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Autisti Soccorritori Calabresi: “pagati 700 euro per 150 ore di lavoro al mese, chiediamo incontro con Governatore Occhiuto”.

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Riceviamo e pubblichiamo una missiva di alcuni Autisti Soccorritori Calabresi: “noi pagati 700 euro per 150 ore di lavoro al mese, chiediamo incontro con Governatore Occhiuto”.

Spett.le Redazione di Assocarenews.it,

i prego di mantenere l’anonimato, per tutela verso i volontari soccorritori-autisti di ambulanza private delle Asp Calabresi.

Ciò che vi porto a conoscenza è una storia paradossale, fatta di uomini e donne, che giornalmente lavorano come autisti/soccorritori, retribuiti, con falsi rimborsi spese, quasi sempre con certificazione documentate di centinaia e centinaia di km percorsi quotidianamente, e chi come alcuni soccorritori autisti dipendenti, lavorano 12 ore al giorno, ma retribuiti da CCNL 2/3 per giorno.

Tuttavia, per i volontari non regolarmente assunti, le associazioni non considerando questo come lavoro subalterno, ma solo come prestazione di lavoro volontario, di poche ore retribuite anche fino a 600/700 euro mensili “a nero”, senza contributi, ne malattia, ne indennità. C’è anche personale assunto con contratti part-time a 26 ore settimanali, ma che in realtà ne fanno più di 150.

C’è anche lo spreco di denaro pubblico, dove anche una sola ambulanza privata, parcheggiata nelle varie postazioni territoriali 118, costa alle varie Asp (quindi a tutti i cittadini calabresi 500 € al giorno).

Il Rischio quindi è quello di fare mandare in tilt il 118, se le aziende sanitarie non provvederanno ad internalizzare il servizio affidato alle associazioni di volontariato, ma anche proporre avviso/concorsi pubblici per sopperire anche alle carenze di personale.

Si ha anche contro la nuova legge del terzo settore, che prevede un rimborso spese di 10 euro a turno e buoni pasto senza alcun altro tipo di contributo economico.

Finti volontari sulle ambulanze, quindi.

Proprio sulla figura volontaria di autisti e soccorritori che ogni giorno sono in ambulanza, si gioca la partita.

Il personale che soccorre il cittadino, spesso con Covid o sospetto contagio, non solo si espone al rischio di contrarre il virus, ma non ha alcuna copertura assicurativa.

Non ha diritto a indennità, non ha tutela e per di più si vede ridurre drasticamente il suo compenso.

Si rischia il Covid senza alcuna tutela. L’internalizzazione di questi finti volontari, rappresenterebbe un’assunzione a tutti gli effetti in un sistema integrato con la gestione pubblica del sistema sanitario regionale Calabrese, significherebbe porre fine al lavoro nero e precario.

Già da un decennio si parla di internalizzare il 118 nelle le società partecipate delle asl, ma nessuno l’ha fatto.

In alcune asl l’internalizzazione del 118 in mano alle onlus si sta avviando, nel senso che si sono attivate le procedure per la internalizzazione.

Quali saranno, quindi, le ricadute sul sistema di emergenza-urgenza se non si stabilizzeranno tutto il personale delle associazioni private-onlus? Negative senz’altro.

Buona parte del sistema si regge, infatti, sulle convenzioni con associazioni di volontariato che forniscono alle Asp, oltre ai mezzi mobili come ambulanze, anche autisti-soccorritori, soccorritori ed in alcune postazioni anche infermieri.

I dirigenti della sanità Calabrese, dovrebbero intervenire rapidamente, consentendo l’assunzione diretta di tutto il personale attualmente impiegato nelle varie associazioni di volontariato.

Chiediamo a gran voce un incontro il Presidente/Commissario alla sanità Occhiuto per la discussione e la risoluzione definitiva di un sistema emergenza territoriale al collasso.

Con animo pregno di affetto verso di voi, mi congedo e vi mando amorevoli saluti.

Vostro fedele sostenitore.

Grazie per la diffusione.

Cordiali saluti.

Movimento Autisti-Soccorritori Calabresi

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