Da martedì dunque in Veneto se si vorrà fare un tampone si tornerà a pagare, per l’esattezza da 8 a 22 euro. Parlando al “Corriere della Sera”, Zaia ha comunque difeso la misura adottata: “In due mesi abbiamo superato il milione di tamponi – ha spiegato -. Chiunque poteva presentarsi quando e dove voleva, e siamo stati l’unica regione che lo ha fatto”.
A cambiare tutto è stata l’introduzione del green pass. “Il tampone è diventato l’occasione per uscire senza bisogno di vaccinazione – dice -. C’è stato l’assalto alla diligenza, venerdì abbiamo dovuto fare 52mila tamponi. Ma noi abbiamo il dovere di farli agli ammalati, a chi ha avuto contatti con i malati, ai lavoratori della sanità e delle case di riposo e a chi va a trovare i congiunti in queste strutture”.
Zaia poi, ricordando che il 75% dei veneti è già vaccinato (“e questa percentuale salirà ancora”), sottolinea l’efficacia della campagna. “La scelta fatta dalla stragrande maggioranza dei veneti si è tradotta in un argine per la comunità – afferma -. Se non avessimo il popolo dei vaccinati, oggi non avremmo gli ospedali semivuoti”. Il presidente della Regione Veneto parla anche della questione green pass e lavoro. “Io sono molto laico, penso che le parti debbano trovare un accordo: datori di lavoro, sindacati e comunità scientifica. Di certo, se avessimo tutti vaccinati i rischi sarebbero compressi al minimo”.
[…] «Stop tamponi gratis, una scappatoia ai vaccini». proviene da AssoCareNews.it – Quotidiano Sanitario […]
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