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FNOPO incontra ministro Roberto Speranza: “si istituisca il modello dell’Ostetrica di Famiglia”.

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FNOPO: “incontro con il ministro Speranza centrato su implementazione dei modelli di ostetrica di famiglia e di comunità e assistenza a basso rischio ostetrico, per migliorare la presa in carico delle donne sul territorio e in ospedale”.

Sviluppo delle reti territoriali per una adeguata assistenza di prossimità, implementazione del modello di Ostetrica di famiglia e di comunità e dell’assistenza ostetrica in autonomia nelle gravidanze a basso rischio ostetrico (BRO) come dettato dalle “Linee di indirizzo per la definizione e l’organizzazione dell’assistenza in autonomia da parte delle Ostetriche alle Gravidanze a Basso Rischio Ostetrico (Bro)” emanate dal Ministero della Salute nell’ottobre 2017, sono state le principali tematiche affrontate nel secondo incontro che si è svolto tra il Ministro della Salute Roberto Speranza e il Comitato centrale della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica (FNOPO). Infine, ma non da ultimo, l’attivazione dei Tavoli permanenti, nazionale e regionali, come da protocollo siglato tra la FNOPO e la Conferenza Stato Regioni nel 2019, per il confronto costante sulle politiche d’impatto per la professione e per la salute delle donne.

 

Incontro quanto mai utile, nella fase due dell’emergenza da Covid-19, per disegnare il futuro servizio sanitario più equo e sostenibile. Processo al quale la FNOPO offre il proprio contributo quale Ente sussidiario dello Stato.

 

Preliminarmente sono stati ricordati i professionisti che durante l’emergenza da Covid19 si sono impegnati e hanno contribuito alla tenuta del servizio sanitario, alcuni dei quali hanno perso la vita, tra cui le ostetriche che hanno accolto,, seguito e assistito a parti anche di donne Covid positive.

“Uno dei risultati più importanti dell’incontro con il Ministro Speranza è stato quello di poter spiegare quali sono i reali ambiti di competenza dell’ostetrica e uscire dal cono d’ombra che, nell’immaginario collettivo, vede la categoria attiva solo in sala parto. Uno stereotipo che riteniamo di aver allontanato da una professione il cui profilo prevede la promozione, la protezione e la tutela della salute della donna in tutte le fasi del suo ciclo biologico, sessuale e riproduttivo”, commentano le componenti del Comitato centrale FNOPO, la presidente Maria Vicario, la vicepresidente Silvia Vaccari, la segretaria Marialisa Coluzzi e la consigliera Iolanda Rinaldi, presenti in numero ridotto all’incontro a causa delle misure di prevenzione del contagio da Covid-19.

“L’attuale emergenza da pandemia Covid-19 ha dimostrato come, sebbene il nostro Servizio sanitario sia tra più efficienti al mondo, l’organizzazione ospedalo-centrica dell’assistenza sanitaria sia ormai inadatta a dare risposte di salute adeguate ai tempi e al bisogno mutevole e complesso dei cittadini. Al contrario, solo una riorganizzazione su base territoriale e di potenziamento delle cure primarie può essere la soluzione migliore in termini di sicurezza, appropriatezza, continuità e sostenibilità delle cure.

In tale visione, l’Ostetrica è il cardine dell’assistenza di prossimità alle donne che, come dimostrano i dati più recenti, sono la fetta di popolazione più longeva ma, anche quella con più patologie e che fa maggior ricorso a dispositivi medici e cure farmacologiche e non – spiegano i vertici FNOPO -. Per tale motivo, dopo il primo incontro dell’8 gennaio 2020, è stato riproposto al Ministro Speranza il modello di Ostetrica di famiglia e di comunità, anche sulla scia della lunga tradizione italiana dell’Ostetrica Condotta che fino agli anni ‘70 ha assicurato l’assistenza alle donne e alla maternità.

Le basi  della concettualizzazione del modello sono presenti nel  rapporto “The State of the World’s Midwifery 2014” e nell’approfondimento dedicato a The Lancet Series “MIDWIFERY”, nei quali si sottolinea la necessità di una figura “ostetrica chiave per la cura (intesa come care), della madre e del bambino garantendo la continuità assistenziale nelle comunità dove le donne vivono”. L’Ostetrica, quindi, – sottolineano i vertici FNOPO – è la professionista che per specifica formazione e nell’ottica della Medicina d’iniziativa, offre cure di prossimità, assistenza capillare sul territorio intercettando donne di tutte le età e fasce sociali garantendo prevenzione, cura, assistenza, dall’età puberale all’età riproduttiva e, a quella del Climaterio- Menopausa e post menopausale.  È stata inoltre evidenziata la particolare rilevanza della presenza dell’ostetrica nei territori lasciati scoperti dopo la ristrutturazione della rete dei punti nascita, con la chiusura di quelli con meno di 500 parti l’anno, e con scarsità di servizi, con Consultori familiari privati di personale, se non addirittura chiusi per razionalizzare le risorse mettendo a repentaglio la salute delle donne e delle loro famiglie.

L’ implementazione a livello nazionale del modello di ostetrica di famiglia e di comunità garantisce molti effetti e un impatto positivi sul sistema di cure rivolto alle donne e alle loro famiglie, passando da un welfare state a un welfare community, migliorando l’accessibilità ai servizi previsti nei LEA, spesso insufficientemente garantiti   in molti territori, migliorando equità e sostenibilità. Tale modello riconosce inoltre nella promozione della salute un mezzo per ridurre l’impatto dei determinanti e nell’Ostetrica l’agente di promozione della salute di genere femminile in tutto il ciclo della vita.

Infine – concludono i vertici FNOPO -, è stata ricordata l’importanza dell’attivazione urgente dei Tavoli di lavoro permanenti, nazionale e regionali, per la riorganizzazione della rete di cure sul territorio e quindi anche una corretta stima regionale del fabbisogno formativo delle ostetriche”.

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