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Bufera sul ministro Manfredi. CISL FP Professioni Sanitarie all’attacco: “infermieri insultati dal D.M. 82/2020”

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Continua la bufera nei confronti del ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi. CISL FP Professioni Sanitarie scende in campo: “infermieri insultati dal D.M. 82/2020”.

Il Coordinamento Nazionale Professioni Sanitarie della Cisl FP, in merito alle decisioni assunte dal Ministro Manfredi, riguardanti la scelta di far formare i futuri colleghi da Medici e non da infermieri appositamente formati, intende rappresentare la forte contrarietà ad una decisione che non rispetta il percorso di crescita di competenze e di autonomia professionale che le professioni sanitarie, a partire da quella infermieristica, hanno fatto in questi anni.

A tal riguardo ci preme sottolineare come il nuovo codice deontologico presentato nel 2019 ha rappresentato per l’infermiere uno strumento per esprimere la propria competenza oltre che umanità.

La conoscenza non è una semplice raccolta di nozioni in cui identificarsi, ma è la capacità di connettere in maniera critica e consapevole le informazioni. “Conoscere” significa quindi collegare il sapere alla quotidiana realtà della professione.
Il Codice deontologico riconosce l’infermiere come professionista e come persona, inquadra la crescita professionale e prevede che l’infermiere agisca sulla base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all’intervento e/o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti, presta consulenza ponendo le sue conoscenze e abilità a disposizione della propria, delle altre comunità professionali e delle istituzioni. Riconosce inoltre anche che l’interazione e l’integrazione “intra e interprofessionale” sono fondamentali per rispondere ai bisogni di salute e di cura della persona.

Quando approcciamo alla persona assistita, bisogna essere in grado di sostenere ogni nostra azione e ogni nostra scelta con dati scientifici, con discernimento cognitivo, con metodi e strumenti propri, che siano scale di valutazione, processi diagnostici, clinici-assistenziali.

Il Ministro dell’Università e della Ricerca Gaetano Manfredi come può pensare di emanare un provvedimento simile, che umilia profondamente la professione infermieristica, per giunta in una fase di piena emergenza sanitaria?

Se l’art. 8 del codice deontologico afferma che, nei diversi ruoli, l’infermiere si impegna attivamente nell’educazione e formazione professionale degli studenti e nell’inserimento dei nuovi colleghi, come si può pensare che un medico possa educare meglio un infermiere ad essere un professionista? In quale modo, con quali competenze e professionalità?

Certo, quella del medico è una professione nobile ma anche la nostra lo è, differentemente ma lo è. Trattasi di discipline e professioni diverse, con percorsi curriculari specifici e caratterizzanti, non mutuabili tra loro. Non si può pensare, oggi, che la professione infermieristica sia un gradino “sotto” la professione medica, dopo tutti i salti di qualità che essa ha fatto negli anni.

Come si può migliorare l’offerta formativa prevedendo una riduzione del numero dei docenti infermieri? Come si può, a fronte di un numero di 15.000 laureati magistrali, un numero importante di professionisti che hanno completato il dottorato di ricerca, e 430 professionisti inquadrati nell’area dirigenziale delle professioni sanitarie, valutare l’utilizzo di personale medico impiegato al posto del personale infermieristico nell’attività di docenza?

Nell’anno in cui si festeggia il bicentenario della nascita di Florence Nightingale, madre dell’infermieristica moderna, auspichiamo un’immediata rettifica perché crediamo che il provvedimento rappresenti una mancanza di rispetto verso tutti gli infermieri italiani.

“L’infermieristica agli infermieri!”, è questo lo slogan che sta rimbalzando all’interno delle comunità infermieristiche, indignata dal nuovo D.M. 82/2020 che spazzerebbe via oltre 20 anni di norme e di sviluppo professionale; un provvedimento che ci offende prima sul piano professionale e poi su quello personale. Chiediamo quindi, con forza, al Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, e al Ministro dell’Università e della Ricerca, Gaetano Manfredi, di modificare il provvedimento che contrasta con quanto affermato dall’OMS nella giornata internazionale dell’infermiere.

Gli infermieri italiani attendono.

Michele Schinco
Coordinatore Nazionale delle Professioni Sanitarie Cisl Fp

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