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Professioni sanitarie e occupazione, AlmaLaurea: vince la libera attività

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Professioni sanitarie e occupazione, AlmaLaurea: vince la libera attività.

Diventare Professionisti Sanitari in Italia continua ad essere un’ottima scelta per chi vuole intraprendere l’attività assistenziale diretta o indiretta negli Ospedali pubblici e privati, sul territorio o in regime di libera professione. E’ quanto emerso nei giorni scorsi al temine della presentazione del XX rapporto annuale del Consorzio Alma Laurea di Bologna presso l’Università degli Studi di Torino. Cresce significativamente l’occupazione tra gli Infermieri.

Continua il trend positivo dell’occupazione per le professioni sanitarie e scatta la rincorsa ai livelli di 5-6 anni fa, con circa il 71% dei laureati che a un anno dal conseguimento del titolo ha già un lavoro. 

Un rapporto che monitora tutti gli Atenei (manca ancora purtroppo solo l’Università Cattolica) e su tutte le aree disciplinari riscontra un continuo incremento del tasso occupazionale: dal 65,8% del 2013, al 66,6% del 2014, al 68,2% del 2015 e all’attuale 71%, con aumento di ben 4,3 punti percentuali.

Consultando i dati sul sito www.almalaurea.it si rileva che (tabella 1) per i 19.650 laureati delle professioni sanitarie del 2015, rispetto ai 15 mila laureati che hanno risposto all’indagine si registra un incremento del tasso occupazionale con +4,3 punti percentuali, essendo salito al 71,0% rispetto al 66,7% dello scorso anno, quando già si era registrato un primo aumento del 3,3 punti percentuali sull’anno precedente.

Aumenta, anche se in misure inferiori, con +2,6% punti percentuali, il tasso occupazionale generale sul totale di quasi 156 mila laureati delle varie aree disciplinari, di cui hanno risposto quasi 120 mila, passando dal 38,2% dello scorso anno all’attuale 40,8%.

Per effetto di questi risultati si conferma ancora una volta per le professioni sanitarie il primo posto assoluto fra i vari gruppi disciplinari (tabella 2)

Resta in ogni caso la diminuzione rispetto a 10 anni fa, per -16 punti percentuali, dall’87,0% del 2007 al 71,0% del 2016, mentre era al 66,7% nel 2015. Ma la situazione è diversificata fra le quattro aree, con significativo aumento di +4,5 punti percentuali per infermieristica, che sale così dal 67,8% del 2015 al 72,3%, proseguendo l’aumento di 5,5 punti percentuali fra il 2014 e il 2015.

Analogo incremento, seppure in proporzioni minori, riguarda con 2,4 punti percentuali in più, l’area della riabilitazione che sale dal 80,8% del 2015 al 83,2% attuale. Stessa situazione per l’area tecnica, con incremento di +3,8 punti percentuali, passando dal 51% del 2015 al 54,8%. Ancora più alto è l’aumento per l’area della prevenzione con +4,3 punti percentuali, risalendo dal 45,4% del 2015 all’attuale 50,8%.

Le 22 professioni sanitarie

Analizzando in dettaglio le 22 professioni sanitarie sugli ultimi dati del 2016 (tabella 3), si confermano per l’alto tasso occupazionale ai primi cinque posti Igienista Dentale con l’89%, Logopedista e Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’età evolutiva con l’88%, Fisioterapista 84% e Podologo con l’83%.

Di fatto sono tutti profili che operano prevalentemente come liberi professionisti, oltre che in parte anche come dipendenti pubblici; si tratta di professioni non toccate quindi dal blocco delle assunzioni degli ultimi anni nel pubblico impiego.

Al contrario, agli ultimi cinque posti, fra il 47% e il 33%, si trovano alcune professioni tecniche con rapporto di lavoro dipendente, specie pubblico, come i Tecnici di Radiologia e i Tecnici della Prevenzione con il 47%, seguiti dai Tecnici di Laboratorio al 37%, di Audiometria con il 35% e a chiudere i Tecnici di Fisiopatologia cardiocircolatoria con il 33%, che si confermano stabilmente ultimi negli ultimi quattro anni.

Preoccupa in particolare, i Tecnici di Laboratorio per l’alta numerosità di circa 28 mila abilitati, che dal 2007 hanno perso rispettivamente 31 punti percentuali.
Al contrario, si apprezza il ritorno occupazionale per Infermiere, con il 74%, anche se ancora distante rispetto alla situazione rosea di 10 anni fa, quando si attestava al 94% di occupazione a sei mesi dalla laurea.

Per l’alta numerosità degli abilitati, circa 425 mila, è proprio l’Infermiere a incidere statisticamente sul totale delle 22 professioni.

Nella stessa area c’è la professione di Ostetrica, che ha un analogo trend positivo, e che sale di ben 9 punti percentuali, dal 44% al 53%. La perdita sul 60% di 10 anni fa è di soli 7 punti percentuali.

Sono parimenti rilevanti le fluttuazioni per altre professioni, come ad esempio Tecnico di Neurofisiopatologia, in salita dal 58 % al 65%, la cui bassa numerosità degli abilitati, circa 1.600, avrebbe minore rilevanza statistica. Comunque la perdita in questo caso è di appena 3 punti percentuali sul 68% del 2007 e una media totale del 65%.

Incidenza sui fabbisogni formativi del 2018

Sono dati che non potranno non incidere sulla imminente determinazione dei fabbisogni formativi per il prossimo AA 2018-19, specie per i Tecnici di Laboratorio e di Radiologia.
Su questo prosegue da parte del Ministero della Salute l’intervento di razionalizzazione degli ultimi otto anni, che potrebbe comportare anche per quest’anno un intervento di riduzione, con tetto massimo ipotizzato a circa 700 per i Tecnici di Laboratorio riaspetto ai 740 dello scorso anno e 670 per i Tecnici di Radiologia invece dei 750 dello scorso anno.

Fonte: Il Sole 24 ore – Sanità

Dott. Angelo Mastrillo
Dott. Angelo Mastrillo
Docente Università degli Studi di Bologna. Segretario della Conferenza dei Corsi di Laurea delle Professooni Sanitarie.
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