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Stomia per cancro colon retto e Assistenza infermieristica.

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Un intervento invasivo che comporta la stomia, presidio che con l’aiuto dell’infermiere può essere gestito bene nel post-intervento di asportazione.

Nei paesi occidentali il cancro del colon-retto (e l’applicazione di stomia) rappresenta il secondo tumore maligno per incidenza dopo quello della mammella nella donna e il terzo dopo quello del polmone e della prostata nell’uomo. La malattia è maggiormente diffusa in persone di età compresa fra i 60 e i 75 anni senza distinzione di genere. In Italia si stima che questa neoplasia colpisca 23.000 donne e 30.000 uomini. Qual è il compito dell’Infermiere Stomarerapista in questo settore particolare dell’assistenza?

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Il trattamento chirurgico del cancro del colon-retto potrebbe prevedere il confezionamento di un’enterostomia, ossia l’abboccamento di un tratto di intestino sulla parete addominale.

Assistenza infermieristica alla persona con stomia.

L’assistenza infermieristica alla persona stomizzata deve essere flessibile, in quanto deve rispondere a bisogni che cambiano frequentemente, e personalizzata, in quanto deve rispettare la complessità della persona assistita. Per tale ragione il processo di cura avviene all’interno di un’equipe multidisciplinare.

L’assistenza al paziente stomizzato sia articola in quattro fasi: fase pre-operatoria, intraoperatoria, post-operatoria e fase di follow-up.

Nel presente articolo ci soffermeremo su quella post-operatoria. Le evidenze dimostrano che nella fase post-operatoria la relazione terapeutica riveste un ruolo particolarmente importante; una buona relazione, che si instaura tra l’Infermiere Stomaterapista e il paziente/famiglia, dovrà fondarsi sulla fiducia, l’ascolto attivo e l’empatia e costituisce un indice di valutazione di  una buona qualità assistenziale.

L’assistenza infermieristica nella fase post-operatoria del confezionamento della stomia prevede:

a) Valutazione della stomia e della cute peristomale:

nelle prime 24-48h lo stoma e la cute peristomale devono essere visionati spesso al fine di rilevare eventuali complicanze precoci attraverso appositi strumenti validati. Tra le complicanze precoci, ovvero quelle che si manifestano entro i primi 30 giorni, si annoverano:  l’edema, l’emorragia intra e peristomale, l’ischemia, necrosi, la dermatite da contatto, le lesione cutanee, la suppurazione, l’ascesso peristomale, il distacco di giunzione muco-cutanea o diastasi muco-cutanea, trauma.

Gli studi disponibili dimostrano, tuttavia, che possono manifestarsi anche delle complicanze tardive ( dopo 30 giorni) quali: dermatite da contatto, lesioni cutanee ( es verruche, candidosi, follicoliti ), ernia, fistola, prolasso, stenosi, granulomi, trauma.

b) Educazione allo stomacare:

questa è la fase più importante e delicata del processo di cura in quanto volta all’acquisizione delle abilità necessarie a mantenere la cura dello stoma al fine di garantire l’autonomia e l’accettazione della nuova condizione di vita.

c) L’educazione allo stomacare è finalizzata:

  1. alla scelta dei dispositivi di raccolta più adeguati al paziente;
  2. al self-care con acquisizione di conoscenze ed abilità riguardo a:
  • Alimentazione ed idratazione: a seconda del tipo di stomia confezionata (colostomia o ileostomia) lo stomaterapista, avvalendosi di altre figure professionali quali il dietista, consiglierà gli alimenti più adeguati e la quantità di idratazione necessaria;
  • Abbigliamento ed igiene della stomia: la stomia non è una ferita per cui si possono utilizzare acqua e sapone per provvedere all’igiene.
  • Mantenimento del peso corporeo : bruschi aumenti o perdite di peso possono inficiare sull’adesione dell’ausilio scelto per l’apparecchiatura della stomia e determinare l’insorgenza di complicanze;
  • Prevenzione e rilevazione di eventuali complicanze;
  • Corretto utilizzo degli ausili prescritti;
  • Corretta assunzione dei farmaci prescritti: l’intervento a carico dell’intestino può modificare l’assorbimento di alcuni farmaci per cui potrebbe essere necessaria la modifica della forma farmaceutica da parte del medico prescrittore.
  • Ottenimento della fornitura degli ausili prescritti;
  • Numeri telefonici che mettono il paziente in contato con l’ambulatorio stomizzati.

L’autocura è l’obiettivo principale dell’assistenza al paziente stomizzato in quanto consente di raggiungere una buona qualità della vita.

Nel caso in cui il sefl care non fosse possibile sarà necessario individuare e coinvolgere un caregiver e il supporto territoriale.

d) Stomia: Supporto emotivo e psicologico.

Nella fase post-operatoria è importante supportare i pazienti da un punto di vista emotivo in quanto questi pazienti affrontano un percorso lungo e  tortuoso scontrandosi contro la malattia, la chemioterapia e le complicanze ad essa connessa, alla modifica dell’immagine corporea connessa ai ruoli, alle relazioni sociali e alla sfera della sessualità.

In tale senso si può indirizzare il paziente ad un professionista esperto per iniziare un percorso psicoterapico.

Bibliografia consultata:

  • AIRTUM: associazione italiana registro dei tumori 2017;
  • AIRC: associazione italiana per la ricerca contro il cancro;
  • College of Nursing, 1999;
  • iaBPG Clinical Best Practice Guidelines, “Ostomy Care and Management” ovvero 2009,
  • RNAO;
  • Haugen et. al, 2006; Persson et Larsson, 2005; Erwin-Toth, 1999 ovvero Olejnic et al., 2005;
  • Wound, Ostomy and Continence Nurses Society, ovvero 2007;
  • Wu, Chau e Twinn,Self-efficacy and quality of life among stoma patients in Hong Kong, Cancer Nurs. 2007;
  • Incidence of complications of the stoma and peristomal skin among individuals with colostomy, ileostomy and urostomy. Journal of Wound, Ostomy and Continence Nursing, 35(6);
Dott.ssa Serena Pannetta
Dott.ssa Serena Pannetta
Infermiera con la passione per la scrittura e per la ricerca. E' esperta nella gestione di Pazienti con storie.
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