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Infermieri e BrØset Violence Checklist: come e perché la si utilizza.

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La BrØset Violence Checklist: come la utilizzano gli Infermieri a Casa Sollievo della Sofferenza.

Indagine conoscitiva presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza – IRCCS

Come affermato dall’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, la violenza sul luogo di lavoro è ormai riconosciuta nel mondo come un importante problema di salute pubblica. Largamente diffuso e conosciuto, il fenomeno si ritrova in modo particolare nel luogo nell’ambiente sanitario, quello che dovrebbe essere al contrario un porto tranquillo in cui approdare in cerca di cure o soluzioni a problemi di salute. Ed ecco la BrØset Violence Checklist. Se ne parla nella tesi di laurea in Infermieristica di Michela Solidro (neo laureata presso l’Università degli Studi di Foggia).

Tentando di esplorare la problematica nel nostro lavoro, abbiamo dovuto ipotizzare a priori l’esistenza del problema e nell’identificarlo, porre una soluzione.

Cosa dice la letteratura

La letteratura si presta bene all’osservazione del fenomeno e delle sue cause, tanto da riportare i comportamenti più frequenti degli aggressori. Meno fortunata è stata la ricerca di un’azione concreta, dal momento che le dinamiche dei fatti erano del tutto differenti tra loro.

L’idea di usufruire di una scala con caratteristiche precise, che fosse al contempo rapida e di facile utilizzo, è nata dallo studio di Natisha Sands, Mental Health Nurs. La scelta è ricaduta su una scala correntemente in uso in contesti psichiatrici: la BrØset Violence Checklist. Con un buon livello di predittività, una sensibilità di quasi l’82% nonché una specificità del 97%, la BVC è stata creata in Norvegia da Linaker e Bush Iversen, per essere successivamente validata ed utilizzata in diversi contesti, tra cui quello italiano. Dalla validazione è risultato uno score di cut-off, secondo il quale pazienti con un punteggio maggiore o uguale a 2 sono da considerare ad alto rischio di sviluppo di un atto violento a breve termine, cioè nelle 24 ore successive.

Utilizzo della Scala a Casa Sollievo della Sofferenza

La scala è stata utilizzata presso l’Ospedale Casa Sollievo della Sofferenza, in alcuni servizi di accettazione e presso la zona triage del pronto soccorso. Il compito di valutare il paziente secondo la BCV e assegnare il punteggio è stato assegnato al personale infermieristico.

La popolazione dell’Ospedale Casa Sollievo e della Sofferenza conta ben 405 pazienti, di cui 212 uomini e 193 donne, nessuno dei quali, nonostante l’alto rischio previsto dal cut-off stabilito, ha manifestato atti o comportamenti violenti. Secondo i dati, 366 pazienti hanno avuto punteggio pari a 0, trenta pazienti pari a 1, cinque pari a 2, mentre due pazienti hanno totalizzato un punteggio di 3 e altri due un punteggio di 4, non sono stati segnalati pazienti con punteggio pari a 5 o 6. La popolazione risultata a rischio di atto violento è stata sopratutto quella di genere maschile, secondo la fascia di età compresa tra 30 e 59 anni, riscontrando inoltre anche casi di pazienti tra i 70 e gli 89 anni.

Uno degli indicatori più frequenti è stata la confusione, intesa come possibile inconsapevolezza di tempo, luogo o persone, seguita dalla clamorosità, manifestata tramite un comportamento rumoroso o chiassoso.

Dati italiani confrontati con quelli australiani

I dati raccolti sono stati confrontati con uno studio australiano che utilizzava la stessa scala presso il triage di un ospedale pubblico in una metropoli. La loro popolazione conta più di 2000 pazienti ed è formata da un gruppo di pazienti violenti e un gruppo di pazienti non violenti.

Il 97,77% della popolazione dell’ospedale non è stato considerata a rischio di violenza, così come il 97,9% della popolazione australiana. Diversamente, il 2,3% della nostra popolazione e il 2,1% di quella Australiana sono state definite fasce a rischio, in base alla validazione della BVC Italiana, ma senza sviluppare atti violenti.

Confrontando gli indicatori più frequenti abbiamo rilevato un dato importante: nell’ospedale australiano sono stati riscontrati soprattutto pazienti positivi per l’irritabilità. Questo aspetto sottolinea il modo in cui il fenomeno viene percepito: nella realtà dell’ospedale Casa Sollievo Della Sofferenza i pazienti sono risultati confusi e clamorosi, quindi chiassosi, mentre nella realtà dell’ospedale australiano sono stati valutati come irritabili.

Le differenze parlano chiaro: ad influire notevolmente sul risultato sono l’ambiente in cui è calata la realtà ospedaliera, l’operatore che utilizza la scala, nonché il background del paziente.

La scala ha avuto una specificità del 97%.

Un problema che non riguarda solo l’ospedale di Padre Pio

Non si tratta allora di un problema esclusivo dell’Ospedale Casa Sollievo Della Sofferenza, ma di una triste realtà che fa capolino in diverse strutture ospedaliere, non solo del Sud Italia, per cui la scala BVC rappresenta un valido strumento, di facile utilizzo e rapida compilazione, per l’operato infermieristico.

Con il DDL 08/08/2018 si è insediato l’Osservatorio Nazionale per la sicurezza di chi esercita la professione sanitaria e viene aggiunto all’art 61 del codice penale l’aggravante legata alle violenze o minacce a danno degli esercenti le professioni sanitarie nell’esercizio delle loro funzioni. Tra i diversi compiti dell’ente, troviamo il monitoraggio degli episodi di violenza commessi ai danni degli esercenti durante loro funzioni, la promozione studi per la formulazione di misure idonee a ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti, nonché la sorveglianza dell’attuazione delle misure di prevenzione e protezione a garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro. Ecco allora la grande importanza della creazione di un ”Osservatorio”: il primo passo verso il monitoraggio e l’inquadramento di un problema ormai largamente diffuso nel nostro Paese.

Dati sullo studio

Titolo della tesi: L’utilizzo della BrØset Violence Checklist presso l’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza – IRCCS

Tesi di: Michela Solidro – Infermiera

Ateneo di appartenenza: Università degli Studi di Foggia

Relatore: Apollonia Carbonara – Docente CDL Infermieristica UniFG
 
Co-relatore: Antonia Pazienza – Infermiera
 
Regione dello studio: Puglia
 
Stati implicati: Italia – Australia
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