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Il Contropulsatore Aortico e il Management Infermieristico nel Paziente Emodinamicamente instabile. Ecco la tesi di Alessandra Lauricella.

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Benvenuta nel mondo delle Professioni Sanitarie alla neo-Infermiera Alessandra Lauricella, appena laureatasi presso l’Università degli Studi di Catania con una tesi sul Contropulsatore Aortico.

Alessandra Lauricella alla fine ce l’ha fatta nonostante le restrizioni legate alla Pandemia da Coronavirus. Si è laureata poco fa in Infermieristica presso l’Università degli Studi di Catania con una tesi sul tema “Il Contropulsatore Aortico e il Management Infermieristico in Paziente Emodinamicamente instabile“, che le è valsa una votazione finale di 106/110.

Alessandra, originaria di Canicattì (Agrigento) ha discusso poco fa la sua tesi lasciando tutti sbigottiti per la sua padronanza di linguaggio e per la sua preparazione non solo nell’ambito sanitario e assistenziale, ma anche umano.

Il suo lavoro finale è stato relato dal docente Antonio Giuseppe Salamanca ed è stato dedicato al nonno defunto la scorsa estate in piena Emergenza Coronavirus.

Ovviamente ha dedicato la sua laurea ai suoi genitori, al ragazzo e alla sorella che vive in alta Italia.

Ecco cosa scrive nella sua introduzione:

Durante lo svolgimento dei vari tirocini, in particolare quello effettuato presso l’UTIC dell’azienda Policlinico – Vittorio Emanuele di Catania, mi ha affascinato e scaturito interesse la complessità dell’assistenza da erogare a pazienti affetti da problemi a carico dell’apparato cardiovascolare. Molteplici pazienti accolti in UTIC ad esempio per sospetta sindrome coronarica acuta, o più nello specifico per infarto acuto del miocardio, vengono sottoposti ad un’attenta valutazione diagnostica, e messi in atto trattamenti per determinare un possibile recupero delle condizioni generali del paziente, antecedenti all’insorgenza del fenomeno. Si tratta di soggetti che giungono in ospedale per l’insorgenza di sintomi patognomonici quali: dolore toracico, pesantezza in sede retrosternale, con irradiazione alle braccia, nuca, mandibola, spesso accompagnato da astenia, sudorazione, nausea, vomito, capogiro. Per valutare l’importanza dell’assistenza al paziente con IMA nella fase che precede il ricovero in ospedale è utile tenere presenti alcuni punti, ovvero: circa la metàdei decessi per IMA avviene nella prima ora dall’inizio dei sintomi, prima che il paziente raggiunga l’ospedale; inoltre è dimostrato che la fibrinolisi iniziata entro la prima ora dalla comparsa dei sintomi garantisce la riperfusione con notevole riduzione delle complicanze e della mortalità. È evidente dunque che le misure terapeutiche saranno tanto più efficaci quanto più tempestive. Nasce così l’esigenza di abbreviare il più possibile il tempo che intercorre tra la comparsa dei sintomi e l’arrivo di soccorsi. In particolare sono due le fasi di fondamentale importanza, la prima rappresentata dall’insorgenza dei sintomi e dalla chiamata dei soccorsi, la seconda è quella che riguarda il trasporto in autoambulanza, che può essere trasformata in terapia attiva, nella misura in cui il soggetto viene immediatamente sottoposto, se necessario, alle manovre di rianimazione cardiopolmonare e respirazione assistita; creazione immediata di un accesso venoso; monitoraggio ECG. Fondamentale inoltre l’invio in UTIC, con trasmissione telematica dall’autoambulanza del tracciato ECG, con la possibilità di valutare immediatamente il caso. L’infermiere all’interno dell’UTIC svolge un ruolo fondamentale, in collaborazione con l’equipe, nell’accoglienza e gestione del paziente. Tra le prime misure che vengono effettuate è da ricordare la somministrazione di ossigeno, l’incannulamento di una vena periferica e il suo mantenimento con infusione a goccia lenta in attesa di consegne per la somministrazione di farmaci, fondamentale il monitoraggio della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e del tracciato elettrocardiografico. Fondamentale sarà anche il monitoraggio della diuresi e del bilancio idrico. L’infermiere ha dunque un ruolo cruciale nell’identificazione, gestione e valutazione dei bisogni clinico assistenziali della persona, al fine di garantire nell’intero percorso di cura un’assistenza individualizzata. Emerge dunque che l’assistenza alla persona richiede elevate competenze tecniche nell’ambito, supportate da conoscenze altamente specializzate. In particolare durante lo svolgimento del tirocinio in UTIC, ho avuto modo di collaborare in sinergia con l’equipe infermieristica nella gestione di pazienti, i quali sottoposti a diverse procedure invasive, necessitavano di particolare assistenza, e nello specifico di pazienti portatori di contropulsatore aortico. La gestione dei pazienti portatori di contropulsatore aortico è prolungata nel tempo, integrata con la collaborazione tra le diverse figure professionali. La gestione da parte dell’infermiere va dal momento del suo posizionamento a quello della sua rimozione, sarà responsabiledell’assistenza al paziente per tutto il tempo in cui ne sarà portatore, con particolare attenzione anche alla prevenzione e al trattamento delle complicanze. Il suo utilizzo dunque prevede un ampio bagaglio di conoscenze teoriche e assistenziali ma anche di competenze tecniche inerenti al funzionamento del dispositivo, alle sue indicazioni e controindicazioni. Tutto ciò ha scaturito in me un interesse tale da voler approfondire l’argomento, ponendomi l’obiettivo di maturare, durante la ricerca, le mie conoscenze in questo ambito. Nel mio lavoro di tesi ho trattato brevemente l’anatomia e la fisiologia cardiaca, poi ho definito uno specifico quadro clinico, l’IMA con STEMI, il quale spesso è candidato all’utilizzo del contropulsatore, successivamente ho definito le caratteristiche del device con i suoi effetti emodinamici e infine ho trattato l’assistenza infermieristica al paziente contropulsato.

I sogni da realizzare.

Lei ora sogna di fare presto l’Infermiera e di mettere in pratica tutto ciò che ha studiato magari in un reparto o in una clinica cardiologica.

Vorrebbe lasciare la Sicilia per raggiungere la sorella Denise in Emilia Romagna e là iniziare la sua carriera professionale.

Non possiamo che augurarle ogni bene, con la certezza che Alessandra, che ha soli 23 anni, si farà conoscere e apprezzare anche nel Continente italico.

Buon lavoro!

Ecco la sua tesi di laurea: Il Contropulsatore Aortico e il Management Infermieristico in Paziente Emodinamicamente instabile.

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