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Coronavirus. Le Ostetriche e gli Ostetrici italiani scendono in campo contro le anomalie del Cura Italia.

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Emergenza Coronavirus. Le Ostetriche e gli Ostetrici italiani non ci stanno ad essere ancora ignorati. Gli Ordini provinciali (OPO) scendono in campo contro le anomalie del Cura Italia: “vogliamo bonus babysitter e fondo di solidarietà”.

“A tutela della dignità delle ostetriche, i Consigli direttivi degli Ordini della Professione di Ostetrica di tutte le regioni italiane, dal Nord a Sud, passando per le Isole maggiori, chiedono a gran voce e con determinazione che si ponga fine alle discriminazioni che da troppo tempo la politica, a livello nazionale e a livello regionale, sta infliggendo alla Categoria ostetrica. Non ultima, purtroppo, l’esclusione al diritto di accesso al bonus babysitter (art. 25) e al Fondo di solidarietà (art. 22-bis introdotto con voto al Senato) contenuti nel decreto Cura Italia che sta ultimando l’iter di conversione in legge. Non è più possibile tacere e subire, a maggior ragione per il fatto che tali discriminazioni vengono attuate dalla Politica e dalle Istituzioni, ovvero quelle preposte alla tutela e al riconoscimento dei diritti dei cittadini e dei professionisti della salute” – spiegano gli OPO.

I consigli direttivi degli Ordini della Professione Ostetrica di tutte le regioni italiane chiedono, conformemente a quanto già fatto dalla Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica, che nell’iter di conversione del DL Cura Italia, attualmente in esame alla Camera, al pari di altri operatori sanitari vengano riconosciuti anche alle ostetriche il bonus babysitter (art. 25) e il fondo di solidarietà per i familiari delle vittime del Covid-19 e aderiscono alla petizione online “STOP DISCRIMINAZIONI: BONUS BABYSITTER E FONDO DI SOLIDARIETA’ ANCHE ALLE OSTETRICHE”.

È indispensabile che la politica sani il vulnus rivolto all’intera intera Categoria che sta dimostrando ancora una volta, anche nell’attuale emergenza sanitaria da Covid-19, abnegazione e costanza nel proprio impegno quotidiano e che, nel rispetto delle misure di distanziamento, continua a garantire la propria presenza e assistenza alle donne nel periodo perinatale (gravidanza, parto, puerperio e allattamento), nella prevenzione nel senso più ampio del termine, sfruttando tutti gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia per evitare il rischio di contagio. Un rischio di contagio che non fa sconti a nessuno stando ai dati pubblicati di recente dall’Istituto Superiore di Sanità, secondi i quali 6.988 tra ostetriche e infermieri (43%) hanno acquisito l’infezione da SARS-COV-2. Le ostetriche, oltre al loro sapere, saper fare e saper essere, sperimentano un saper divenire pur di non lasciare sole le donne in questo particolare momento storico della vita del Paese.

Gli Ordini chiedono che si estenda ai familiari di tutti i professionisti deceduti da Covid-19 l’accesso al Fondo di Solidarietà e si recepisca quindi si approvi l’emendamento all’articolo 25 degli On. Carnevali, Siani, Rizzo Nervo, Pini, Schirò, Pezzopane, con il quale si chiede “Al comma 3 sostituire le parole ‘alla categoria dei medici, degli infermieri dei tecnici di laboratorio biomedico, dei tecnici di radiologia medica e degli operatori sociosanitari’ con le seguenti alle professioni di cui alla legge n. 3 del 2018”.

“Infine, ma non da ultimo – concludono gli OPO – si auspica che d’ora in avanti in tutti i provvedimenti nazionali, regionali futuri venga rivolta alla categoria ostetrica la doverosa attenzione e il giusto riconoscimento per il lavoro svolto con professionalità da 21mila Ostetriche italiane, che da sempre sono con e per la donna”.

Leggi anche:

FNOPO – Federazione Nazionale Ordini Professione Ostetrica.

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