Rischio cadute: un evento più che probabile, quasi impossibile da debellare.
Il rischio cadute è un evento avverso che tutt’oggi tormenta Infermieri, OSS, Medici e Professionisti Sanitari perchè mai debellato del tutto.
Sebbene il rischio zero non possa esistere, come ci insegnano i dogmi del risk management, lascia basiti il fatto che l’evento è ancora troppo comune per considerarlo un’evenienza statistica.
Chi cade è quasi sempre una persona over65 (87% dei casi tra ospedale, RSA e centri diurni).
I fattori di rischio principali possono essere:
- Fisiologici, Patologici e Clinici: Problematiche cliniche a sistemi e apparati (nervoso, respiratorio, cardiovascolare etc.), Disabilità cognitive, Sensi ridotti (ipoacusia, ipovisione), Farmaci sedanti.
- Comportamentali: Paura di cadere, Abitudini e stili di vita, Resistenza ai cambiamenti, Isolamento personale, Cattivo uso dei presidi a disposizione.
- Ambientali: Ostacoli, disposizione ingombrante degli arredi, percorsi troppo lunghi, scarsa illuminazione, spazi stretti, scale etc.
Una delle problematiche maggiori è rappresentata dal fatto che questi fattori di rischio sono soltanto parzialmente rimovibili o modificabili mentre al contrario, la loro presenza incide pesantemente sul verificarsi dell’evento.
Confrontando più studi emerge come l’evento caduta si sia verificata nel 10-27% delle persone con 1 solo fattore di rischio.
Incidenza che arriva fino a oltre l’80% per coloro che presentavano 2 o + fattori di rischio.
Le conseguenze sono notevoli, complesse e influenzate dallo status clinico della persona coinvolta nella caduta. Tra le più rilevanti statisticamente troviamo:
- Fratture, lussazioni e contusioni.
- Lesioni cutanee.
- Emorragie interne.
Senza però dimenticare che il processo caduta – trasporto al pronto soccorso – percorso in DEA – ritorno in struttura/reparto induce negli anziani e nei grandi anziani un momento molto critico dal punto di vista cognitivo.
Basti pensare che il 40% dei residenti di un R.S.A. cadealmeno una volta ogni anno e di questi almeno il 20% subiscono fratture e ospedalizzazioni.
In caso di malattie del sistema nervoso o muscoloscheletrico, l’evento caduta rappresenta un’occasione di progressione della patologia, anche se le evidenze cliniche non sono adeguatamente supportate da studi scientifici dai risultati inconfutabili.
L’evento caduta è impossibile da debellare anche se attualmente le tante raccomandazioni divulgate possono ridurne il verificarsi.
Alla luce degli effetti della maggiore Responsabilità Professionale introdotta dalla legge Gelli-Bianco però porta ancora più in evidenza l’importanza dell’evento: i professionisti e operatori sanitari sono quotidianamente esposti a rischi giuridici per i quali l’unica risposta attualmente appare essere l’attuazione delle linee guida e l’assicurazione professionale.
Ma nessuna delle due soluzioni appare realmente risolutiva.
Prossima settimana faremo zoom sulle cadute in RSA: state sintonizzati!