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venerdì, Marzo 29, 2024
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Caro utente del Pronto Soccorso… buona Pasqua!

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Cronaca di una notte d’attesa in PS.

Vorrei narrare la fattispecie VERA accaduta ad un collega. Vigilia di Pasqua: in piena notte al pronto soccorso di un ospedale del nord ovest si presenta il signor Tizio, dichiarandosi coinvolto in un incidente stradale con trauma collo-torace e pregresso pneumotorace (Pnx).

Il medico del pronto soccorso prescrive un rx del rachide cervicale, funzionale a certificare una distorsione che una sentenza della Cassazione (n. 1272/2018) ritiene non più necessaria in caso di “microlesioni” o lesioni “micro permanenti”, di lieve entità (il paziente si è recato sia al pronto soccorso che in radiologia autonomamente ed in assenza del tipico presidio del caso: collare), ove in “lieve entità” devono includersi situazioni NON dimostrabili, né obiettivamente, né per mezzo di esami clinici (nel caso de quo di spettanza ambulatoriale), che pertanto sono ritenute NON risarcibili.

Prescrive anche un rx torace, per accertare la assenza di alterazioni, sia riferibili al narrato trauma toracico, ma anche in relazione al “recente pnx”, pur in completa assenza di elementi che potessero suffragare tale ipotesi: lesioni cutanee, contusioni costali, ponzamenti meccanici correlati al trauma stradale, ma soprattutto, oggettive difficoltà respiratorie.

In breve, stante una classificazione iniziale di codice verde, invece che essere re-inviato al curante per il più corretto iter ambulatoriale, il paziente, per consolidata prassi, è inviato in radiologia con le prescrizioni in mutato codice rosso. 

Il TSRM che riceve il paziente, ben cosciente di tali andazzi, accetta entrambe le prestazioni, se non che il Sig. Tizio gli propone visione di pronto incartamento di precedenti eseguiti per la diagnosi e follow up del su citato pnx.

Al che si domanda: Esami precedenti in tale fattispecie improvvisa? I casi sono due: tiene l’archivio delle cose più importanti della sua vita in auto o in borsa, oppure l’incidente non è proprio appena e/o colà accaduto.

Malgrado le prestazioni siano quelle incluse nell’elenco “esaustivo delle pratiche radiologiche ammesse alla standardizzazione”, che quindi può (o forse sarebbe meglio dire: DEVE) eseguire in autonomia e su prescrizione medica, vorrebbe far intervenire il medico: però i precedenti consegnati sono i medesimi presenti nella cartella radiologica digitale del paziente (eseguiti, giusto caso, nello stesso presidio), e poi ricorda che è lo stesso radiologo che giorni prima ha giustificato altra prestazione inclusa nel medesimo elenco (rx caviglia), rinovellata dopo meno di sette giorni in paziente minore di età, in assenza di traumi successivi, per “persistenza della sintomatologia”, sempre in regime di guardia radiologica (ove si dovrebbero trattare, tramite gli appositi processi di giustificazione ed ottimizzazione – istituiti anche per limitare il proliferare degli inutili esami di medicina difensiva attiva – esclusivamente i realicodici gialli e rossi), medico che non soltanto acconsentirebbe alla esecuzione “in automatico” – ossia senza consulto, anche soltanto telefonico, con il prescrivente (con cui non vuole ingenerare alcun contrasto) e/o visita del paziente (come normativamente previsto) – ma che certamente troverebbe cervellotica propria motivazione in avallo, altresì sostanziando il disappunto per essere stato inutilmente “disturbato” nel pieno della  notte.

Per tale noto e già collaudato “fuoco incrociato” di mera connivenza, il TSRM esegue gli esami prescritti, restituisce i precedenti al paziente, che ignaro di essere stato scoperto nella sua “furberia”, cordialmente si congeda: «buonanotte, buona Pasqua … e buon lavoro».

Ebbene, carissimo utente: Pasqua o non Pasqua, le notti dei TSRM d’Italia sono funestate da pletore di Caio, Sempronio e Mevio, che come LEI non guardando in faccia a niente e nessuno pur di conseguire il proprio ignobile ed altresì inutile, nonché frodaiolo comodo, confermato da referti di negatività, non soltanto approfittano dei servizi pubblici di urgenza ed emergenza raggirando e/o coartando l’attività di medici paurosi o inesperti, ma anche pensando, alfine, che gli altri professionisti sanitari siano dei perfetti (e magari obbligati) idioti, sfacciatamente forniscono anche la prova tangibile della propria colpevolezza.

Di fronte a tali mere indecenze morali, in un mondo di qualunquismo e superficialismo in cui siamo sprofondati, le leggi risultano inefficaci ed urge la loro più opportuna modifica (esercizio medico difensivo ascrivibile a peculato? obbligatoria consequenzialità del trattamento sanitario? una più ampia potestà del TSRM, come avviene in UK?) in ordine ad estirpare simili malcostumi; sappia soltanto che, allo stato, considerazioni economiche a parte, anche a causa sua, diverse prestazioni, quali ad es. una TC per colica renale in corso ed un rx torace per tosse e febbre (entrambe situazioni che si spera alcuno soffra mai) sono state rispettivamente fortemente ritardate ed addirittura non eseguite per rinuncia degli stessi esasperati ma veri pazienti.

Se vogliamo che la sanità italiana funzioni bene, ossia possa intervenire al momento giusto alla persona giusta, con l’intervento giusto, allora dovremmo iniziare a fare la prima cosa più utile: un approfondito esame di coscienza che a Pasqua dovrebbe risultare anche più agevole. 

Dott. Calogero Spada
Dott. Calogero Spada
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (Bari, 1992), perfezionato in Neuroradiologia (Bari, 2001), Laureato Magistrale (Pavia, 2015), Master II liv. in Direzione e Management (Casamassima – BA, 2017) e di I liv. in Coordinamento (Castellanza – VA, 2011); dal 2017 guest blogger e web writer in sanità.
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