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Corso di Laurea in Infermieristica: portarlo 4 anni. Intanto Saiani eletta presidente!

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Al termine de della Conferenza sui corsi di laurea in Infermieristica e delle Professioni Sanitarie.

Nell’ultimo meeting della Conferenza Permanente dei Corsi di Laurea e Laurea Magistrale delle Professioni sanitarie che si è svolto a Bologna a fine settembre, la professoressa Luisa Saiani è stata eletta all’unanimità quale Presidente della Conferenza per il mandato 2018-2021.

Nella stessa riunione sono stati eletti anche presidenti e vicepresidenti delle Commissioni nazionali:

Infermieristica: 4 anni invece che 3

Questa estate la Saiani proponeva di portare il Corso di Laurea in Infermieristica da 3 a 4 anni.

Il Corso di Laurea in Infermieristica va riformato e allungato nei tempi. Quattro anni sono sufficienti a formare dei professionisti della salute seri e più preparati. A riferirlo è stata all’inizio dell’estate 2017 Alvisa Palese, docente Universitario presso l’Ateneo di Udine. A ribadirlo qualche giorno fa dell’ambito della X Conferenza Nazionale sulla Professione Infermieristica svoltasi a Bologna la sua collega Luisa Saiani, Professore Ordinario Scienze Infermieristiche – Università di Verona e Presidente Conferenza Permanente dei corsi di laurea delle professioni sanitarie.

“Come cambierá la formazione infermieristica in Italia? L’attuale struttura formativa é ancora valida? I master e la laurea magistrale sono ancora spendibili? “, sono domande che si è posto e ha posto la Saiani nei giorni scorsi a Bologna presso l’Hotel Carlton in pieno centro davanti a centinaia di infermieri, infermieri dirigenti e infermieri coordinatori presente alla X Conferenza di cui si è detto.

Va deciso dove e come si posizionano le specializzazioni a livello universitario. I master sono tanti, ma spesso sganciati dall’accessibilità e dalla frequenza. E’ necessario un accertamento complessivo e c’è un disallineamento tra necessità di aziende e offerta dell’università. Ad esempio i master di primo livello dovrebbero mettere in grado di dare una risposta della professione, ma dopo la laurea magistrale si devono avere livelli più avanzati di specializzazione che devono mettere in grado di gestire sintomi, ragionare su esiti, impostare l’assistenza.

I nodi aperti sono:

  • considerare avanzata una “buona pratica”;
  • comprendere che competenze avanzate e specializzazioni sono sovrapponibili;
  • quali aree dello sviluppo specialistico si devo portare avanti, ma aggiornandole anche in funzione della sanità che cambia;
  • avere una voce più forte sulle specializzazioni realizzando documenti, regole, comprendendo quali competenze avanzate servono; prevedere specializzazioni anche nella formazione per chi gestisce quella specialistica finora “invisibile”.

I master di specializzazione devono essere organizzati e concordati da formatori della nostra area professionale.

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Portare il CDL in Infermieristica da 3 a 4 anni?

Ed ecco la risposta della stessa docente: in Italia ci sono 40 università che gestiscono 242 corsi di laurea in infermieristica; 30 atenei sono in rete tra loro, 10 in prevalenza al Sud non fanno sistema; l’etá media èdi 24 anni e sono sempre di più gli studenti che hanno bisogno di almeno 6 mesi in più per laurearsi; anche per questo sarebbe ottimo portare il Cdl da tre a quattro anni; ci sono però pochi fondi regionali e nelle famiglie; aumenterebbe il lavoro dei docenti e dei tutor e molti atenei cadrebbero in difficoltá; più aumentiamo il livello culturale più l’Infermiere si staccherebbe dal malato, come accade per i medici; gli studenti però vivrebbero meno stress, parteciperebbero di più alla vita di ateneo e potrebbero meglio focalizzare la loro attenzione su campi specifici; per ora ci si sta orientando nel portare da 36 a 42 mesi solari la formazione.

