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Infermieri e la cura degli occhi in terapia intensiva

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Come curare gli occhi dell’assistito in Terapia Intensiva? Ecco un vademecum della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) destinata ai propri iscritti.

La cura degli occhi in terapia intensiva

  • I pazienti ricoverati in terapia intensiva hanno un alto rischio di andare incontro a problemi degli occhi: in particolare il paziente comatoso non è in grado di chiudere in modo completo gli occhi, a causa dei farmaci e dello squilibrio elettrolitico cui spesso va incontro. Lo squilibrio idroelettrolitico insieme all’aumento della permeabilità capillare possono causare edema palpebrale che a sua volta impedisce la chiusura delle palpebre. Non riuscendo a chiudere bene l’occhio si ha perdita, per evaporazione, di parte del film lacrimale, con aumento del rischio di disidratazione e comparsa di infezioni.
  • Altri elementi che possono favorire la comparsa di problemi oculari nei pazienti in terapia intensiva sono:
    – l’alto flusso di ossigeno, attraverso maschere facciali o nebulizzatori, che può causare un danno epiteliale;
    – l’aspirazione endotracheale, che può portare a diffusione per aerosol di patogeni respiratori nell’epitelio corneale;
    – i farmaci che possono ridurre la forza muscolare palpebrale, far perdere il riflesso dell’ammiccamento e favorire la secchezza oculare.
  • Le complicanze oculari possono andare da secchezza e infezioni lievi, fino a danni permanenti come ulcerazione, rottura della cornea e perdita della vista.
  • Non è noto quale sia la reale incidenza ma secondo studi osservazionali sembra che tra il 20 e il 42% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva sviluppi una cheratopatia, secondo altri studi il 60% dei pazienti intubati e sedati avrebbe una cheratopatia superficiale.
  • Sono stati sviluppati protocolli per la prevenzione dei danni oculari ma non c’è ancora uno standard accettato, anche se dagli studi emerge che l’utilizzo di un protocollo definito ridurrebbe il rischio di complicanze corneali. Sembra invece che spesso i problemi oculari in terapia intensiva vengano trascurati in quanto gli operatori sanitari sono più concentrati sulla stabilizzazione dei parametri vitali piuttosto che sulla cura degli occhi.
  • La valutazione e gestione degli occhi dovrebbe invece far parte delle pratiche di routine del personale infermieristico in terapia intensiva. Come suggerito da uno studio del 2013 sarebbe utile che la prima valutazione venisse effettuata da un oculista e che fossero previsti in terapia intensiva controlli oculistici regolari.
  • La valutazione iniziale prevede un colloquio con i familiari per raccogliere informazioni sulla presenza di precedenti problemi alla vista e di interventi chirurgici. E’ importante chiedere se il paziente ha una storia di cataratta o glaucoma e se usa colliri. Occorre considerare anche la presenza di condizioni mediche che potrebbero interferire con la salute dell’occhio come immunodepressione, sepsi, sindrome di Guillain-Barrè, miastenia gravis, malattie del collagene, diabete, sindrome di Sjogren.
    Nel corso del ricovero bisogna valutare con regolarità:
    – i fattori di rischio;
    – l’abilità del paziente a mantenere la chiusura completa dell’occhio;
    – la secchezza corneale;
    – l’efficacia del trattamento effettuato.
  • La presenza di rossore, gonfiore, dolore devono far sospettare la presenza di un’infezione. Occorre quindi segnalare l’evento al medico che valuterà se utilizzare un antibiotico, in genere si ricorre a gentamicina oppure a cloramfenicolo.
  • Per quanto riguarda eventuali trattamenti preventivi ci sono ancora pochi studi al riguardo tanto che in molti casi il trattamento di scelta si basa sull’opinione degli esperti e non su conclusioni di studi controllati. Si raccomanda quindi sempre cautela.
  • Per l’igiene dell’occhio si può utilizzare soluzione salina o acqua sterile ma non c’è ancora accordo su quale sia preferibile. In letteratura non sono presenti studi che permettano di definire quale sia la frequenza migliore per gli interventi di igiene oculare, ma è comunque raccomandata una periodicità regolare. Secondo le linee guida ICCM la frequenza dovrebbe essere da due a quattro volte al giorno.
    Tutte le procedure di igiene e anche di cura dell’occhio devono sempre essere precedute da un accurato lavaggio delle mani.
  • Per prevenire la secchezza dell’occhio si consiglia l’uso di una pomata lubrificante, le lacrime artificiali oppure l’uso di un tampone oculare. Secondo i dati disponibili le pomate oftalmiche hanno una più lunga durata d’azione rispetto alle lacrime artificiali. In alternativa si possono utilizzare le coperture in polietilene che sembrano essere più efficaci delle pomate, degli unguenti e delle lacrime artificiali nel ridurre l’incidenza delle lesioni corneali.
  • Per garantire la chiusura dell’occhio in terapia intensiva possono essere usati metodi diversi come:
    – cerotto;
    – garze imbevute di paraffina;
    – tamponi oculari in polietilene;
    – gel di poliacrilamide;
    – tarsoraffìa temporanea.
    La chiusura dell’occhio senza l’uso di lubrificanti non sembra comunque sufficiente per la prevenzione della secchezza oculare e delle sue complicanze. Si consiglia quindi di usare garze inumidite con soluzione salina oppure in alternativa di applicare con regolarità soluzioni lubrificanti.
    Prima di procedere con la chiusura della palpebra si raccomanda sempre l’igiene dell’occhio.

Sitografia

ANIARTI

Nel 2009 ANIARTI ha pubblicato una revisione della letteratura condotta su 24 unità di terapia intensiva in Italia. Dalla revisione emerge che in Italia la cura degli occhi in terapia intensiva è ancora poco conosciuta.

Sempre sul sito di ANIARTI si segnala una revisione del 2014. Il documento in full text è riservato ai soci mentre è aperto a tutti l’abstract.

Best Practice

Il gruppo di evidence based nursing dell’Ospedale Sant’Orsola Malpighi di Bologna ha pubblicato nel 2002 la traduzione del Best Practice australiano sul tema. Il documento non è recente e si basa su pochi studi nonostante sia una delle poche revisioni della letteratura disponibile sull’argomento.

Linee guida ICCM

E’ il link a linee guida pratiche dell’Intensive Care Coordination and Monitoring del New South Wales. Le linee guida, aggiornate al 2014, hanno come obiettivo fornire agli operatori sanitari e in particolare agli infermieri le indicazioni evidence based per la cura degli occhi in terapia intensiva. Il testo è in lingua inglese.

Saudi J Anaesthesia

Si rimanda a uno degli studi più recenti condotto su pazienti ventilati. Lo studio confrontando l’applicazione delle nuove procedure di assistenza con quelle più vecchie ha trovato che l’uso di un protocollo definito per la cura degli occhi riduce le complicanze nei pazienti in terapia intensiva. L’articolo è in lingua inglese.

Scientific World Journal

Si riporta il link a uno studio pubblicato nel 2013 sulla rivista Scientific World Journal. Dai dati dello studio emerge l’importanza di un controllo regolare dei pazienti. L’articolo è in lingua inglese.

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