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Qual è la procedura corretta per la gestione del paziente con disfagia da liquidi o solidi?

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La gestione del paziente con disfagia da liquidi o solidi richiede un approccio multidisciplinare e personalizzato, volto a garantire un’adeguata nutrizione e idratazione, prevenire complicanze come la polmonite ab ingestis e migliorare la qualità di vita del paziente.

Ecco la procedura corretta, suddivisa in fasi.

1. Identificazione e Screening:

  • Anamnesi: Raccolta dettagliata della storia clinica del paziente, inclusi sintomi riferiti (difficoltà a deglutire, tosse durante o dopo la deglutizione, sensazione di cibo bloccato, rigurgito, perdita di peso inspiegabile, infezioni respiratorie ricorrenti), patologie pregresse (neurologiche, oncologiche, respiratorie, ecc.), terapie farmacologiche in corso.
  • Osservazione clinica: Durante l’assunzione di cibo e liquidi, si osservano segni di difficoltà deglutitoria come tosse, schiarimenti di gola frequenti, voce gorgogliante, residui di cibo in bocca, aumento del tempo impiegato per mangiare.
  • Questionari specifici: Utilizzo di questionari validati (es. SWAL-QOL, EAT-10) per quantificare la gravità dei sintomi riferiti dal paziente.
  • Screening infermieristico: Il personale infermieristico gioca un ruolo cruciale nell’identificare precocemente i pazienti a rischio di disfagia durante l’assistenza quotidiana.

2. Valutazione Diagnostica Approfondita:

  • Valutazione logopedica: Il logopedista è la figura professionale centrale nella valutazione della disfagia. Questa valutazione include:
    • Esame clinico della deglutizione (Bedside Swallowing Evaluation – BSE): Osservazione diretta della deglutizione di diverse consistenze di cibo e liquidi, valutazione dei riflessi orali e faringei, valutazione della forza e della coordinazione dei muscoli coinvolti nella deglutizione.
    • Valutazione strumentale: Quando l’esame clinico non è sufficiente o per chiarire specifici aspetti della disfagia, si ricorre a:
      • Videofluoroscopia (VFSS – Videofluoroscopic Swallowing Study): È considerata il “gold standard”. Permette di visualizzare in tempo reale, mediante raggi X e registrazione video, il transito del bolo alimentare attraverso la bocca, la faringe e l’esofago durante la deglutizione di diverse consistenze di cibo e liquidi miscelati con bario. Consente di identificare le alterazioni anatomiche e funzionali, il rischio di aspirazione e di valutare l’efficacia di manovre e modifiche della dieta.
      • Valutazione endoscopica funzionale della deglutizione (FEES – Fiberoptic Endoscopic Evaluation of Swallowing): Un endoscopio flessibile con una telecamera viene inserito attraverso il naso per visualizzare la faringe e la laringe durante la deglutizione di cibo e liquidi colorati. Permette di valutare le secrezioni, la motilità delle strutture, la presenza di aspirazione prima, durante e dopo la deglutizione, e l’efficacia di manovre compensatorie.

3. Definizione del Piano di Trattamento:

Sulla base dei risultati della valutazione diagnostica, il team multidisciplinare (medico, logopedista, dietista, infermiere, terapista occupazionale, psicologo, ecc.) elabora un piano di trattamento individualizzato che può includere:

  • Modifiche della dieta:
    • Consistenza dei liquidi: Variazioni nella viscosità (nettare, miele, budino).
    • Consistenza dei solidi: Variazioni nella consistenza (purea, tritato fine, morbido a piccoli pezzi, normale).
    • Tecniche di preparazione: Evitare cibi a doppia consistenza, cibi filamentosi o con piccole parti che possono essere aspirate.
  • Manovre posturali: Insegnamento di posizioni specifiche del capo e del corpo durante la deglutizione per facilitare il transito del bolo e ridurre il rischio di aspirazione (es. flessione del capo, rotazione del capo verso il lato debole).
  • Tecniche di deglutizione: Insegnamento di manovre specifiche per migliorare la sicurezza e l’efficacia della deglutizione (es. deglutizione sopraglottica, deglutizione forzata, deglutizione multipla).
  • Esercizi di riabilitazione: Esercizi specifici per rafforzare e migliorare la coordinazione dei muscoli coinvolti nella deglutizione (muscoli orofaringei, laringei, respiratori).
  • Ausili e adattamenti: Utilizzo di posate adattate, piatti con bordi rialzati, cannucce speciali.
  • Alimentazione alternativa: Nei casi di disfagia severa e persistente, può essere necessario ricorrere a vie di alimentazione alternative come il sondino naso-gastrico (SNG) per un periodo limitato o la gastrostomia endoscopica percutanea (PEG) per un supporto nutrizionale a lungo termine.
  • Terapia farmacologica: In alcuni casi, possono essere utili farmaci per gestire sintomi associati come il reflusso gastroesofageo o la scialorrea.
  • Supporto psicologico: La disfagia può avere un impatto significativo sulla qualità di vita e sull’umore del paziente. Il supporto psicologico può aiutare il paziente e la sua famiglia ad affrontare le difficoltà.

4. Implementazione e Monitoraggio:

  • Educazione del paziente e dei caregiver: Fornire istruzioni chiare e dettagliate sulle modifiche della dieta, le manovre posturali e le tecniche di deglutizione. Assicurarsi che il paziente e i suoi familiari comprendano l’importanza di seguire le raccomandazioni per prevenire complicanze.
  • Supervisione durante i pasti: Soprattutto nelle fasi iniziali, è importante che il paziente sia supervisionato durante i pasti per assicurarsi che applichi correttamente le strategie apprese e per intervenire in caso di difficoltà.
  • Monitoraggio continuo: Valutazione periodica dell’efficacia del piano di trattamento, della tolleranza alla dieta, della presenza di eventuali complicanze (es. infezioni respiratorie, perdita di peso), e della qualità di vita del paziente.
  • Ajustamenti del piano di trattamento: Il piano di trattamento deve essere flessibile e adattato alle esigenze e ai progressi del paziente nel tempo.

5. Follow-up:

  • Controlli periodici: Programmare controlli regolari con il logopedista e gli altri membri del team per monitorare la deglutizione, apportare eventuali modifiche al piano di trattamento e fornire supporto continuo.
  • Transizione e dimissione: Al momento della dimissione ospedaliera, assicurare una transizione sicura verso la gestione domiciliare, fornendo istruzioni chiare ai caregiver e programmando eventuali follow-up ambulatoriali.

È fondamentale sottolineare che:

  • Ogni paziente è unico: La gestione della disfagia deve essere individualizzata in base alla causa, alla gravità e alle specifiche esigenze del paziente.
  • La collaborazione è essenziale: Un approccio multidisciplinare che coinvolga attivamente il paziente e i suoi caregiver è cruciale per il successo del trattamento.
  • La prevenzione è importante: Identificare precocemente i pazienti a rischio e implementare strategie preventive può ridurre l’incidenza e la gravità della disfagia.

Seguendo questa procedura corretta, i professionisti sanitari possono fornire una gestione efficace e sicura ai pazienti con disfagia da liquidi o solidi, migliorando significativamente la loro qualità di vita e prevenendo complicanze potenzialmente gravi.

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