Solo il 2,9% degli Infermieri diventa Dottore Magistrale

Solo il 2,9% raggiunge la Laurea Magistrale, che oggi andrebbe ripensata; non serve solo a formare nuovi dirigenti, ma a dare una formazione più alta e di tipo specialistica; allargare il numero degli iscritti eliminando il numero chiuso o ampliandolo notevolmente; la laurea magistrale deve diventare un vero contenitore di specializzazioni; anche i master di primo e secondo livello dovrebbero essere modificati e soprattutto riconosciuti; quelli più seguiti sono l’area critica, il sound care, la sala operatoria, il coordinamento e il case-care management; da una indagine si é visto che i master in area critica non sono riconosciuti dalle aziende pubbliche e private; chiaro che vi é un disallineamento tra universitá, aziende e professione infermieristica; occorrerebbe offrire livelli specialistici e formativi propedeutici tra master di primo e di secondo livello; va precisato che vi é un alto rischio nel considerare avanzate le buone pratiche.

E non è tutto: Saiani si è chiesta e ha chiesto alla platea se veramente le competenze avanzate sono sovrapponibili alle competenze specialistiche. Le specializzazioni vanno pensate dal punto d’incontro istante clinico, a a anche formativo; la Fnopi e noi tutti possiamo lavorare finché i master e la formazione specialistica non restino ancora a lungo invisibili.

Nel 2017 già Palese affacciava tale ipotesi

La professoressa Palese è intervenuta alla IX Conferenza nazionale delle politiche della professione infermieristica con una relazione sul tema “La formazione in prospettiva: ambiti di innovazione per affrontare le attese emergenti”. Vediamo cosa ha detto di così eclatante. L’iniziativa è stata organizzata a Bologna dalla Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI.

Per molti dei presenti le parole di Palese erano suonate come una provocazione. In realtà la docente ha restituito l’esatta fotografica dei Corsi di Laurea in Infermieristica ancora attivi in Italia (molti non riescono a raggiungere il numero minimo di iscritti). Si tratta di oltre 40 Università che hanno messo in piedi più di 220 Cdl, fra poli ufficiali e derivati. Ogni CDL ha un programma “differente”. Gli Studenti Infermieri del Sud, del Centro, del Nord e delle Isole maggiori si trovano spesso a fronteggiare programmi didattici differenti. Non esiste un programma unico ed uniforme, ma ciascun ateneo può muoversi come vuole, rimanendo però entro i vincoli dell’accettabilità professionale ed etica della proposta d’insegnamento.

Le proposte di Alvisa Palese del 2017

Ecco perché occorre riformare tutto. E Palese è stata chiara in tale direzione, proponendo di:

  1. portare il Corso di Laurea in Infermieristica dai 3 attuali ai futuri 4, da 180 a 240 crediti formativi universitari (perché portare fretta? studiare con molta più tranquillità può contribuire a formare professionisti migliori);
  2. di permettere agli Studenti delle Professioni Sanitarie di interagire tra di loro (studiare assieme, vivere assieme, fare esperienze di tirocinio clinico e didattico assieme, condividere tesi, condividere esperienze formative estere, condividere momenti di riflessione, ecc.), per permettere loro di diventare equipe fin dalle prime fasi di studio e aiutarli a diventare una vera e grande famiglia multiprofessionale e multidisciplinare;
  3. ampliare le proposte di tirocinio clinico puntando maggiormente sulle cronicità (se il 90% dei nostri assistiti è in età geriatrica gli Infermieri devono specializzarsi di più in questo ambito assistenziale; ciò non significa che non devono farlo anche in tutti gli altri).

La proposta di passare da 3 a 4 anni è sensata, anche perché i dati statistici sul CDL sono piuttosto sconfortanti: gli studenti in Infermieristica si laureano mediamente in 3,5 anni! 

E non è tutto. Palese è stata molto più decisa quando ha parlato di prospettive lavorative: “oggi, diciamocelo, stiamo creando un popolo di Infermieri disoccupati; le Università non preparano i discenti sul mondo del lavoro e sul nulla che troveranno all’indomani dalla laurea; chi spiega loro che dopo l’abilitazione professionale saranno costretti ad emigrare o a fronteggiare concorsi quasi impossibili da superare? E chi dice loro che è possibile abbracciare anche la strada della libera professione?”.

Dott. Angelo Riky Del Vecchio
Dott. Angelo Riky Del Vecchiohttp://www.angelorikydelvecchio.com
Nato in Puglia, vive e lavora in Puglia, Giornalista, Infermiere e Scrittore. Già direttore responsabile di Nurse24.it, attuale direttore responsabile del quotidiano sanitario nazionale AssoCareNews.it. Ha al suo attivo oltre 15.000 articoli pubblicati su varie testate e 18 volumi editi in cartaceo e in digitale.
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