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Infermieri e Stomie: la Medicina Narrativa a tutela dell’Assistito.

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Come può la Medicina Narrativa velocizzare i processi di recupero psico-sociali di una paziente stomizzato? Ce lo spiega l'infermiera Serena Pannetta.

Lo studio della collega Serena Pannetta.

Qual è il rapporto tra Medicina Narrativa, Assistenza Infermieristica e Paziente Stomizzato? Se lo è chiesto la collega Serena Pannetta durante l’intera durata del Corso di alta formazione della Scuola Nazionale per Infermieri Certificati in Stomaterapia dell’A.I.STOM. (Venezia). 

La nostra interlocutrice è riuscita a sintetizzare le sue risposte in ben 38 pagine mettendo in piedi lo studio finale sul tema “La Medicina Narrativa: un approccio innovativo nella riabilitazione del paziente stomizzato“.

L’A.I.STOM. è un’associazione scientifica che da anni è al fianco dei Pazienti stomizzati, come Serena stessa ci spiega. 

La ricerca di Serena, originaria del Salernitano, ma che vive e lavora in Veneto, è senza ombra di dubbio l’inizio di un percorso che porterà la nostra interlocutrice ad affrontare altri temi similari, sia dal punto di vista della ricerca vera e propria, sia da quello esperienziale. 

Serena Pannetta, originaria del Salernitano, vive e lavora in Veneto. Da qualche giorno si è specializzata nell'assistenza a Pazienti portatori di Stomia.
Serena Pannetta, originaria del Salernitano, vive e lavora in Veneto. Da qualche giorno si è specializzata nell’assistenza a Pazienti portatori di Stomia.

 

Lo studio di Pannetta è stato relato dalla dotto.ssa Viviana Melis che si è divertita ad affrontare un tema “sperimentale” nell’assistenza diretta al paziente portatore di stomia. L’intera tesi è scaricabile gratuitamente qui in alto. Melis è Infermiera stomaterapista specializzatasi in medicina narrativa presso la Fondazione ISTUD, Ente di ricerca riconosciuto dal MIUR con sede a Milano.

La Medicina Narrativa come adiuvante nei processi di recupero nel post-stomia

“L’intervento chirurgico che porta al confezionamento di una stomia modifica in maniera sostanziale lo stato di salute e lo stile di vita di una persona con importanti ripercussioni che riguardano comportamenti, prospettive, opportunità, ruoli e rete sociale – spiega Pannetta nella sua premessa al lavoro di tesi – avere una stomia può ridurre la qualità della vita di una persona e causare disagio. Uno studio condotto su gruppo di pazienti stomizzati in Irlanda ha mostrato che quest’ultimi, dopo l’intervento di confezionamento di stomia, hanno avvertito un peggioramento della qualità della vita, soprattutto, da un punto di vista psicologico e sessuale. L’obiettivo principale dell’infermiere stomaterapista è di garantire al pazientestomizzato un’assistenza specializzata e personalizzata volta al raggiungimento dell’autonomia e una buona qualità della vita per l’interessato, il caregiver e la famiglia. L’implementazione di un processo di riabilitazione adeguato ed efficace è importante quanto l’uso corretto dei dispositivi protesici. La riabilitazione allo stomacare prevede, oltre alla gestione dei presidi stomali, supporto psicologico per pazienti e parenti, gestione delle complicanze, educazione del paziente e follow-up a lungo termine.”

Una Paziente con Stomia dopo il risveglio dal post-operatorio. Come fa a superare lo shock del cambiamento fisico?
Una Paziente con Stomia dopo il risveglio dal post-operatorio. Come fa a superare lo shock del cambiamento fisico?

 

Secondo quanto evidenziato da Pannetta la riabilitazione al paziente stomizzato si realizza attraverso una relazione terapeutica, cioè una relazione di fiducia e comunicazione instaurata tra la persona ed il professionista. Essa si basa su un processo interpersonale che costituisce un aspetto centrale della cura infermieristica ed è un fattore fondamentale nel determinare la qualità della pratica assistenziale nella relazione con il paziente e con la famiglia.

