La polemica era già stata sollevata negli scorsi mesi, diffusa dalla scelta della Regione Emilia Romagna di deliberare l’obbligo di immunità verso alcune patologie infettive. Da oggi, grazie a questa delibera, infermieri, infermieri pediatrici oss e altri professionisti sanitari non potranno più lavorare nei reparti soggetti a rischio.
La delibera regionale, avvenuta durante la seduta del 12 marzo scorso, stabilisce che ogni lavoratore presente in questi reparti deve risultare immune a:
- Morbillo
- Parotite
- Varicella
- Rosolia
Pena il trasferimento d’ufficio. I reparti individuati sono Oncologia, Ematologia, Neonatologia, Ostetricia, Pediatria, Malattie infettive, nei Pronto soccorso e nei Centri trapianti.
Essendo reparti molto diffusi a livello territoriale e con quote di personale complessivamente importanti, molte direzioni organizzative stanno già vagliando soluzioni e bozze di piani di gestione del personale che presenteranno ovvie difficoltà numeriche.
Moltissimi si sono dimostrati contrari e le polemiche non si sono fermate alla “piazza social” ma hanno visto estendersi anche in manifestazioni e proteste. C’è chi vede questa legge come un’obbligo a vaccinarsi per non perdere il proprio ambiente di lavoro e rinunciare alla propria esperienza clinica dopo anni di servizio.
Così hanno commentato questo cambiamento il governatore emiliano Stefano Bonaccini e l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi: “La Regione Emilia-Romagna vuole occuparsi delle strutture sanitarie, di chi ci lavora e dei pazient. Questo documento, oggetto anche di un confronto con i sindacati, introduce elementi di garanzia e tutela, per chi cura e per chi è curato. È una questione di civiltà. È nostro dovere proteggere l’operatore sanitario che, per motivi professionali, è maggiormente esposto al contagio, e gli utenti del servizio sanitario, dunque i pazienti, spesso in condizione di fragilità e quindi esposti a un grave pericolo per la salute”.