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Alcol & gravidanza: ostetriche, infermieri e mamme in guardia.

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Alcol & gravidanza: ostetriche, infermieri e mamme in guardia.

Le problematiche analizzate dal punto di vista sanitario.

Oggi è sempre più sentita l’esigenza di informare e educare le future mamme per evitare che l’alcol procuri effetti irreparabili sulla futura progenie. Il tema dell’uso delle sostanze alcoliche in gravidanza è un tema molto sentito nella popolazione, sia per i danni che l’alcol può apportare al feto sia per lo sviluppo di una gravidanza fisiologica per la madre. 

Ad oggi Epicentro (Centro nazionale per la prevenzione delle malattie e la promozione della salute) definisce la sindrome alcolico fetale (Fetal alcohol sindrome, FAS) come la maggiore e più grave delle patologie indotte al feto dal consumo di alcol da parte della madre. Il tema non è nuovo: infatti i primi indirizzi di una correlazione tra lo sviluppo del feto e l’assunzione di alcol trovano spazio nella letteratura scientifica già dagli anni Sessanta del secolo scorso. Ma la certezza di una correlazione si è avuta solo con uno studio francese del 1968: dove venivano descritti i danni pre e postnatali dell’alcol. Poi furono successivamente effettuate ricerche in tutto il mondo in particolare negli Stati Uniti, sino ad oggi dove i vari disturbi sono categorizzati sotto la diagnosi di FASD, che tradotto in italiano significa “spettro dei disordini feto-alcolici”. Si parla di sindrome perché racchiude un insieme di segni e sintomi di varia natura: intellettivi, cognitivi, psicosociali e fisici.

La probabilità di danneggiare il feto aumenta proporzionalmente al consumo di alcol da parte della madre: ad alto rischio sono i bambini la cui madre ha consumato almeno 80 grammi di alcol puro al giorno. Tuttavia anche l’assunzione abbondante, ma sporadica, di alcol rappresenta un pericolo per lo sviluppo del feto, poiché il consumo di alcol può influire sul suo sviluppo in ogni momento della gravidanza. […] anche l’assunzione abbondante, ma sporadica, di alcol rappresenta un pericolo per lo sviluppo del feto, poiché il consumo di alcol può influire sul suo sviluppo in ogni momento della gravidanza” 

Sorge spontaneo chiedersi se sia vero oppure no che le donne abbiano una differente capacità di smaltire l’alcol? Ebbene sì: a parità di statura una donna ha in corpo meno acqua rispetto ad un uomo; pertanto dopo avere ingerito alcol sarà differente l’assorbimento e dunque la concentrazione alcolica nel sangue. Se quindi per la donna è maggiore il tempo che il corpo impiega per smaltire l’alcol, per il feto questa sfida è ancora più difficoltosa; infatti l’acetaldeide –prodotto di metabolizzazione dell’alcol- ha un assorbimento diretto da parte del feto tramite la placenta. Giunge al feto una sostanza che esso no né in grado di smaltire e ne riceve pertanto tutti gli effetti nocivi.

La probabilità di danneggiare il feto è direttamente proporzionalmente al consumo di alcol da parte della genitrice. Anche un’assunzione sporadica e abbondante può provocare danni tali e quali un’assunzione di quantità minime per un tempo prolungato, pertanto resta necessario sottolineare l’importanza dell’astensione dall’alcol durante tutta la gestazione.

Epicentro individua alcuni esempi specifici di danni alcol correlati all’assunzione della sostanza da parte della gestante durante la gravidanza, e sono precisamente:

  • le dismorfologie facciali e i problemi cerebrali si devono all’esposizione all’alcol durante il primo trimestre di gravidanza
  • il deficit di crescita è legato all’esposizione durante la seconda metà della gestazione
  • l’alterato sviluppo del cranio è dovuto all’effetto dell’alcol nella quarta settimana di gravidanza
  • difetti congeniti più gravi di norma subentrano nei primi tre mesi di gravidanza, periodo in cui si sviluppano gli organi del bambino e durante il quale spesso le donne sono ancora inconsapevoli del proprio stato.
Dott.ssa Giulia De Francesco
Dott.ssa Giulia De Francesco
Infermiera, classe 1994. Vive a Imola e lavora presso l’AUSL Romagna (Faenza); studia a Bologna per conseguire la laurea magistrale. Laurea in infermieristica con Lode presso l'Università di Bologna, I sessione (ottobre 2016). Master in funzioni di coordinamento con Lode presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, I sessione (novembre 2018). Una pubblicazione scientifica sulla rivista italiana ANIPIO "Sperimentazione di una check-list per implementare un Bundle per la prevenzione delle batteriemie correlate a Catetere Venoso Centrale" (ottobre 2017). Ama leggere e camminare, non datele un microfono perché improvvisa un karaoke ovunque.
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