Gli Infermieri e gli operatori sanitari, ad ogni livello, devono per primi ricevere una formazione adeguata, sottolineando che la componente tecnica è indispensabile per la cura del corpo ma l’approccio umano è altrettanto fondamentale per la cura dell’essere umano nella sua totalità.

Quando una patologia grave come il cancro irrompe nella vita di una persona questa subisce un trauma molto pesante. Con il racconto e la narrazione di sé, la persona che si ammala trovala via per descrivere l’esperienza vissuta, ritrovare l’orientamento e tracciare una nuova rotta in quella sorta di naufragio che la malattia rappresenta.

Il desiderio di narrazione, che caratterizza costantemente l’esistenza umana trova particolare espressione in quelle che vengono definite esperienze apicali della vita: la nascita, la malattia, la perdita, il dolore, la morte.

La narrazione come momento di “confessione” e rinascita

“La narrazione, che è il cardine della Medicina Narrativa, è la modalità fondamentale attraverso la quale le persone individuano il significato delle loro esperienze, anche e soprattutto quelle dolorose, per far fronte a ‘quell’attacco all’identità’ che spesso la malattia rappresenta – aggiunge Serena – l’esercizio della medicina è anche un’interazione tra persone che hanno emozioni, sentimenti, ricordi, speranze e che possono provenire da esperienze e culture molto diverse. Queste persone comunicano tra loro, non possono fare a meno di farlo ed entrano in relazione l’una con l’altra. Attualmente le relazioni in campo sanitario, non di rado, presentano connotati negativi, come scarsa informazione, atteggiamento paternalistico e decisionalità unilaterale, uso di un linguaggio tecnico, scarsa attenzione per il vissuto e per i sentimenti dei pazienti nonché, talvolta, poca comprensione. Relazioni e comunicazioni così insoddisfacenti non saranno la norma ma sono di certo molto frequenti ed hanno portato ad una progressiva ‘disumanizzazione’ della medicina, ormai, tra l’altro, sempre più tecnologica.”

L'Assistenza Infermieristica parte spesso dall'ascolto attivo dell'assistito.
L’Assistenza Infermieristica parte spesso dall’ascolto attivo dell’assistito.

“La medicina paternalistica che, tutt’oggi è caratteristica del mondo occidentale, fa ancora a pugni con il concetto del prendersi cura, generando situazioni ben descritte dagli stessi professionisti della salute, oltre che dai pazienti i quali non riescono a trovare risposta alla loro esistenza nei letti di ospedale, al loro richiedere attenzione ed ascolto, al gioco di sguardi che esiste fra loro, poiché il dolore che sentono non è solo fisico – conclude – L’obiettivo della Medicina Narrativa è clinico assistenziale; essa permette di sviluppare un percorso di cura personalizzato, appropriato e in linea con le indicazione dell’ evidence based medicine; inoltre contribuisce a migliorare l’alleanza terapeutica e la partecipazione del paziente. La medicina narrativa fornisce degli strumenti pratici e concettuali per comprendere il paziente, la sua malattia e la relazione umana che viene a crearsi tra il professionista e il paziente. Attraverso la medicina narrativa gli operatori sanitari possono coltivare ed ampliare le proprie capacità empatiche, riflessive, di ascolto e riuscire a prendersi cura della persona con le sue emozioni, paure, speranze, oltre che curare la malattia.”

Senera Pannetta ci spiega nella sua introduzione le “ragioni” della sua tesi

L’assistenza al paziente portatore di stomia coinvolge tutti gli aspetti concernenti l’assistenza infermieristica. Nella presente tesi l’aspetto pratico di gestione dellastomia non viene trattato, prediligendo l’ambito riabilitativo, comunicativo e relazionale.

L’argomento che ho deciso di approfondire per svolgere il mio elaborato di tesi è la Medicina Narrativa. Avevo già avuto modo di sentirne parlare durante il corsodi Laurea in Infermieristica in applicazione all’ambito psichiatrico, tuttavia hopotuto constatare come negli ultimi anni questo argomento abbia iniziato a svilupparsi e ad avvicinarsi a tutte le branche della medicina in generale.

La Medicina Narrativa ha origini negli anni ‘90; è nata come disciplina checonsentisse ai medici di “umanizzare” le cure, implementare le loro competenze di ascolto e capacità empatiche.

