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Gli OSS non sono Professionisti Sanitari. Il TAR lo ribadisce per la seconda volta. Ma la sfida ricomincia.

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La Federazione Migep e il sindacato SHC annunciano ancora una volta la decisione del TAR di bocciare il loro ricorso e veder riconoscere l’OSS come figura professionale in ambito socio-sanitario. La Legge 3/2018 non è applicabile al personale di supporto.

Ci rivolgiamo a tutti gli OSS, forse a molti non interessa, ma vogliamo ugualmente informarli: il Tar per la seconda volta rigetta il ricorso, la prima volta negando l’applicazione dell’area socio sanitaria, adesso nega la presenza degli OSS nella Consulta condannandoci al pagamento delle spese verso il Ministero della Salute.

Questa decisione presa dal Tar, è ben chiara, appoggia la linea del Ministero della Salute, ma va anche a incidere sui contratti e su tutti i principi e proposte che s’intende intraprendere a livello politico.

La sentenza: LINK.

Ecco la sintesi della sentenza n 13270/2020 del 10/12/2020

“(…) ricostruito il quadro ordinamentale di riferimenti, il collegio deve rilevare che l’Operatore Socio Sanitario non è ascrivibile al novero delle Professioni Sanitarie “tale figura professionale è invece da inquadrare nella categoria degli operatori di interesse sanitario di cui all’art 1, comma 2, della l n 43/2006.” Il fatto che l’art 5, comma 5, della legge 11 gennaio 2018 n 3 abbia previsto che “sono compresi nell’area professionale di cui al presente articolo, non ha comportato un mutamento dello status giuridico dell’operatore socio sanitario che è e rimane un operatore di interesse sanitario, né ha comportato una equiparazione sul piano giuridico di questa figura professionale. Essendo qualificabili come “operatori di interesse sanitario” gli operatori socio sanitari non possono dolersi di un difetto di rappresentatività nell’ambito della Consulta permanente delle professioni sanitare e socio sanitarie o di una disparità di trattamento rispetto alle altre figure. Per gli operatori socio sanitari non è previsto l’iscrizione ad alcun albo professionale”.

La decisione del Tar a nostro avviso è politica. Non scordiamoci mai che anche i sindacati pur essendo formalmente entità distinte e separate, essi hanno da sempre un cordone ombelicale che li lega alla politica: Cgil ex-Pci, Cisl ex-Dc, Uil ex-Psi. Ora sono solo mutati i nomi.

Governi di centro destra, sindacati in piazza con importanti manifestazioni e scioperi contro il governo, Governi di centrosinistra nulla di tutto ciò. La triade sindacale confederale farà il suo colpo e lo abbiamo visto con il rinnovo del contratto di lavoro sanità pubblica. Lo scorso fu elettorale: firmato a febbraio 2018 dopo anni di assenza con scadenza al 31 dicembre dello stesso anno. Fu un contratto elettorale perché a maggio si svolsero le elezioni politiche. Inserire l’applicazione nello stesso della legge Lorenzin (3/2018) essendo loro stessi dei promotori da tempi non “sospetti” (oggi) tanto più che l’Aran era già disponibile e favorevole nell’ultimo contratto (ma la triade si oppose e volle fare la commissione paritetica per non scontrarsi con il sindacato degli infermieri che misero il veto). La stessa cosa l’8 ottobre con la firma del contratto privato.

Le istituzioni non temono gli OSS, e gli OSS sono un bel numero, ma solamente sulla carta, frammentati e divisi in più associazioni, movimenti e voci, legati da un cordone ombelicale con il sindacato.

Ora si sta ripetendo il tutto, identica e scellerata ingiustizia che hanno subito gli infermieri generici e puericultrici (L. 42/99), dove una scelta politica che invece di spendere per la tutela dell’anello più debole della catena (l’OSS), ha fatto in modo che attraverso questa sentenza sia calpestata.

