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Fisioterapisti: l’AIFI rilancia la professione ad Aosta.

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L’entusiamo del presidente Mauro Tavarnelli: “siamo al punto di svolta”.

Il boom di iscrizioni all’Associazione Italiana di Fisioterapisti (AIFI) e agli Ordini nazionale e provinciali TSRM PSTRP la dice lunga sulla voglia di crescita e di riconoscimenti professionali per i Fisioterapisti Italiani. In Valle D’Aosta si è appena concluso il confronto tra gli iscritti che ha dato spunto per gli sviluppi futuro della categoria, già pronta a diventare una Federazione autonoma, così come previsto dalla Legge n. 3/2018. Per ora nessuno ne parla, ma l’obiettivo di molti è proprio quello di autogovernarsi.

La norma attualmente in vigore prevede, infatti, che le organizzazioni che aderiscono all’Ordine TSRM OSTRP e che superano i 50.000 iscritti per categoria professionale possono di fatto chiederne il “distacco” e quindi auto-costituirsi in organizzazione ordinistica. Torniamo, però, all’evento valdostano.

Fisioterapisti verso l’evoluzione naturale.

“Vogliamo aprire lo scenario sulle prospettive scientifiche nell’evoluzione del settore della fisioterapia italiana”. Così Mauro Tavarnelli, presidente nazionale dell’Associazione Italiana di Fisioterapisti (Aifi) oggi nel corso del VII congresso scientifico ad Aosta. Qui, nell’aula magna del Palazzo Regionale in piazza Deffeyes Albert, la comunità professionale dei fisioterapisti d’Italia si è riunita per una giornata, sotto la regia di Aifi, al fine di confrontarsi sulla trasformazione dell’associazione, e non solo. Il quadro normativo e l’evoluzione scientifica chiedono ai professionisti di fondare la pratica clinica sulle linee guida, che sono binari di riferimento da traslare nel contesto reale. 

E infatti l’adattamento nazionale delle Linee guida internazionali in fisioterapia, sarà uno degli obiettivi della ATS coms previsto dalla legge Gelli- Bianco 24/2017 e come indicato dal Sistema Nazionale Linee Guida. In questa fase di transizione l’Aifi, diventata Associazione tecnico scientifica (Ats), gioca un ruolo fondamentale in quanto riferimento nazionale e punto di aggregazione di confronto sulle tematiche prioritarie legate al processo di transizione.

Aprendo i lavori, di fronte a una platea di un centinaio di persone, con una folta presenza di giovani, Giuseppe Tedesco, presidente di Aifi della Valle d’Aosta e Piemonte, definisce il congresso odierno “un punto di svolta” e “un evento di rilevanza nazionale, anche grazie alla presenza dei diversi rappresentanti dei GIS (Gruppo di interesse specialistico), che sono il motore del cambiamento che coinvolgerà la nostra professione”.

I GIS (che nel settore contano piu aree: neuroscienze, geriatria, pediatrica, sport, terapia manuale, tecnologie riabilitative) saranno infatti determinanti per cogliere dalle Linee guida internazionali le istanze che maggiormente potranno far implementare lo sviluppo professionale. In merito al percorso di adeguamento delle linee guida internazionali alla normativa nazionale, il vicepresidente nazionale Aifi Simone Cecchetto sottolinea il ruolo dei GIS, che definisce “protagonisti”, da molteplici punti di vista. “Stanno nascendo nuovi gruppi- osserva- per rispondere alla necessità di approfondire sempre di più il contributo della fisioterapia in tanti ambiti”.

Il loro lavoro, prosegue, “è molto importante: anche grazie a loro, oggi abbiamo tracciato una ricerca molto dettagliata delle migliori linee guida internazionali, necessarie all’adattamento italiano”. Importante, prosegue il vice presidente, è anche ” aver iniziato il preciso percorso per essere fedeli, da un punto di vista metodologico, a quelle che sono i mandati dell’Istituto superiore di sanità”. Fiducia all’Aifi è espressa dall’assessore alla Sanità della Valle D’Aosta Mauro Baccega, che esprime soddisfazione per la presenza di tanti giovani, augurando poi alla comunità fisioterapica un avanzamento verso competenze sempre più utili alla cittadinanza.

La crescita dell’AIFI in Piemonte e in Valle d’Aosta.

“L’Aifi si consolida in Piemonte e Valle D’Aosta con oltre 1.000 iscritti all’albo“. Così Giuseppe Tedesco, presidente dell’Associazione italiana di Fisioterapisti (Aifi) della Valle d’Aosta e Piemonte, a margine del VII congresso scientifico in corso ad Aosta, nel Palazzo della Regione. Esprimendo soddisfazione per il raggiungimento dei 10.000 iscritti a livello nazionale, “raggiunti, fra l’altro, molto rapidamente, nel 2019, dopo la nascita del nostro albo”, Tedesco parla di “traguardo” che ha coinvolto anche molti giovani, “che spesso operano in regime di libera professione”, e quindi in una condizione di scarsa tutela, che, precisa Tedesco, confidano di aumentare, associandosi con Aifi.

Tedesco ripercorre poi la recente transizione dell’associazione: “Finora Aifi ha svolto un ruolo di associazione maggiormente rappresentativa della professione del fisioterapista, e continuerà a farlo fino alle elezioni di ogni commissione di albo territoriale, ma in contemporanea ha iniziato a operare come Associazione tecnico scientifica (Ats)”.

