attenzione al rinnovo e all’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche e digitali esistenti, nonché all’utilizzo dei sistemi informativi per garantire un’adeguata erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Quanto sopra descritto, qualora trovasse effettiva applicazione, potrebbe rappresentare un modello innovativo di assistenza territoriale, basato sull’integrazione delle diverse figure socio-sanitarie per rispondere a una domanda complessa in ambito sanitario; sul rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata; sulla garanzia di uniformità nelle risposte tra le regioni; sul potenziamento delle infrastrutture tecnologiche e digitali; nonché sullo sviluppo di competenze professionali avanzate e specialistiche tra i vari operatori sanitari, inclusi medici – con particolare riferimento alle cure primarie -, infermieri, fisioterapisti, assistenti sanitari e sociali.

Tuttavia, il processo di miglioramento auspicato sembra indebolirsi ad ogni intervento modificativo, come evidenziato dalle procedure relative alle liste d’attesa e alla classificazione delle urgenze tramite codici colore al Pronto Soccorso, dove i risultati ottenuti non hanno corrisposto alle aspettative. In questo cambiamento è stata trascurata una componente essenziale: il personale.

Negli ultimi anni si è registrato un significativo silenzio riguardo alle aspettative avanzate dal personale, soprattutto quello infermieristico. Tant’è che solo in occasione del rinnovo contrattuale vengono cristallizzate le richieste di adeguamento salariale in linea con l’aumento del costo della vita, ma incontrano notevoli difficoltà nel loro soddisfacimento.

È indispensabile riconoscere che l’investimento nel capitale umano costituisce il pilastro fondamentale su cui si basa il sistema sanitario; senza questo presupposto si rischia di realizzare strutture destinate a risultare inefficaci. Inoltre, occorre considerare che numerose regioni italiane stanno perdendo competitività, mentre molti giovani qualificati, dopo aver completato il loro percorso formativo, scelgono di emigrare all’estero alla ricerca di migliori opportunità professionali.

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Autore

  • EmilioCariati Una Sanità che cambia, ma solo sulla carta.

    Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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Infermiere di professione, nel tempo libero si dedica alla scrittura di riflessioni sulla vita, ispirate in gran parte dalla sua esperienza lavorativa. Il contatto quotidiano con la sofferenza e il disagio umano gli permette di osservare una società che, nonostante i suoi progressi, appare spesso lontana dalla vera civiltà. Ha pubblicato due libri: "Strade senza cuore, gente senza amore" e "Quando la malattia diventa un optional". Inoltre, ha scritto numerosi articoli per quotidiani e riviste.

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