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venerdì, Aprile 19, 2024
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Ricerca: infiammazione miocardio per il 78 % dei pazienti post Coronavirus.

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Ricerca: 78 pazienti su 100 guariti dal Coronavirus presenta un’infiammazione del miocardio. Lo studio scientifico pubblicato su Jama Cardiology.

Uno studio prospettico di coorte pubblicato su Jama Cardiology e svolto su 100 pazienti precedentemente ricoverati con Covid-19 evidenzia nel 78 per cento dei partecipanti segni di infiammazione miocardica.

Alla risonanza magnetica cardiaca (Cmr) correlata con un aumento della troponina T.

I risultati dello screening post Covid-19.

“Due terzi dei pazienti infettati dal virus erano rimasti a casa, mentre i più gravi erano stati ricoverati in ospedale. Nessuno aveva una storia pregressa di insufficienza cardiaca o cardiomiopatia” spiega la coautrice Valentina Püntmann, dell’Ospedale universitario di Francoforte in Germania, sottolineando la presenza di una significativa infiammazione miocardica dopo il recupero dal Covid-19.

“La miocardite potrebbe preannunciare la comparsa di un’insufficienza cardiaca entro pochi anni, e la diagnosi precoce potrebbe ridurre il decorso del danno infiammatorio o addirittura interromperlo” scrivono i ricercatori.

“Studi precedenti suggeriscono che alcuni pazienti con pregressa recente infezione da Covid-19 possono esitare con una miocardite, e questo studio aggiunge che l’infiammazione miocardica potrebbe diventare subacuta o addirittura cronicizzare, e che in alcuni pazienti potrebbe non essere del tutto reversibile. Per chiarire meglio l’argomento servono comunque ulteriori dati a lungo termine” conclude Püntmann.

In un editoriale di accompagnamento (riportato da tagmedicina.it), Diana Lindner, dello University Heart and Vascular Centre di Amburgo, in Germania, presenta un’analisi post-mortem del tessuto miocardico di 39 pazienti con pregressa infezione da Covid-19 per lo più grave, da cui emergono segni di attiva replicazione virale nel miocardio.

Ma senza prove certe che l’infezione potesse portare a una miocardite fulminante.

Piuttosto, il virus si è apparentemente infiltrato nel cuore localizzandosi nelle cellule interstiziali o nei macrofagi senza entrare nei miociti.

“Risultati che da un lato suggeriscono un’attiva replicazione miocardica nei casi con carica virale molto elevata, e dall’altro aprono la strada a ulteriori studi sulle conseguenze a lungo termine della miocardite da Covid-19, che al momento non conosciamo” conclude Lindner.

Leggi lo studio, pubblicato su Jama Network.

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