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Tirocinio in Assistenza Infermieristica Domiciliare. I battibecchi tra Studente Infermiere e sua Tutor.

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Tratto da una storia vera di tirocinio al Corso di Laurea in Infermieristica di Rimini e Cesena. Ecco una vicenda realmente accaduta.

Dalla mia esperienza di Tirocinio in Infermieristica presso l’Assistenza Domiciliare Integrata a Riccione è scaturito due anni fa un servizio apparso su un altro quotidiano infermieristico, che ho diretto fino al 2016.

Oggi ripropongo quel servizio aggiornandolo alla situazione contingente e presentandovi in realtà Loredana, nome reale della mia tutor con la quale abbiamo affrontato un periodo complicato, ma dalla quale ho appreso tantissimo soprattutto per ciò che concerne l’assistenza alla Persona al domicilio. Sono poi diventato, a mio parere, anche grazie a lei, un professionista serio e rispettoso della sofferenza.

Loredana, che non approverà sicuramente questo servizio, è una delle Infermiere più preparate che abbia mai conosciuto nella mia storia da Studente e da Professionista della Salute.

Con lei abbiamo discusso per un mese, di politica, di rapporti tra “terroni” e “polentoni”, di dimensione dell’umano e di minutaglie dell’assistenza domiciliare. E si perché le cure a casa del Paziente in Italia e in Romagna sono essenzialmente legati al rapporto minuti-prestazione: devi correre, se tardi sei fregato ed è fregato il tuo paziente!

Se ci metti troppo tempo per un prelievo a quello successivo ce ne devi impiegare la metà e non hai scampo altrimenti rischi di arrivare tardi, di non consegnare in tempo le provette e di beccarti un richiamo disciplinare. E se buchi per strada? Nessun problema ne paghi comunque le conseguenze perché dovevi stare più attento.

L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) di Riccione è, come noto, tra le strutture più importanti ed operative dell’Azienda Unità Sanitaria Locale Romagna (AUSL Romagna). In ADI spesso vengono inseriti gli Studenti di Infermieristica del secondo o terzo anno per una esperienza di tirocinio affascinante e per certi aspetti irripetibile.

Nel precedente servizio parlavano di uno studente dell’ultimo anno del Corso di Laurea in Infermieristica dell’Università degli Studi di Bologna – Sede di Rimini che raccontava la sua esperienza con Loredana.

Quella che vi racconteremo è la nascita di una grande amicizia professionale a bordo della Panda Bianca sfrecciando a 100 all’ora.

L’esperienza di tirocinio in  Assistenza Domiciliare  ti forma per tutta la vita professionale. Purtroppo non a tutti gli studenti capita questa occasione; quei pochi fortunati che riescono ad essere inseriti, per un breve periodo formativo, presso l’ADI si prospetta quasi sempre una soluzione lavorativa post-laurea che li spinge verso la Libera Professione o comunque a lavorare, dove possibile, nell’ambito del Wound Care e dell’assistenza a casa del paziente.

Oggi chi scrive è un Infermiere già formato, che durante lo Corso di laurea era costretto a lavorare anche di notte per mantenersi agli studi. Capitava anche quando ero in tirocinio all’ADI riccionese, dove fin dal primo giorno fui affidato a Loredana, infermiera di vecchia scuola, romagnola e un po’ diffidente nei confronti degli studenti provenienti dal Meridione d’Italia.

Il clima non è mai stato sereno tra noi due, ma alla fine l’appartenere alla stessa Famiglia Infermieristica ha fatto la differenza.

Il tirocinio in ADI ti porta a vivere la tua esperienza formativa a bordo di una sgangherata Panda bianca, sfrecciando a velocità folli lungo strade impervie di collina (in qualsiasi condizione meteorologica). Il territorio di cui parliamo è quello della bassa Romagna. Le attività assistenziali da garantire in prevalenza di mattina sono tante e i pazienti pure. Occorre programmare il lavoro settimanalmente e non permettersi di giungere al domicilio dell’utente senza i giusti presidi.

Cosa non deve mai mancare nella borsa di lavoro dell’Infermiere dell’ADI?

Bella domanda. Sicuramente ci deve sempre essere:

  • disinfettante per le mani;
  • materiale per infusione farmaci e nutrizione parenterale;
  • materiale per infusione enterale;
  • materiale per prelievo ematico: aghi, cerotti di carta, raccordi, provette, laccio emostatico, cotone per disinfettare, disinfettante ed altro;
  • materiale per medicazioni: disinfettanti, medicazioni avanzate, garze sterili, fasce e garze elastico-compressive, soluzione fisiologica sterile, ecc.;
  • contenitori per i rifiuti biologici e per i taglienti;
  • materiale per cateterismo venoso, cateterismo vescicale, raccolta campioni biologici di varia natura;
  • materiale per gestione tracheostomie, Peg e drenaggi;
  • materiale per la disinfezione e la gestione di stomie uro-intestinali;
  • dispositivi di protezione individuale: guanti, visiere, occhialini, camici ed altro;
  • materiale per campo sterile;
  • altri presidi: siringhe di varia natura, aghi per accessi venosi, forbici, forbici sterili, pinze sterili, sonde rettali, sondini d’aspirazione, sondini naso-gastrici ed altro.”

