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Ostetriche chiedono intramoenia anche per la loro professione, interviene la FNOPO.

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Anche la FNOPO, a nome di tutte le ostetriche italiane, chiede la regolamentazione e la liberalizzazione dell’intramoenia per le professioni sanitarie non mediche.

“Nessuna professione sanitaria medica resti indietro e venga dimenticata dalla politica” affermano con forza le componenti del Comitato centrale della Federazione Nazionale della Professione di Ostetrica (FNOPO).

“Tutte le professioni sanitarie hanno pari dignità ed egual diritto di ricevere la giusta attenzione da parte di chi governa, perché tutti i professionisti sono indispensabili, ciascuno per la loro specifica competenza e ambito, nella presa in carico, gestione, promozione e protezione della salute dei cittadini. Un riconoscimento arrivato anche dall’OMS che ha dedicato l’anno 2020 all’infermiere e all’ostetrica/o, ravvisando in entrambe le professioni un ruolo determinante nella qualità di salute, e quindi di vita, della popolazione – spiegano le rappresentanti della Professione Ostetrica -. Per tali ragioni la FNOPO desidera rinnovare al viceministro Sileri la richiesta di tener fede a quanto già da lui stesso affermato nel corso di un evento pubblico, ovvero regolamentare l’apertura alla libera professione intramuraria sia dell’infermiere che della Categoria Ostetrica. Un provvedimento – sottolineano i vertici nazionali FNOPO – che come ha affermato lo stesso Sileri non dovrà creare divisioni, o peggio ancora danneggiare le libere professioniste, ma servirà a creare maggior offerta tanto ai professionisti quanto alle donne. Il coinvolgimento di tutte le professioni a contratti di esclusività all’interno della pubblica amministrazione con la possibilità di svolgere attività ed erogare prestazioni oltre il normale orario di lavoro porterebbe molti vantaggi. Ad esempio, consentirebbe il giusto riconoscimento di uguaglianza e pari dignità professionale e il superamento dell’attuale idiosincrasia della normativa sui contratti di lavoro, che riconosce tale possibilità solo alla figura del medico. Ma soprattutto consentirebbe al cittadino di poter esercitare il proprio diritto alla scelta del professionista al quale affidare la propria salute, con condizioni economicamente più vantaggiose rispetto al privato, in quanto i prezzi delle prestazioni in intramoenia sono calmierati. Inoltre, già oggi in molte realtà esistono progetti di intramoenia in team con le professioni sanitarie a supporto dell’attività medica. Inoltre, sono moltissime le attività che si possono offrire ai pazienti, ad esempio l’assistenza in gravidanza a basso rischio, la prevenzione dalle malattie sessualmente trasmesse o ancora la vaccinazione in gravidanza o contro l’Hpv. Se tali attività fossero offerte in ambito pubblico, in aggiunta alle attuali previste solo in team, si ridurrebbe la forbice tra domanda e offerta di salute da parte dei servizi pubblici. Prevedere la possibilità di attività libero professionali intramoenia anche in ambito ostetrico consentirebbe un maggior governo della spesa pubblica e un’offerta sanitaria sicura e di qualità”, concludono i vertici FNOPO.

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