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martedì, Marzo 19, 2024
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Le Ostetriche italiane plaudono alla riconferma di Roberto Speranza alla Salute: “ora pensi anche alla nostra professione”.

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La Federazione Nazionale delle Ostetriche plaude alla scelta del premier Mario Draghi di rinnovare la fiducia al ministro della salute Roberto Speranza: “ora è il momento di rilanciare l’intera categoria ostetrica”.

«La conferma del ministro Roberto Speranza alla guida del dicastero della Salute nel nuovo Governo guidato dal neo Presidente del Consiglio prof. Mario Draghi, per il quale si attende il voto di fiducia in Parlamento, è un’ottima notizia all’insegna della continuità di quanto già fatto fino a ora. Un riconoscimento che pone le basi per una proficua prosecuzione dell’interlocuzione già in atto sui prossimi obiettivi che deve realizzare il Dicastero per la predisposizione del nuovo patto per la salute. A nome delle ostetriche italiane, la FNOPO e i 65 Ordini territoriali formulano i migliori auguri all’onorevole Speranza, con la richiesta di una maggior attenzione concreta alla promozione e tutela della salute delle donne», affermano i vertici della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO).

«È giunto il tempo del fare, senza esitazioni. La situazione in cui versa il nostro Paese, aggravata dalla pandemia Covid-19, non può più attendere e necessita più che mai di interventi strutturali seri, concreti e di ampio respiro che vedano finalmente al centro la tutela e la concreta implementazione del Servizio sanitario nazionale pubblico, il solo in grado di realizzare in pieno il principio costituzionale sancito dall’art. 32 della Costituzione. Ottenuta la necessaria fiducia per la piena operatività, il nuovo Governo dovrà confrontarsi con le istanze del comparto sanità puntando finalmente sulla salute femminile e sulla attuazione di misure che contrastino il grave fenomeno della denatalità – affermano le componenti del Comitato centrale FNOPO -. Nel 2019 le donne rappresentavano il 51,3% del totale della popolazione italiana residente e censita al 31 dicembre 2019 (per un totale di 59.641.488), ovvero in numeri 30.591.392, superando di fatto gli uomini di 1.541.296 unità (dati fonte Istat Il Censimento permanente della popolazione e delle abitazioni. Prima diffusione dei dati definitivi 2018 e 2019) .

Una presenza femminile che diventa decisamente ancora più alta se si guarda alla popolazione anziana e che, sempre dati Istat alla mano, arriva al 60% su un totale di 7.058.755 anziani censiti con più di 75 anni. Eppure, al momento delle decisioni in campo sanitario, si opera come se la popolazione femminile in età fertile e post menopausale non esistesse – sottolineano le rappresentanti nazionali della professione ostetrica -. Non sono sufficienti nemmeno gli allarmi lanciati sulla denatalità cronica fotografata sempre dall’Istituto nazionale di statistica, o dal Pontefice nell’ultima omelia in San Pietro, per far attuare politiche di sostegno alla maternità e paternità. La FNOPO chiede costantemente attenzione a queste tematiche, più recentemente, in ordine di tempo, nel corso della Maratona per il Patto della Salute e agli Stati generali dell’Economia. Ma ancora, purtroppo, si deve registrare un nulla di fatto.

Con la formazione del nuovo Governo, si coglie l’occasione per chiedere con maggior forza di realizzare scelte decisive per il nostro Paese, investendo cospicue risorse del Recovery Fund – ad esempio – in nuovi modelli organizzativi che vedano protagoniste le ostetriche, professioniste specializzate e dedicate alla salute femminile, in tutti i setting assistenziali dedicati alle donne di tutte le età. Tali modelli infatti garantiscono a isorisorse assistenza sanitaria appropriata, di qualità, specializzata e con esiti di salute sicuri. Sono ad esempio il modello a conduzione ostetrica per l’assistenza in autonomia da parte delle ostetriche alle gravidanze a basso rischio (BRO), con personale di supporto specificamente formato e preparato; l’ostetrica di famiglia e di comunità su tutto il territorio nazionale che consente finalmente alle ostetriche di essere capillarmente sul territorio coprendo quel vuoto che si è creato dopo decenni di visione ospedalocentrica dell’assistenza, e poi ancora dare impulso alla ricerca della medicina di genere. Un lavoro non titanico per il quale esiste già anche una normativa di riferimento (ad esempio l’Accordo Stato Regione 2010 e le Linee ministeriali del 2017 per il BRO).

Ancora, estendere modelli già attivi in diverse strutture sanitarie regionali, potenziare i consultori familiari per la promozione e tutela della salute degli adolescenti e la presa in carico delle donne in età post menopausale. Senza questa visione, il Paese è destinato a un inesorabile tracollo poiché non si potrà garantire ricambio generazionale né un welfare a sostegno di tutti.

Infine, un augurio di buon lavoro va alla neoministra dell’Università, Maria Cristina Messa, già rettrice dell’Università Milano Bicocca. L’auspicio – concludono i vertici FNOPO – è che si possa instaurare anche con lei un proficuo dialogo per la revisione del percorso di formazione dell’ostetrica/o per adeguarne durata e contenuti ai nuovi dettami legislativi italiani ed europei».

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