L’Assistenza Domiciliare Integrata, specifichiamo, è un Servizio che offre l’Azienda USL Romagna. Esso fornisce prestazioni sia sanitarie che socio-assistenziali. Si avvale di un gruppo di lavoro multi-professionale: Medico di Medicina Generale, Medico Specialista, Infermiere, Fisioterapista, Assistente Sociale ed Assistente di base (oltre ai volontari che il più delle volte appartengono a strutture organizzate convenzionate).

L’obiettivo dell’ADI è quello di assistere e curare le persone non auto-sufficienti direttamente a casa, favorendo il recupero delle capacità residue di autonomia e di relazione. Per tutti gli utenti viene realizzato un piano individualizzato di assistenza.

L’ADI assiste pazienti che vanno dalla fascia pediatrica a quella geriatrica, portatori di patologie oncologiche, patologie croniche ed altro.

In altre parole si tratta di un Servizio infermieristico a domicilio per utenti non trasportabili.

Gli Infermieri che vi lavorano si occupano di:

  • cura e gestione delle lesioni cutanee (vascolari, da pressione, neurologiche, chimiche, fisiche, ecc.);
  • nutrizione assistita (parenterale ed enterale);
  • prelievi ematici, urine, tamponi ed altre indagini;
  • emotrasfusione (con la presenza del medico);
  • farmaci infusivi;
  • cateterismo vescicale;
  • formazione del care-giver e dei familiari;
  • fornitura di apparecchiature sanitarie.

Nell’ambito delle attività dell’Asl vi è anche quella dell’Assistenza infermieristica, un servizio dell’Ausl Romagna ha messo in piedi in collaborazione con altri servizi. Ecco permette a tutti i cittadini che ne hanno effettivo bisogno di farsi curare a domicilio mediante programmi mirati e personalizzati. Così facendo si evitano inutili ricoveri in Ospedale o nei centri di cura.

Ci sono due tipi di Assistenza Domiciliare Integrata:

  • semplice: prestazioni infermieristiche o riabilitative più semplici, come medicazioni, prelievi ematici o cambi di catetere, ed è rivolta a persone parzialmente non autosufficienti (anziani e portatori di patologie inabilitanti croniche);
  • complessa: si tratta di un insieme di cure mediche, infermieristiche, riabilitative e assistenziali che riguardano utenti gravemente debilitati e non autosufficienti; per queste persone gli interventi diventano più complessi, per cui occorre lavorare in squadra.

I pazienti a domicilio, molti dei quali sto gestendo privatamente anche se non in Emilia Romagna sono affetti da patologie che richiedono interventi assistenziali da parte di Infermieri veramente esperti che sappiamo utilizzare ogni presidio e si sappiano muovere adattandosi ad ogni circostanza.

Se un Paziente o una Famiglia ne ha bisogno chi attiva il servizio ADI?

L’Assistenza Domiciliare Integrata è attivata dal Medico di Famiglia, dagli Ospedali o dalla Case di Cura Private convenzionate e non; non in tutte le regioni è così sviluppata, l’Emilia Romagna è un’isola felice, non si può dire la stessa cosa per altri Servizi Sanitari Regionali.

Perché litigavo con Loredana?

Essenzialmente per motivi politici e razziali. Lei votava Lega Nord e odiava le persone che come me venivano dal Sud o almeno credevo così. In realtà poi si è dimostrata una persona totalmente diversa, innamorata del suo lavoro e dei suoi pazienti, perfettamente organizzata e consapevole dei sui pregi e difetti professionali. Da lei ho imparato quasi tutto quello di cui mi occupo oggi. Correva come una forsennata e perché doveva arrivare un po’ prima del previsto dagli utenti, di solito una decina al giorno. Nulla doveva essere lasciato al caso e prima di partire per il tour della bassa Romagna bisognava revisionare tutte le cartelle degli assistiti di quel giorno, in modo da preparare tutto il materiale occorrendo e prevedendo anche un po’ di scorta. Lei odiava i Pugliesi e poi ho capito perché: semplicemente perché aveva avuto una relazione sentimentale con un mio conterraneo che l’aveva mandata in tilt. A volte basta chiarirsi. Comunque rifarei questa esperienza di tirocinio per mille volte ancora. Ultima cosa, quasi tutti gli assistiti avevano origini pugliesi e per Agata sembrava una maledizione! Io e lei siamo diventati poi soci in affari e abbiamo messo su una struttura che è poi diventata l’attuale azienda che dirigo.

Oggi però le cose sono cambiate e il panorama politico italiano si è modificato dal profondo, con vecchie ideologie e vecchi governanti che oramai non ricorda più nessuno.

A Loredana sono capitati altri studenti del Sud, ma da allora ha cambiato atteggiamento nei loro confronti. Anche questo è crescere professionalmente!

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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