L’Associazione, continua, ha quindi “colto l’opportunità prevista dalla legge Gelli-Bianco 24/2017 di essere iscritta nell’elenco delle Ats per l’importante compito in particolare di adattamento delle Linee Guida internazionali al contesto nazionale, contribuendo alla promozione e allo sviluppo delle professione nel nostro Paese”.

GIS PROTAGONISTI DI CURE SEMPRE MIGLIORI

“I Gruppi di Interesse Specialistico (GIS) di Aifi sono protagonisti e motori del cambiamento” che sta avvenendo nella comunità fisioterapica italiana. Lo afferma Simone Cecchetto, vicepresidente dell’Associazione Italiana di Fisioterapisti (Aifi ) a margine del VII congresso scientifico ad Aosta, organizzato dalla realtà del Piemonte Valle d’Aosta della stessa associazione. In merito al percoso di adattamento delle linee guida internazionali alla normativa nazionale, Cecchetto sottolinea il ruolo dei GIS, che definisce “protagonisti”, da molteplici punti di vista. 

“Stanno nascendo nuovi gruppi – osserva- per rispondere alla necessità di approfondire sempre di più il contributo della fisioterapia in tanti ambiti”. Il loro lavoro, prosegue, “è molto importante: anche grazie a loro, oggi abbiamo tracciato una ricerca molto dettagliata delle migliori linee guida internazionali propedeutico al loro adattamento italiano”. Cecchetto illustra il panorama dei 6 Gruppi di interesse specialistico che riguardano la fisioterapia e offrono l’idea di quanto la disciplina sia utile a tante patologie di soggetti e campi diversi: il GTM, gruppo di terapia manuale, “si occupa in maniera estremamente avanzata di disordini muscolo-scheletrici, e quindi di dolore e disfuzioni del movimento”. C’è poi il GIS Neuroscienze, “che approfondisce il contributo della fisioterapia in tutte le condizioni neurologiche, come l’ictus, il Parkinson, la sclerosi multipla oltre a studiare temi fondamentali in fisioterapia come la neuroplasticità e l’apprendimento motorio in condizioni patologiche”.

Il GIS di Fisioterapia Geratrica, continua Cecchetto, “sta promuovendo e approfondendo il fondamentale ruolo del fisioterapista nel mondo dell’aziano dove sta avvenendo una profonda trasformazione culturale con interventi di ampia efficacia anche in ambito preventivo primario e secondario”. Un GIS in grande sviluppo è quello di Fisioterapia Pediatrica: ” Nelle patologie che caratterizzano l’età evolutiva – evidenzia il vice presidente AIFI – l’intervento del fisioterapista è fondamentale a cominciare dalla terapia intensiva neonatale fino a tutto il percorso dei bambini con condizioni quali paralisi cerebrali, distrofie o malattia neuro-vascolari”. Altro campo estremamente rilevante è quello presidiato dal GIS Sport, in quanto “il fisioterapista sportivo opera al fianco degli sportivi, dall’amatoriale a quelli di alto livello, per aumentare quantità, qualità e velocità nel recupero dopo un infortunio o per prevenire lesioni o ricadute “.

Uno degli ultimi GIS nati è quello di Terapie fisiche e tecnologie riabilitative – evidenzia Cecchetto -, che mira “a approfondire il ruolo delle nuove tecnologie all’interno del panel delle tante possibilità di intervento del fisioterapista”. Ma non è l’unica novità, conclude, “stanno nascendo nuovi network, tra cui quello, che presentiamo oggi, relativo alle malattie reumatiche, che affliggono molti italiani e in cui la fisioterapia ha un ruolo fondamentale per consentire al paziente la massima qualità di vita possibile”.

ARIR: l’Italia è indietro rispetto alla riabilitazione respiratoria.

In Italia “La riabilitazione pneumologica è ancora poco prescritta, pochi sono i centri specialistici ai quali i malati possono rivolgersi e i segnali che ci giungono dalla politica non sono confortanti”. Così Marta Lazzeri, presidente Arir (Associazione riabilitatori dell’insufficienza respiratoria), oggi ad Aosta a margine del VII congresso scientifico dell’Associaziona Italiana di Fisioterapisti (Aifi).

Lazzeri riferisce di essere venuta a conoscenza “di un decreto ministeriale che vorrebbe limitare il ricovero in ospedale per i pazienti che hanno necessità di fare riabilitazione pneumologica, che nel nostro caso, è altamente indicata, perché la riabilitazione ha lo scopo di prevenire il peggioramente e, ad esempio, evitare il ricorso al pronto soccorso, il ricovero in terapia intensiva e in alcuni casi uno scadimento così importante delle condizioni di salute che potrebbe portare al decesso”.

Lazzeri ricorda che “Arir si occupa di riabilitazione pneumologica, un ambito della riabilitazione che ha un notevole grado di evidenzia scientifica sul fronte dell’efficacia e gestione delle malattia respiratorie croniche, controllo nel miglioramento del sintomo, il principale è la dispnea, e anche nel miglioramento della qualità vita, con anche una riduzione dei costi enormi che queste malattie danno, in termini di disabilità e quindi di ricorso di quelle che sono le risorse sanitarie”. L’obiettivo, continua la presidente, “insieme alla associazioni mediche, in primo luogo l’Associazione degli pneumologi ospedalieri, e insieme alle associazioni dei pazienti che sono affetti da malati respiratorie croniche, che sono moltissime, è quello di adattare al contesto italiano quelle evidenze molto forti che ci sono in letteratura che però attualmente poco vengono utilizzate nel nostro contesto sanitario nazionale”.

Fonte: Dire.it – AssoCareNews.it

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