Dov’è finito il tanto decantato elenco regionale posto da alcune associazioni? quali prospettive hanno avuto gli OSS con l’elenco regionale? Quale professionalità le è stata data con l’elenco regionale? Quale riconoscimento hanno avuto con l’elenco regionale? Unico obbietto dell’elenco regionale era quello di avere parzialmente un censimento di quanti OSS ci sono, un totale fallimento. Attraverso queste associazioni non abbiamo visto nulla di concreto e reale ma solo un appoggio a una campagna elettorale per alcune forze politiche senza poi definire nulla di concreto.

Che cosa stanno ottenendo i vari movimenti OSS? Anch’essi “influenzati” e legati da un cordone ombelicale sindacale, dove subentra una lotta intestina tra OSS del sud e OSS del nord, e OSS del centro.

La Speranza è l’ultima a morire e molti OSS si aggrappano a docenti formativi che si spacciano per paladini, dell’area socio sanitaria, della revisione delle competenze, della revisione della formazione senza rendersi conto che è tutto un gioco strategico.

Non vengono presentati progetti, linee guida, emendamenti, non si trovano analisi che definiscono i percorsi e i progetti per riconoscere la professione dell’operatore sociosanitario.

Bene colleghi questa Sentenza esprime il pensiero del Ministero della Salute, il pensiero di molti infermieri, il pensiero di molti politici, il pensiero degli stessi sindacati, il pensiero delle stesse Regioni, il pensiero della Conferenza Stato Regioni, ormai sono tutti indirizzati sull’operatore d’interesse sanitario (area tecnica); Allora a che serve seguire tutti questi movimenti, associazioni, gruppo, gruppetti e docenti che nascono a tal proposito, alla fine faranno un buco nell’acqua anche perché il Ministero della Salute ha tutte le armi per dire No a questa legge 3/18, non va applicata, e la sentenza del Tar è un’amara realtà.

Pensiamo che questa sentenza sia molto ingiusta, quanto inadeguata, configura l’attività professionale dell’OSS come escamotage per evitare di dargli la giusta collocazione. Gli OSS hanno subito notevoli ingiustizie in questa pandemia, mancato bonus Covid, mancato riconoscimento nel bilancio 2021, ecc. Non possiamo e non dobbiamo permettere che gli OSS chiamati eroi quando fa comodo, per poi essere vittime di questa ingiustificata scelta.

Come Federazione Migep OSS e SHC OSS porteremo avanti la battaglia legale e confidiamo che molti OSS possano appoggiare il ricorso, affinché quest’assurda sentenza possa essere stralciata.

Il 18 dicembre al Forum Risk Management sarà un momento importante per trovare soluzioni e azioni da intraprendere perché sarà impossibile che fattori differenti giungano alla risoluzione; Per questo chiediamo a tutti gli operatori sociosanitari di fare squadra.

Quindi, cari colleghi, non ci sarà nessuna fascia C, nessuna area socio sanitaria che i sindacati vi stanno promettendo, e le varie azioni che pongono movimenti, associazioni, docenti paladini è solo per questioni personali o elettorali.

Meditate gente, meditate.

Con questa sentenza bisogna essere uniti e coesi, si può presentare ricorso al Consiglio di Stato, è la strada obbligata perché gli OSS in Italia sono attori nell’assistenza e non comparse, operatori da rispettare e da valorizzare.

Al Convegno del 18 dicembre al Forum Risk Management gli OSS con la loro presenza devono sostenere e innovare e tutelare la propria professione, essere visibili a 360°. Riteniamo prioritaria e urgente l’evoluzione, l’armonizzazione della formazione e delle competenze e le riteniamo fondamentali per la professione.

Oggi con questa sentenza i politici hanno un’arma nelle mani, in sostanza gli OSS non hanno la formazione adeguata per il ruolo che svolgono, soprattutto non hanno sbocchi futuri per quanto riguarda la formazione, non hanno la possibilità di andare oltre l’anno solare chi segue i corsi, infatti, anche se manca la parte politica, manca anche uno spessore culturale che può poi convincere la parte politica a cambiare rotta.

