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Turni notturni massacranti: Infermieri “invecchiati” prematuramente. L’allarme del Nursing Up.

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Turni notturni prolungati, riposi insufficienti e pronta disponibilità abusata stanno logorando la salute degli infermieri italiani. Il sindacato Nursing Up lancia un grido d’allarme, citando studi scientifici che collegano il lavoro notturno a un invecchiamento precoce e un rischio aumentato di malattie. La carenza di personale, che supera le 175mila unità, rende la situazione insostenibile.

Il sistema sanitario italiano sta letteralmente “consumando” i suoi infermieri. È il drammatico quadro dipinto dal sindacato Nursing Up, che denuncia condizioni di lavoro insostenibili che portano a un logoramento profondo e precoce del personale.

Infermieri in tutta Italia sono costretti a sostenere due, a volte anche tre notti consecutive di lavoro, con riposi spesso solo “sulla carta” e rientri rapidi in reparto. Questa routine massacrante non solo provoca un evidente invecchiamento precoce, ma aumenta anche il rischio di errori e spinge molti professionisti all’abbandono della professione.

Dati Choc: Lavoro Notturno e Invecchiamento Precoce.

Le preoccupazioni del Nursing Up non sono infondate, ma supportate da evidenze scientifiche. Studi condotti da prestigiose istituzioni come il Karolinska Institutet e il Nurses’ Health Study confermano che i turni notturni prolungati possono ridurre l’aspettativa di vita sana e anticipare l’età biologica fino a 9 anni.

Ancor più allarmante è la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha definito il lavoro notturno come “probabilmente cancerogeno”. Questo significa che chi lavora regolarmente di notte potrebbe avere un rischio maggiore di sviluppare tumori, a causa dell’alterazione del ritmo circadiano e della riduzione della melatonina, un ormone con funzioni protettive per l’organismo.

Riposi Mancati e Pronta Disponibilità Abusata

Nonostante la legge consenta i turni notturni consecutivi, le condizioni in cui avvengono sono spesso disumane. Anche quando le 11 ore di riposo previste vengono formalmente rispettate, nella realtà gli infermieri riescono a dormire solo 2-3 ore. In queste precarie condizioni psicofisiche, sono poi costretti a tornare in reparto o a rimanere reperibili per coprire ulteriori assenze.

Un’altra piaga è l’abuso della pronta disponibilità, che da misura eccezionale è diventata una routine. Nel 2023, alcuni operatori hanno svolto fino a 15 turni mensili di pronta disponibilità, a fronte dei 7 previsti dal contratto, il tutto per un compenso irrisorio di 20 euro lordi a turno.

Pronto Soccorso al Collasso: Rischio Clinico Altissimo

La situazione nei Pronto Soccorso italiani è particolarmente critica. Si arriva a gestire fino a 13 pazienti per infermiere, un numero ben oltre il massimo indicato dall’OMS di 6 pazienti per operatore. Una condizione che comporta un rischio clinico altissimo e mette a repentaglio la sicurezza sia dei pazienti che del personale.

Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, lancia un accorato appello: «I nostri infermieri vengono spremuti come limoni giorno e notte. Diciamo basta con lo sfruttamento: chiediamo assunzioni, rispetto dei contratti, ritmi sostenibili e retribuzioni dignitose.»

La carenza strutturale di personale, che ha superato le 175mila unità, rende urgente un intervento da parte dello Stato per salvaguardare la salute degli infermieri e la qualità dell’assistenza offerta ai cittadini.

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