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Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM): “non siamo Medici, ma almeno siamo Professionisti”.

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Da “non medici” a “non professionisti”. Lo strano destino dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica (TSRM) in Italia.

A conclusione dei lavori del 19° Congresso dei Tecnici di Radiologia Medica tenutosi a Vicenza nello scorso week end, evento passato in subordine per via del “maggiore” evento elettorale, si rilevano alcuni episodi “suggestivi”:

– (immancabile) video che ha ripercorso tutta la storia della professione, dagli anni 30’ del secolo scorso ad oggi;

– premio ad honorem davanti a quasi mille delegati al Presidente “emerito” Alessandro Beux, già presidente FNCTSRM;

– messaggio di «una valenza storica irripetibile» da parte del Ministro della Salute Roberto Speranza, che a margine dell’evento ha dichiarato: «È il primo della Commissione di Albo nazionale che ha ereditato la rappresentanza istituzionale degli ex Collegi dei Tecnici sanitari di radiologia medica, ora Ordini multiprofessionali. Quella dei TSRM è stata una scelta responsabile e lungimirante, che col tempo darà i suoi frutti: la complessità che da tempo caratterizza la società e la sanità richiede analisi e risposte che crescano plurali, capaci di andare al di là della mera sintesi finale dei singoli contributi»;

– dichiarazioni d’effetto della “guest star” Presidente FNOMCeO Filippo Anelli:

«Questa pandemia ha fatto emergere l’importanza delle professioni sanitarie, ma dalla crisi è venuta fuori anche l’ossatura e il valore di un SSN che consideriamo un bene assoluto di questo Paese. Oggi la sanità è riconosciuta come uno dei settori più strategici. Senza la salute non si può fare niente. Con la legge 3 del 2018 Gli ordini si sono trasformati in articolazioni dello stato. Questo dà maggiore autorevolezza a tutti i professionisti» …

«Il PNRR non basta, è utile per le strutture e le infrastrutture ma servono risorse per i professionisti. L’eredità del passato è quella di vederci in contrapposizione, ma così non è. La consulta delle professioni è stata una svolta in questo senso. Dobbiamo pensare a una reciproca attività senza la quale non possiamo garantire servizi»;

– dichiarazioni d’effetto dell’Assessore alla Sanità della (ospitante) Regione Emilia Romagna e coordinatore del Comitato Salute della Conferenza delle Regioni, Raffaele Donini:

«Per noi oggi è fondamentale ricevere da tutte le professioni visioni e competenze che esprimono nel sistema sanitario per affinare la riforma del sistema. Con il PNRR parliamo di casa come primo luogo di cura, del rinnovo delle apparecchiature obsolete. Viene offerto il valore della multiprofessionalità. La formazione di questa multiprofessionalità deve avvenire attraverso investimento in professioni sanitarie: occorre una quantità di professionisti adeguata alla domanda di salute e assicurarsi che i professionisti siano valorizzati anche con una remunerazione che non può essere quella di oggi».

Emotività a parte, all’interno delle quattro sessioni in cui si è articolato il congresso, si è anche discusso del d. lgs. 101/2020, ossia della radioprotezione …

ma …

nulla si è nemmeno accennato riguardo gli scottanti (da ormai più di vent’anni) temi della giustificazione e della ottimizzazione degli esami radiologici che, ancora detenuti in “ostaggio” dai medici radiologi rendono, per motivi già ripetutamente pestati come l’acqua in un mortaio, i professionisti TSRM …

DI FATTO DEI “NON – PROFESSIONISTI”.

Situazione che peraltro rende di fatto inattuabili le ipotesi pomposamente presentate da Donini, sterili gli auspici di Speranza e quasi macchiettistiche le affermazioni di Anelli …

Orbene, visto che da una parte si è tornati ad una moda che si sperava persa nel tempo, di convegni faraonici che diano sono l’illusione di essere questi grandi personaggi del mondo della salute Italiana e dall’altra si continui ad assistere ad una fenomenologia della negazione mista ad indottrinamento, risulta impossibile non domandare a tutta la platea di colleghi radiographers:

Se deve essere maggiore l’imbarazzo di continuare a sollevare questi temi fuori dal coro, o quello dei rappresentanti apicali dell’ordine multi-professionale (ancora ben “controllato” dai TSRM) di NON parlarne?

C’è addirittura chi tra questi ancora noiosamente contesti l’estensivo utilizzo dell’appellativo “non medici” , peraltro noto ed ordinariamente utilizzato anche, nelle sue comunicazioni, dal primo presidente, il recentemente scomparso Natalino Bordigoni …

Ma costoro invece che preoccuparsi di non sentirsi dei “non medici” e di sentirsi oltraggiati da tale utilizzo di termini ordinari della lingua Italiana, ove peraltro non vi sia alcun accordo alternativo di sintetica denominazione (anche il “paramedici” ampiamente utilizzato nel mondo anglosassone, in Italia risulta anch’esso inviso), ma tenendo conto di essere partiti da una delle prime, storiche professioni sanitarie, dovrebbero preoccuparsi di risultare a tutt’oggi A NORMA DI LEGGE il fanalino di coda del maxi-ordine, ossia l’unico profilo professionale incapace di esercitare le competenze di conferma del trattamento richiesto dal prescrivente (che gli infermieri ora giustamente vorrebbero diventare [1]) ed alla esecuzione in proprio delle attività tipizzanti la professione: in buona sostanza, e con buona pace di ampia rassegna normativa recente (l. 42/99, l.251/00, l.43/06) …

un vero, autentico ed indubbio … profilo ancillare.

[1] LINK

Dott. Calogero Spada
Dott. Calogero Spada
Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (Bari, 1992), perfezionato in Neuroradiologia (Bari, 2001), Laureato Magistrale (Pavia, 2015), Master II liv. in Direzione e Management (Casamassima – BA, 2017) e di I liv. in Coordinamento (Castellanza – VA, 2011); dal 2017 guest blogger e web writer in sanità.
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