Analizzare il processo di professionalizzazione e le tappe storiche di evoluzione della conoscenza quali elementi fondanti per l’analisi storico-filosofica dell’assistenza e da questo affermare e ritenere che aggiornamento continuo e formazione adeguata ed evolutiva è imprescindibile per un’evoluzione dell’assistenza; ma deve essere una formazione riconosciuta cosa che attualmente non avviene, è molto grave impedire all’operatore sociosanitario l’aggiornamento continuo, molto grave non dare l’opportunità di evolvere come professione, molto grave non ritenerlo una professione, ma ancora più grave una formazione ferma e obsoleta da 20 anni, ma molto grave dare formazione non valida e non riconosciuta all’OSS.

Come sindacato Shc OSS e Federazione Migep raccogliamo fortemente le richieste degli OSS e attraverso proposte di legge, emendamenti, e ricorsi tentiamo di dare delle risposte concrete.

Gli infermieri uniti e insieme fanno sinergia, in silenzio si muovono nei canali istituzionali e forti dei loro numeri trovano risoluzioni. Se l’operatore socio sanitario non cambia la mentalità, se non si cambia tutto ciò che concerne la professione, sarà difficile arrivare a un riconoscimento di una professione che non c’è.

Sperare di far parte della legge 3/18 nelle condizioni in cui è oggi l’operatore socio sanitario in Italia, è quasi impossibile da realizzare l’area socio sanitaria se non si cambia tutto ciò che concerne la formazione, corsi formativi, veramente fatti bene e riconosciuti dallo Stato, bisogna ripartire da zero.

La Federazione Nazionale Migep OSS e il sindacato Professionale Shc OSS come hanno fatto fin d’oggi sono in grado di sostenere, innovare il ruolo dell’operatore socio sanitario definendo con la Fnopi un modello organizzativo appropriato a valorizzare capacità e competenze dell’OSS da presentare al Ministero della Salute e Conferenza Stato Regioni.

L’errore che la maggior parte degli OSS commette è pensare che tutto quello che stiamo mettendo in campo sia fuori luogo, oppure pensano che l’approccio sia troppo soft.

Con questa sentenza al Tar, insieme tutti uniti, potremo promuovere la trasformazione necessaria della professione dell’operatore sociosanitario; Non significa pianificare nel dettaglio il futuro, ma saper osservare il presente per rilevare i fenomeni più significativi e immaginarne i possibili futuri sviluppi.

In campo occorre lungimiranza e progettualità, (avere un’idea di dove si vuole andare, definire indirizzi, avere strategie, elaborare dei progetti di lungo respiro e avere la capacità di intuire le nuove tendenze, di immaginare ciò che potrebbe succedere, di percepire nuovi orizzonti, non avere regole troppo vincolanti che limitano le possibilità di scelta e inibiscono l’innovazione e le opportunità di adattamento dell’organizzazione alle mutevoli e imprevedibili esigenze del contesto).

Grazie ai piccoli progressi, le strategie che stiamo mettendo in campo come Federazione Migep OSS e Shc OSS potrebbero essere le soluzioni per realizzare la trasformazione potenziale della professione OSS, dove gli OSS sono attori critici nel settore sanitario, socio-sanitario ed essere la prossima professione a standardizzare il livello di istruzione preparandoli a una collaborazione attiva con altri professionisti sanitari.

Tutto parte dalla conoscenza, che risulta essere un apripista per la consapevolezza di quanto sta avvenendo e cominciare da se stessi, ecco l’unica cosa da fare è costruire una professione culturalmente evoluta e riconosciuta. Si vuole rispetto e diritti come tutte le altre professioni, e soprattutto non essere obbligati a fare abuso di professione, la Verità ci rende liberi di capire.

Federazione Migep OSS e SHC OSS, l’unica via del riscatto. La Verità ci rende liberi di capire.

Angelo Minghetti – Per MIGEP e Shc Oss

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