Cadute in RSA: una realtà troppo comune per non pretendere di trovare soluzioni alternative convincenti e tutelanti i nostri ospiti!
Il 40% dei residenti che vivono in R.S.A. cade almeno una volta ogni anno e di questi almeno il 20% subiscono fratture e ospedalizzazioni.
Forse non sono noti a tutti, ma i residenti delle strutture sanitarie assistenziali conoscono molto bene questi dati perché ogni giorno vivono e sono soggetti al rischio cadute.
Anche se è definito generalmente “un evento che consiste nel fermarsi inavvertitamente sul terreno o sul pavimento o su un altro livello inferiore”, cadere rappresenta molto di più, soprattutto per gli anziani residenti in RSA perché comporta una serie di conseguenze non soltanto fisiche, ma anche psicologiche e personali davvero compromettenti.
Infatti un caduta può determinare non soltanto lacerazioni, fratture, traumi cranici ed emorragie, ma soprattutto paura, perdita di fiducia nel personale sanitario, depressione e in taluni casi addirittura la morte.
Parliamo di persone sole, non o parzialmente autosufficienti, che vivono in ambienti non familiari e che molto spesso non ricevono un’assistenza personalizzata tale da consentirgli una qualità della vita migliore.
Vi sono diversi studi – come ad esempio lo “Studio osservazionale sulla dinamica, gli esiti e le caratteristiche di autonomia dei soggetti caduti in RSA” – che mettono in evidenza taluni aspetti del fenomeno della caduta molto interessanti che sottolineano l’incidenza in un determinato orario o in un determinato posto.
La maggior parte delle cadute in RSA ad esempio, avviene durante il pomeriggio e la sera ed il luogo dove avviene la caduta per circa il 45% è in camera da letto mentre solo per circa il 10% in bagno.
Inoltre, tali dati, insieme all’indicazione del giorno, dello stato della persona, delle modalità e della dinamica della caduta devono essere registrati sui report ogni volta che si verifica l’evento caduta.
Informazioni non sempre reperibili per mancanza di un testimone ad esempio o perché compilare il report diventa spesso dispendioso in termini di tempo.
In definitiva l’evento caduta in RSA è un evento da monitorare al meglio.
Esistono dunque oggi soluzioni basate su intelligenza artificiale o possibili sistemi innovativi di monitoraggio continuo del paziente volti a prevenire e in qualche modo ridurre il rischio di cadute?
A cura di A. Venturino