Le differenze fondamentali tra l’approccio extraterritoriale “stay and play” e quello “scoop and run”
L’approccio al soccorso extraospedaliero si differenzia in base al territorio. Infatti con più probabilità verrà adottata una metodologia “stay and play” in località remote, mentre in luoghi limitrofi ai pronto soccorso sarà adottato il metodo “scoop and run”.
I termini anglosassoni “stay and play” e “scoop and run” riassumo due approcci opposti al soccorso. Per “stay and play” si intende quell’approccio più utilizzato nei paesi anglosassoni dove i soccorritori approcciano in maniera attiva durante il soccorso. Letteralmente “stay and play” si traduce come: restare e agire. Tale approccio prevede che il soccorso sia effettuato principalmente nel luogo dove avviene il soccorso, dunque gli operatori che per primi soccorrono il paziente potranno occuparsene per esempio con le dotazioni a disposizione sul mezzo di soccorso e steccare una frattura composta oppure operare terapie rianimatorie.
L’approccio del soccorso extraospedaliero denominato “scoop and run” è quello più diffuso nel Bel Paese; infatti in italia la rete del soccorso si sviluppa principalmente facendo riferimento agli ospedali. Pertanto gli operatori che operano il soccorso cercheranno di condurre la persona nel più breve tempo possibile in ospedale, riducendo il più possibile i tempi del soccorso extraospedaliero. Letteralmente traduciamo “scoop and run” come raccogli e corri.