PEIMAF è un acronimo con cui viene identificato il maxi afflusso di feriti.
In Italia sono attivi vari piani di gestione della maxi-emergenza, che coinvolge tutti i professionisti medici e infermieri. Quando ci sono incidenti che coinvolgono più macchine in autostrada oppure un crollo o un incendio di un condominio. E’ stato utilizzato a Genova, per esempio, dopo il crollo del Ponte Morandi che è costato la vita a decine di persone e il ferimento di altre centinaia di soggetti.
Piano di emergenza per il massiccio afflusso di feriti in ospedale.
I presidi sanitari, sedi dei DEA (dipartimento di emergenza -urgenza e accettazione) di I E II livello in collegamento SES 118, rappresentano la rete portante dell’emergenza in caso di disastro. Tre sono i piani, elaborati dalle direzioni sanitarie, piani di cui ogni ospedale deve essere dotato:
- PEI: Piano di Emergenza Interno
- PEVAC: Piano di Evacuazione
- PEIMAF: Piano di Emergenza Interna per il Massiccio Afflusso dei feriti
Per PEIMAF si intende quell’insieme di disposizioni organizzative e procedurali che consente ad un ospedale di far fronte ad una maxi-emergenza mantenendo uno standard di trattamento dei pazienti paragonabile al singolo paziente.
Gli obiettivi del PEIMAF: il piano di emergenza interno per il massiccio afflusso dei feriti consente agli operatori di passare da una condizione di caos ad una condizione di moderata confusione al fine di di ottimizzare le risorse e gestire in modo quanto più possibile l’emergenza in atto. Altro obiettivo è ridurre il tempo di confusione e di abbassamento della capacità di cura degli ospedali che si verifica sempre in condizione di eventi subitanei e inattesi, che si caratterizzano per la sproporzione tra numero di feriti e risorse disponibili.
In sostanza il PEIMAF è un documento che:
- assegna le responsabilità
- prevede come coordinare le azioni
- descrive le relazioni fra strutture diverse
- predispone l’organizzazione per la protezione dei ricoverati e del personale
- identifica il personale, le competenze ,le procedure e le risorse disponibili da mettere in atto durante le operazioni di risposta.
Per cui in caso di maxi- emergenza traumatica saranno proprio questi ospedali a ricevere i pazienti secondo le loro possibilità strutturali ed organizzative.
I requisiti minimi sono:
- disponibilità immediata di un chirurgo
- numero adeguato di infermieri addsetrati in area critica
- una sala opertaoria immediatamente disponibile per un intervento chirurgico di emergenza
- un centro trasfusionale
- un reparto di terapia intensiva
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