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venerdì, Aprile 19, 2024
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Studenti Infermieri: cronaca del primo esame. Una tragedia emotiva!

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Emozione, confusione, buio improvviso della memoria.

Iniziamo il nostro percorso universitario, al CDL in Infermieristica nel mio caso, consapevoli del fatto che affronteremo tanti esami, tante difficoltà, tanti momenti di sconforto e di grande paura per quel giudizio che deciderà se potremmo andare avanti o se ci darà la consapevolezza che per noi non è la strada migliore. Passiamo i primi tre mesi a seguire delle lezioni e ad orientarci in questo nuovo mondo, ci abituiamo a quelle persone che vedremo tutti i giorni e con cui passeremo del tempo quotidianamente.

Si creano quei gruppetti che ti fanno pensare magari loro sono più bravi di me, quindi io mi devo cercare il gruppo giusto per me. Creiamo un gruppo dove scambiarci il materiale didattico e anche qualche battuta persmorzare la serietà che richiede l’università.

Abbiamo un continuo rapporto con Infermieri Coordinatori, Infermieri che insegnano e Medici che vengono ad insegnare ciò su cui noi lavoreremo un giorno.

Arriva il giorno prima dell’esame e già si inizia a sentire quell’aria di paura che vaga per l’aula. Ascolti persone che iniziano a chiedersi: “Ma che domande farà il docente? Cerchi studenti degli anni successivi per chiedergli come si era comportato con loro il docente l’anno precedente.

Quei ragazzi che ti guardano consapevoli delle tue emozioni, ma che devono perforza dirti di stare tranquillo che sarebbe stato l’esame più semplice del corso.

Tu rientri in aula con la certezza che hai paura e che non ti fidi di quello che ti hanno detto pochi secondi prima.

Io ho preparato quell’esame come so fosse l’esame più importante della mia vita, hopreparato una tesina, ho preparato bene un discorso su tutti gli argomenti che il professore aveva spiegato in tre mesi di lezione.

Ho chiamato la mia amica dell’università e ci siamo interrogate per ore interminabili. Abbiamo fatto le 2 del mattino ad ascoltare le nostre voci che continuavano a ripetere le stesse cose, senza mai fermarci.

Arrivata la mattina dell’esame, la maggior parte di noi si ritrova in un bar vicino l’università per fare una bella colazione tutti insieme.

Ci si saluta, ci si guarda negli occhi e ci si chiede chi abbia più paura dell’esame. Tutti noi diciamo sempre la solita frase “Non so nulla, verrò bocciato”. Qualcuno coraggioso che ti dice di stare tranquillo lo trovi sempre, ma non ci fideremo mai di questa affermazione detta la mattina del primo esame.

È ora di entrare in aula e di prepararsi a dare il meglio. Entra il docente e il cuore inizia a fare dei giochi strani nel corpo. Il mio non batteva forte, il mio ha rallentato e mi ha dato una forte sensazione di nausea, sudorazione improvvisa e sete molta sete. Alcuni miei colleghi si mettevano la mano sul petto per sentire tra di loro quanto fossero agitati.

“Buongiorno ragazzi, ci accomodiamo e il responsabile di aula venga ad estrarre la lettera. Partiremo dalla lettera estratta e proseguiremo in ordine alfabetico”.

Mi alzo, sono io la responsabile d’aula, vado verso la cattedra ed ho tutti gli occhi deimiei colleghi che mi pregano, ma non so per cosa.

L’esame ha inizio, va il primo che uscendo fa un sorriso e ti dice, è una cavolata state tranquilli. Tu vai vicino al tuo collega e inizi a fare duemila domande su cosa gli abbia chiesto, lui ti dice cosa gli ha chiesto, ma tu continui a fare domande come se non capissi.

In realtà è l’agitazione che non ti fa rimanere nel razionale dell’esame e cercherai sempre l’impossibile in ogni domanda posta dal docente.

Arriva il tuo turno e vorresti che qualcuno andasse al tuo posto, ma vai ti siedi consegni la tua tesina e il docente ti fa la prima domanda, poi la seconda e così via.

L’esame finisce nel momento in cui tu che sei seduto lì razionalizzi che hai studiatobene oppure non hai studiato abbastanza.

Quasi sempre noi studenti sappiamo se un esame è andato bene o male e senza sapere il giudizio ci alziamo consapevoli del nostro risultato.

Dal momento che l’esame è finito la sensazione è di vuoto totale quando non siamostati brillanti e lo sappiamo o benessere assoluto quando siamo consapevoli che abbiamo risposto in maniera ottimale a tutte le sue domande. Usciamo dall’aula e raggiungiamo i nostri colleghi all’esterno per un confronto post-esame.

Cerchiamo di capire se qualcuno è stato bocciato per cercare di dare conforto, ma sappiamo che chi viene bocciato non ha nessuna voglia di relazionarsi con personeche hanno superato l’esame.

Queste sono le emozioni che condividiamo il giorno del primo esame universitario di scienze infermieristiche.

Il mio primo esame è stato Storia della medicina e ad oggi posso dire che i ragazzi degli anni successivi che continuavano a dirci che sarebbe stato l’esame più facile, infondo avevano ragione.

Questa mia prima esperienza ha avuto luogo presso la sede di Tor Vergata (Ostia) Scienze Infermieristiche. Attualmente sono iscritta al secondo anno di Infermieristica.

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