In considerazione alla multidisciplinarietà che caratterizza la cura della persona, la medicina narrativa può essere applicata da tutti i professionisti della salute. Abbracciando la concezione di cura del modello pacient-centred secondo cui il paziente viene messo al centro del processo di cura e intendendo la cura come“cura globale” della persona assistita, è facile comprendere che l’infermiere ricopra, all’interno della équipe multidisciplinare, un ruolo di grande importanza. Durante il corso in stomaterapia con A.I.Stom ho percepito quanto possa essere difficoltoso assistere i pazienti stomizzati, entrare nel loro mondo ed intraprendereun efficace percorso di riabilitazione affinchè loro acquistino l’autonomianecessaria che gli consenta di avere una buona qualità di vita. Ho percepito, inoltre, quanto sia importante instaurare una buona relazione terapeutica in modo che ciò avvenga.

La Medicina Narrativa agevola l'assistenza.
La Medicina Narrativa agevola l’assistenza.

 

Così ho iniziato a pensare a cosa io, in qualità di infermiere stomaterapista, potessi fare per migliorare questo aspetto dell’assistenza. In questo modo mi sono avvicinata alla Medicina Narrativa e grazie alla mia relatrice ho potuto approfondire l’argomento.

Il presupposto da cui sono partita per poter proiettare questo argomento nell’ambito della stomaterapia è il bisogno di narrazione, il bisogno di essere ascoltati, il bisogno che l’essere umano ha di instaurare relazioni sociali significative nella vita in generale, in particolar modo quando si confronta con la malattia.

D’altro canto anche noi professionisti, sviluppando migliori capacità di ascolto ed interpretazione possiamo cogliere quei messaggi nascosti e, a volte, impercettibili che ci consentono di comprendere, agire, aiutare e sostenere tutte quelle persone che, in un momento doloroso e difficoltoso, impotenti, si affidano alle nostre cure.In letteratura c’è ancora molto poco in merito all’applicazione della Medicina narrativa da parte degli infermieri, quasi nulla è la bibliografia relativa all’applicazione di quest’ultima in stomaterapia.

Precisamente si dispone di un unico studio italiano nell’ambito della MN in stomaterapia che risale all’anno 2015. Da questo studio, con l’analisi di 151narrazioni, emerge quanto lo stomaterapista costituisca un punto di riferimentoper i pazienti che devono sottoporsi all’intervento chirurgico.

In ragione di ciò ho pensato di approfondire e presentare questo nuovo approccio comunicativo-relazionale che può costituire un metodo innovativo nella riabilitazione del paziente stomizzato.

Se da un lato consente di migliorare la qualità dell’assistenza alla persona, dall’altro consente di implementare le competenze professionali dell’infermiere facendo acquisire a quest’ultimo migliori capacità di approccio empatico erelazionale ma soprattutto di ascolto ed interpretazione.

Nella prima parte dell’elaborato verrà presentato in linea sintetica e generale ilruolo riabilitativo dello stomaterapista e dell’importanza della relazione terapeutica tra operatore sanitario e paziente.

La seconda parte sarà prettamente incentrata sulla Medicina Narrativa partendo dalle sue origini ed esplicando successivamente le metodologie e gli strumenti attraverso i quali questa viene applicata.

Nell’ultima parte della tesi verrà mostrata l‘applicazione della Medicina Narrativa attraverso l’utilizzo di un intervista somministrata ai pazienti stomizzati afferenti all’Ambulatorio dell’Ospedale ASST Papa Giovanni XXIII e all’Unità Operativa di Gastroenterologia dell’Azienda Ospedaliera di Padova in un ambito poco esplorato in stomaterapia e non conosciuto alla Medicina Narrativa, ossia quello che riguarda la preparazione alle procedure endoscopiche

Per questa indagine, prettamente conoscitiva, è stato preso in esame un campione non rappresentativo composto da 8 pazienti stomizzati ai quali è stata sottopostaun’intervista con la finalità di esaminare le emozioni, le difficoltà e i disagi avvertiti dai pazienti, in modo da individuare le criticità che possono presentarsi quando queste persone devono sottoporsi ad una procedura endoscopica.

Brava Serena e complimenti per il tuo ennesimo brillante obiettivo raggiunto!

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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