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Master in Coordinamento per Infermieri e Infermieri Pediatrici.

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La formazione post-base e propedeutica: il management di piccoli e grandi gruppi di professionisti.

L’esercizio della Professione Infermieristica in Italia è articolato su tre livelli: il primo della pratica clinica, il secondo delle Funzioni di Coordinamento e il terzo della Direzione. Dopo il conseguimento del titolo della Laurea in Infermieristica di 1° livello, si ha la possibilità di proseguire con la Laurea Magistrale o accedere ai numerosi e diversificati Master di 1° livello.

In questo articolo svilupperemo il Master di 1° livello in Management per le funzioni dicoordinamento delle professioni sanitarie, un corso di formazione Universitaria per l’acquisizione di competenze specifiche nell’area gestionale-organizzativa che si focalizza sull’interazione fra individui e organizzazioni sanitarie.

Purtroppo allo stato attuale , di tutti i Master disponibili, l’unico riconosciuto a livello contrattuale è il Master in Coordinamento, infatti è il solo che da la possibilità di poter accedere ad un concorso ad hoc per esercitare la funzione di Coordinamento .

La legge che disciplina tale Master è la n. 43 del 1 febbraio 2006,“Disposizioni in materie di professioni sanitarie infermieristiche , ostetrica riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione e delega al Governo per l’istituzione dei relativi Ordini Professionali”.

La durata minima del Master è annuale. La formazione deve avvenire nelle Università e deve prevedere lo svolgimento di un tirocinio formativo obbligatorio di almeno 500 ore, da espletarsi presso aziende ospedaliere, aziende sanitarie, aziende ospedaliero-universitarie, enti classificati e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico. L’accesso è a numero chiuso.

Per svolgere il ruolo di Coordinamentooccorre essere in possesso dei seguenti requisiti:

  • master di 1° livello in Management o per le Funzioni di Coordinamentonell’area di appartenenza;
  • esperienza almeno triennale nel profilo di appartenenza.

L’evoluzione delle organizzazioni sanitarie verso sistemi di intervento socio-assistenziali caratterizzati da una certa complessità operativa , attraverso anche la partecipazione multiprofessionale dei diversi operatori , ha comportato la necessità di potenziare le funzioni di Coordinamento delle risorse umane per razionalizzare le fasi di intervento e assicurare al cittadino- utente una risposta ai bisogni emergenti con maggiore efficacia.

Oggi, infatti , il Coordinatore, ha assunto una funzione gestionale e manageriale che non può assolutamente disconoscersi, e il suo ruolo si esplica nelle funzioni clinico-assistenziali, di management, relazionali o di leadership. In particolare le competenze managerialisi delineano nelle seguenti attività:

  • pianificazione, valutazione e controllo;
  • organizzazione;
  • direzione/coordinamento;
  • gestione di risorse umane, tecniche ed economiche;
  • sviluppo delle risorse umane;
  • formazione.

impegnandosi affinché le attività quotidiane siano svolte in un certo tempo e rispettando le procedure.

Al responsabile del Coordinamento, nonostante l’introduzione e l’evoluzione legislativa, viene solitamente attribuito, ancora oggi, l’appellativo di “Caposala“, una dicitura antiquata e certamente insufficiente a spiegare il ruolo che effettivamente svolge. Difatti , dal 2006 ha assunto la denominazione di Coordinatore infermieristico,colui che guida e che ricopre un ruolo strategico, dirige le attività di altre persone, poichè le sue scelte possono portare al successo o al mancato raggiungimento degli obiettivi. Non eroga più assistenza diretta come gli altri professionisti ma assistenza continua , attraverso la realizzazione del processo organizzativo con competenze cliniche, interagisce nella gestione in verticale tra la dirigenza e il comparto, e in orizzontale nella gestione delle risorse umane (infermieristiche e di supporto), ovvero i componenti della stessa struttura, attraverso l’assunzione continua di decisioni.

Coinvolgere sempre le persone”: questa frase è la chiave per il successo di un’azienda e l’obiettivo di un buon Coordinatore, non basta, per fare il fatidico “salto di qualità”, calare dall’alto un nuovo organigramma, nuovo personale, nuovi turni, nuovi orari, presentare all’improvviso nuovi dirigenti con nuove idee e dire semplicemente: “Da oggi siamo migliori!”. I dipendenti, devono sentirsi parte integrante di un progetto, vanno motivati e resi partecipi dei nuovi traguardi che si intendono raggiungere. Valorizzare il ruolo del personale costituisce un terreno favorevole per i processi di miglioramento , in cui si ha la necessità di valorizzare la multidisciplinarietà dell’Unità Operativa, e condividere percorsi e processi assistenziali anche per evitare un appiattimento della qualità dell’assistenza .

I sistemi che si prefiggono per il miglioramento di un progetto, suggeriscono l’importanza di valutare gli esiti , intesi non solo come output (semplice risultato finale), ma anche come un outcome (qualità del risultato, eventi inattesi, miglioramento delle competenze lavorative, ecc). Il Coordinatore non deve essere un capo ma un Leader, e deve esercitare una leadership, deve gestire, deve dare continuità e stabilità riducendo l’incertezza e puntando a mettere ordine in un sistema organizzativo complesso e potenzialmente disordinato. Non deve essere colui che comanda, ma deve essere colui che supervisionacollabora, ascolta, si pone come innovatore, che sta in mezzo e coni propri collaboratori, che stimolando e motivando il team da il via al processo di crescita culturale e cammina insieme ai propri collaboratori per un obiettivo comune e riesce a creare relazioni forti tali da condurre gli altri verso il loro raggiungimento.

Il Coordinatore, nasce sempre da un infermiere che ha avuto un esperienza lavorativa minima di 3 anni, ma quando si passa dall’altra parte, come per magia tutti se ne dimenticano.

Lucia Di Poto – Infermiera

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